Ambiente

A Genova nascono 10 “zone silenziose”: ecco le oasi da preservare contro l’inquinamento acustico

Dal Peralto ai Parco dei Forti, dal monte Fasce alle alture del Ponente, da Cornigliano ad Albaro: qui il Comune si impegna a conservare gli "ambienti sonori naturali"

panorama genova case palazzi

Genova. Dieci “zone silenziose” nel territorio comunale genovese, dieci oasi verdi che dovranno restare al riparo dall’inquinamento acustico anche nella successiva pianificazione urbanistica. A individuarle è una delibera di Palazzo Tursi in ottemperanza a un decreto del ministero dell’Ambiente emanato più di tre anni fa.

Le zone silenziose, secondo la legge nazionale, sono “aree di pubblica fruizione o comunque accessibili al pubblico, dedicate allo svago, al ristoro e alla conservazione degli ambienti sonori naturali caratterizzati dalla geofonia e dalla biofonia, che non risentono, o risentono in misura non significativa, dei suoni tecnologici e in misura contenuta dei suoni antropici”. La loro presenza dovrebbe garantire “l’instaurarsi di un ambiente rigenerativo, a tutela della salute umana e della qualità della vita, salvaguardando altresì la biodiversità, gli ecosistemi e i paesaggi sonori”.

Il Comune di Genova ha individuato le dieci zone silenziose in base a determinati criteri obbligatori sovrapponendo diverse carte tematiche territoriali, escludendo tutte quelle in cui è prevista una riqualificazione o comunque un cambiamento delle attuali funzioni. L’elenco, che sarà trasmesso alla Regione entro fine mese, comprende il Parco del Beigua; l’area che abbraccia monte Pennello, punta Martin, San Carlo di Cese, Orezzo e Bric dell’Olmo; il monte Gazzo, il Parco delle Mura insieme al Parco del Peralto; le alture della Valbisagno coi Prati Casalini, Creto, Aggio, monte Cameto e monte Piano di Croce; il Parco dei Forti con la pineta di Quezzi; la valle del torrente Nervi con monte Giugo, Pomà, monte Moro, monte Fasce e monte Riega; il cimitero di Staglieno, la valletta del rio San Pietro sopra Cornigliano; valletta Puggia e Villa Gambaro in zona Albaro.

Generico aprile 2025

Il provvedimento di per sé non modifica lo stato di fatto attuale: tutte le attività esistenti potranno essere mantenute e altre si potranno insediare in futuro a patto che rispettino i limiti della classe acustica di quell’area. “Unicamente nel caso una nuova attività che dovesse insediarsi in un’area di quelle indicate come silenti (e che sia permessa anche dagli strumenti urbanistici vigenti) e che dovesse provocare un rumore superiore ai limiti concessi, occorrerà che la stessa, preventivamente, rediga un progetto di bonifica acustica affinché i limiti siano rispettati”, si legge nella delibera.

“Le zone silenziose – viene precisato ancora nel documento – devono essere conservate evitando aumenti di rumore e verificando, contestualmente all’aggiornamento di mappature acustiche e piano di azione, il mantenimento del paesaggio sonoro ivi esistente”. E ancora: “In caso di progetti per nuove opere e/o insediamenti è fatto obbligo di un’attenta valutazione previsionale d’impatto acustico, con obiettivo specifico mirato ad evitare in quelle zone l’aumento di rumore e, se necessario, al fine di determinare la compatibilità con l’area silente si dovranno definire gli interventi di mitigazione o riduzione del rumore che si rendessero necessari per il mantenimento delle caratteristiche acustiche dell’area stessa”.

Un’eccezione alle regole è la presenza della ferrovia Genova-Casella all’interno del Parco delle Mura, ma per il Comune si tratta di una “storica infrastruttura ferroviaria che ha rilevanza storica e anche naturalistica”, perciò la sua rumorosità “rientra in quei suoni tecnologici caratteristici della zona e pertanto coerenti con le aspettative dei fruitori dell’area stessa”.

 

Più informazioni

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.