Genova. Si chiama Riformiamo Genova la lista centrista a sostegno di Silvia Salis, il cui simbolo è stato svelato oggi al point della candidata sindaca in via Carducci. Il nome è stato scelto sulla falsariga di quella presentata a Savona a sostegno di Marco Russo nel 2021, quando ottenne quasi il 10% e contribuì in modo determinante alla vittoria. E c’è chi nota che il logo, a tinte arcobaleno con una piccola bandiera di San Giorgio nella parte bassa, potrebbe essere tranquillamente accostato alla coalizione avversaria. Del resto è proprio nell’area mediana, contesa alla coalizione di Piciocchi, che si gioca la partita più interessante e forse decisiva.
Perlomeno è così che la pensano tanto il governatore Marco Bucci, grande manovratore del centrodestra in Liguria, quanto l’aspirante sindaca Silvia Salis: “Elettorato centrista determinante? Sono d’accordo con Bucci e credo sia dalla nostra parte, molto attento al nostro programma e a quello che stiamo proponendo. Penso che sia evidente che si stia spostando verso di noi e sono d’accordo sul fatto che sicuramente sposterà voti definitivi”.
E infatti nella lista per Palazzo Tursi, che terrà insieme Italia Viva, Azione, +Europa, Demos e candidati civici, non mancano i nomi di chi ha cambiato casacca da pochi mesi o addirittura settimane. C’è la renziana Arianna Viscogliosi, c’è Stefano Costa che ha recentemente aderito a Democrazia Solidale, c’è la chirurga estetica ex totiana Tiziana Lazzari. Ma anche il manager del Porto Antico Alberto Cappato e il consigliere municipale del Medio Levante Matteo Furia. Ancora da confermare invece l’entrata di Angiolo Chicco Veroli, che nelle scorse ore ha annunciato l’uscita dalla maggioranza e il sostegno Salis.

“Credo che le persone moderate che hanno preso parte alla coalizione di centrodestra siano deluse – è la spiegazione di Silvia Salis -. C’è una grossa delusione per quello che era stato promesso e non è avvenuto in nessun campo e c’è una grande attenzione al nostro programma perché rispecchia la necessità che ha questa città di cambiare in meglio.
Saranno ben 12 i candidati di Azione, tra i quali mancherebbe, un po’ a sorpresa, la segretaria regionale Cristina Lodi: “Dopo tre mandati posso anche lavorare per gli altri – spiega -. Se tutti corrono anche la lista corre, altrimenti i risultati non si vedono. Io ci sono comunque, darò una mano a promuovere il simbolo, mi vedrete ovunque. Le mie preferenze non mancheranno”. Per lei, in ogni caso, si vocifera già di un possibile incarico in giunta da esterna. In lista ci saranno invece, tra gli altri, Maria Luisa Centofanti, papabile per la corsa al Municipio Medio Ponente, Patricia Rossi Rodriguez della comunità ecuadoriana, il medico Giuseppe Pittaluga, l’insegnante Antonio D’Elia.

Il listone centrista non può non ricordare l’esperimento nazionale del Terzo Polo, poi naufragato, lanciato da Renzi e Calenda. “Certo, potrebbero prendere esempio da noi – conferma Mauro Gradi, coordinatore ligure di +Europa -. Genova è un laboratorio nazionale”. Di “laboratorio” parla anche la candidata sindaca: “Sì, quello che succederà qua sarà molto interessante a livello nazionale. Credo che l’idea di rappresentare un campo progressista, e quindi un vento nuovo in questo Paese dopo un’esperienza più o meno lunga di destra, sia a livello locale che a livello nazionale, sia qualcosa che possa dire molto. Genova sarà probabilmente uno snodo fondamentale anche a livello nazionale per quello che succederà nei prossimi mesi e nei prossimi anni”.
A Savona, si diceva, il gruppone riformista aveva sfiorato il 10% all’interno di un 47% raccolto dalla coalizione al primo turno. Ma era quattro anni fa e c’erano solo quattro liste a contendersi le preferenze. Per ora nessun pronostico: “Da atleta rimango un po’ scaramantica – prosegue Salis -. Come vedete non ho neanche commentato gli ottimi sondaggi che ci vedono molto avanti, per cui cerco di pensare al 25-26 maggio e poi a come ci sveglieremo il 27. È una lista molto competitiva che si rivolge a un elettorato moderato, un elettorato che è attento allo sviluppo della città, attento all’impresa, all’industria, alle infrastrutture”.
Poi la replica al centrodestra di Piciocchi che ha sollevato la questione di genere sulle candidature alla presidenza dei municipi, solo due donne su nove: “Sentire questa critica da candidata sindaca di 39 anni, donna, da una parte politica, la destra, che non ha mai candidato una donna né in città né in regione fa un po’ sorridere. Devo dire che loro sono sempre molto a rincorrere, a vedere quello che facciamo noi. Diciamo che tutte le loro uscite sono aggressive in attacco. Questo è chiaro, evidente e anche questo me lo porto dallo sport, si attaccano i più forti, quelli che stanno vincendo“.