Genova. Scoppia un nuovo caso politico a margine delle celebrazioni del 25 aprile a Genova col presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alla cerimonia organizzata al teatro Ivo Chiesa, dove il capo dello Stato assiste alla prima dello spettacolo D’oro. Il sesto senso partigiano, non è stata invitata la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, a differenza di numerose personalità politiche e istituzionali autorizzate a sedersi in platea.
“È uno sgarbo istituzionale – tuona Armando Sanna, capogruppo del Pd in Regione, invitato come tutti i colleghi dell’assemblea -. Silvia Salis oggi, oltre a essere vicepresidente del Coni nazionale è anche commendatrice della Repubblica. Peccato, è una brutta pagina. Viviamo spesso e volentieri queste brutte pagine, sotto campagna elettorali sono situazioni che creano imbarazzo e credo che qualcuno dovrà rispondere di questo mancato invito”.
“Sono rimasto colpito che il giorno del 25 aprile, la festa della Liberazione, una festa che deve essere di tutti e di tutte, non siano stati coinvolti tutti i candidati a sindaco, in particolare la nostra candidata Silvia Salis, in un momento per la città così importante come l’ottantesimo della Liberazione con la presenza del presidente della Repubblica che è un momento di gioia, di festa – sottolinea Alberto Pandolfo, deputato genovese del Pd, anche lui presente insieme ai parlamentari -. A maggior ragione, quindi, era importante trovare una coesione ed evitare qualunque forma di esclusione. Credo che questo non sia un segnale positivo, bisogna tenere conto del contesto in cui in cui ci troviamo”.
A rincarare la dose è Alessandro Terrile, dirigente del Pd e invitato in quanto amministratore delegato di Ente Bacini: “Penso che sia un segnale molto brutto per la città perché il 25 aprile si festeggia sempre in primavera e ogni cinque anni ci sono le elezioni comunali, quindi molto spesso si fa in campagna elettorale e fino ad oggi, a mia memoria, si è sempre mantenuto un rispetto per la celebrazione di una memoria condivisa. Questo mancato invito invece sa proprio di voler piegare un evento come quello di oggi a una esigenza di campagna elettorale. Ed è sempre brutto che poi ci si nasconda dietro qualche funzionario, qualcuno che non ha capito, perché mi pare invece evidente che ci sia una volontà politica di escludere. Credo che qualcuno debba spiegare alla città, il teatro e il Comune”.
“Mi guardo intorno dentro il teatro Ivo Chiesa, vedo tutti: c’è chi ha un ruolo istituzionale nella società ligure e genovese ma anche chi non lo ha – continua Davide Natale, segretario ligure del Pd e consigliere regionale -. L’assenza di Salis è una delle scelte politiche più sbagliate che potevano essere messe in campo oggi. Silvia rappresenta già oggi gran parte della politica genovese, oltre ad avere incarichi importanti nel panorama nazionale come commendatore della Repubblica e vicepresidente vicario del Coni. Sono convinto che la sua assenza non sia una svista, ma una scelta deliberata. Anche su questi aspetti si demarca una differenza di stile sostanziale tra la destra e il centrosinistra.
“Sgambetto di una destra in evidente difficoltà? O, peggio, incapacità di gestire correttamente un appuntamento istituzionale? – ha aggiunto la capolista del M5S alle Comunali di Genova Tiziana Beghin – Non aver invitato Silvia Salis alla cerimonia a teatro con il presidente Sergio Mattarella, è stato peggio di uno sgarbo istituzionale: Silvia Salis è non solo la candidata sindaca, ma anche la vicepresidente vicaria del Coni nonché commendatrice della Repubblica nominata dallo stesso Mattarella. La destra cittadina e regionale se ne faccia una ragione: al netto della sua candidatura, Silvia Salis a oggi ricopre ruoli apicali in un’istituzione importantissima ed escluderla dalla cerimonia del 25 aprile la dice lunga su una scompostezza che rimarrà a lungo negli annali delle posture da evitare”.
“Purtroppo oggi questa destra che amministra la città ha impedito ad un commendatore della Repubblica italiana insignito dallo stesso presidente Mattarella e vicepresidente vicario del Coni, nonché candidata sindaca, di presenziare alla celebrazione degli ottant’anni della Liberazione alla presenza del presidente Mattarella – denuncia Cristina Lodi, segretaria regionale di Azione -. Una mera posizione elettorale che dimostra come ad oggi questa città sia governata da forze politiche di destra che non solo non riconoscono l’importanza della democrazia ma che non la praticano nell’agire di tutti i giorni. Questa vicenda molto spiacevole ci rende ancora di più oggi impegnati sulla unica opportunità per questa città che è quella che Silvia Salis diventi la sindaca”.
La replica di Piciocchi
“Credo ci voglia grande rispetto per le istituzioni, ognuno ha il suo ruolo – la replica dello sfidante Pietro Piciocchi a margine dell’evento -. Oggi non sono qui come candidato ma come vicesindaco reggente del Comune di Genova, in questa veste ho accolto il presidente e in questa veste si è rivolto a me chiedendomi di portare il suo saluto alla città. Credo che oggi non debba essere una giornata di polemiche, ma una giornata di coesione e unità, in cui mettiamo da parte i protagonismi e guardiamo al bene della città. La campagna elettorale la riprenderemo dopodomani”.
Poi, in tardo pomeriggio arriva il comunicato al vetriolo del candidato sindaco del centrodestra: “In questa giornata in cui ricordiamo il sacrificio di tanti partigiani trovo veramente fuori luogo le polemiche scatenate da Pd su M5s, su chiaro mandato della candidata della sinistra. Premesso che il Comune di Genova è del tutto estraneo agli inviti che sono stati decisi dalla Prefettura, non si capisce a quale titolo la candidata rivendicasse il proprio diritto di intervenire alla commemorazione in teatro, riservata ai rappresentanti di istituzioni pubbliche, ai ragazzi delle scuole e a figure con riconosciuti meriti nel campo sociale e della cultura cittadina. Verrebbe da domandarsi: ma chi pensa di essere? Come si può solo lontanamente pensare di piegare le cerimonie istituzionali alle proprie esigenze personali?”.