Ricordo

25 Aprile, il presidente dell’Anpi Bisca: “Le radici sono importanti, senza anche l’albero più forte crolla”

Cita Papa Francesco e poi sottolinea: "Genova ha pagato un prezzo durissimo rispetto alle deportazioni che derivavano anche dagli scioperi. E questo non ha fermato quel grande movimento che poi si è concluso il 25 Aprile"

Genova. Cita Papa Francesco Massimo Bisca, il presidente dell’Anpi di Genova, per ricordare quanto è importante difendere la libertà e celebrare, e ricordare, la Resistenza e i valori del 25 Aprile.

Anche se in un posto lontano qualcuno mette in discussione i diritti e le libertà dei più deboli, noi che siamo lontani migliaia di chilometri, anche noi siamo meno liberi e abbiamo meno possibilità”, ha detto Bisca citando appunto una frase del pontefice davanti agli ingressi, blindati, del Teatro Nazionale Ivo Chiesa, dove a fine mattinata arriverà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per assistere allo spettacolo “D’Oro-il sesto senso partigiano” tenendo poi il suo discorso.

“Mattarella è il primo presidente che viene a Genova il 25 Aprile a ricordare un fatto unico nella storia d’Europa – sottolinea Bisca – E poi credo che il messaggio sia di un’attualità incredibile, l’unità tra le persone, di popolo, che ha messo insieme lotta armata e lotta sociale. Genova ha pagato un prezzo durissimo rispetto alle deportazioni che derivavano anche dagli scioperi. E questo non ha fermato quel grande movimento che poi si è concluso il 25 Aprile con la firma della resa nelle mani di un operaio, della quale dovremmo ricordare forse meglio l’attualità”.

“Se oggi sul primo articolo della Costituzione c’è scritto che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro è perché i lavoratori genovesi e non solo hanno dato un contributo straordinario proprio da parte di quella fetta di società che il fascismo aveva emarginato nel modo più bieco”.

A chi gli chiede cosa ne pensa della richiesta del ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci di celebrare il 25 Aprile “con sobrietà” alla luce del lutto nazionale per la morte di Papa Francesco, Bisca risponde inizialmente con ironia, per poi tornare serio.

Ci potrebbero fare anche la prova del palloncino se vogliono. Il problema è che quello che conta sono i sentimenti e i valori che non sono legati al passato, hanno una straordinaria modernità e quei valori e quei sentimenti sono racchiusi nel risultato migliore di quella guerra, di quella lotta. Si chiama Costituzione della Repubblica, che qualcuno vorrebbe stravolgere. E invece proprio perché sono moderni quei valori, quei principi, basta applicarla alla Costituzione e le cose andrebbero molto meglio”.

Ricordare è importante, quelle sono le nostre radici – prosegue il presidente dell’Api – batterci perché si conosca cosa è successo in questa città, in tante altre e anche nei più piccoli sperduti villaggi di montagna o di campagna ci permette di capire che nessuno ci ha regalato niente. I nostri padri o i nostri nonni hanno sacrificato tanti la vita e molti la gioventù per darci un futuro migliore. Non è una cosa da poco e se ognuno è cosciente di quello capisce che senza radici anche l’albero più forte può crollare da un momento all’altro. Quindi ognuno di noi deve unirsi per batterci per la difesa dei più deboli e la difesa della libertà e della solidarietà”.

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