Genova. Per adesso manca ancora l’ufficialità ma, da quello che emerge, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Genova il 25 aprile a Genova, per l’ottantesimo anniversario della Liberazione, si fermerà anche a Villa Migone, luogo simbolo della liberazione di Genova, dove il generale Meinhold firmò l’atto di resa davanti al CNL.
A dirlo Mino Ronzitti, presidente dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, a margine della presentazione di una ricerca sulla Resistenza in Liguria pubblicata sulla rivista semestrale dell’Ilsrec “Storia e Memoria”. “Il programma del presidente Mattarella lo deciderà e comunicherà il Quirinale, ma credo di non venir meno al dovere della riservatezza nell’annunciare che il presidente Mattarella visiterà Villa Migone”.
Nel corso della visita saranno donati al presidente due volumi, tra cui una nuova edizione del testo fondamentale della resistenza in Liguria (‘La Resistenza in Liguria. Cronache militari e documenti’ di Giorgio Gimelli), che avrà molti elementi che integrano le precedenti edizioni. “Sarà per noi un onore poter donare la prima copia al presidente Mattarella, proprio nella sala dove il 25 aprile 1945 venne firmato l’atto di resa”. Ha detto Ronzitti, Intanto, in attesa dell’ufficializzazione dal Quirinale, iniziano ad emergere anche altri dettagli della visita.
Il Capo dello Stato dovrebbe arrivare a Genova, da Milano, all’ora di pranzo a Villa Migone, per poi recarsi al Teatro Ivo Chiesa, dove assisterà alla prima dello spettacolo “D’Oro – il sesto senso partigiano”, curato dal direttore del Teatro nazionale, Davide Livermore. Oggi, intanto. È stata presentata la ricerca sulla Resistenza in Liguria, pubblicata sulla rivista semestrale dell’Ilsrec “Storia e Memoria”, davanti agli studenti di alcune scuole genovesi.
“Avere consapevolezza delle grandi tragedie che hanno segnato il ‘900, ma anche delle conquiste che nel dopoguerra sono state poste alla base delle moderne democrazie, credo che sia molto importante per i giovani, che possono acquisire una loro maturazione di questa consapevolezza, attraverso la quale possono essere protagonisti delle scelte del proprio futuro. Noi svolgiamo questa attività impegnando molti giovani ricercatori e impegnando e collaborando con la direzione scolastica regionale e con le istituzioni – ha sottolineato – ma la cosa che mi piace ribadire è che lo facciamo con scrupolo e rigore storico-scientifico, in tempi nei quali spesso le narrazioni rappresentano la manipolazione della storia. Noi presentiamo una ricerca sulla resistenza in Liguria che è una tappa di quel percorso avviato ormai da molti anni di riflessione sull’intera storia del ‘900 europeo, italiano e molto in particolare del ‘900 genovese e ligure. Lo facciamo con gli studenti, quindi con percorsi di riflessione didattico-formativo perché come disse Marc Bloch, la inconsapevolezza del presente nasce fatalmente dall’ignoranza del passato”.