Mobilitazione

Violenze sessuali a scuola, lo sciopero degli studenti: “Vittime mai, schiave mai” fotogallery

Il corteo è stato organizzato dopo gli ultimi episodi di abusi consumati nei luoghi scolastici: "Non saremo passivi difronte alla brutalità"

Foto d'archivio

Genova.  Gli studenti tornano in piazza questa mattina per protestare contro gli episodi di violenza sessuale avvenuti in queste settimane nelle scuole genovesi. La manifestazione, lanciata dal collettivo Osa insieme allo sciopero generale di tutte le scuole genovesi, partirà da piazza De Ferrari, per poi attraversare tutto il centro cittadino passando da Portello, Corvetto, Brignole, via XX Settembre e infine piazza Matteotti, dove si terranno le riflessioni finali.

“La questione femminile nella città e nelle scuole è particolarmente sentita – commenta Veronica Rossi, Cambiare Rotta, all’inizio della manifestazione – oggi siamo tutti insieme per dire che non saremo mai vittime. Siamo stanche di questa retoricare che ci vittimizza e che non punta alla nostra legittimazione, noi la nostra emancipazione ce la prendiamo con la lotta. Ed è per questo che oggi siamo qua in piazza e per le strade di Genova”.

“Oggi la scuola è una gabbia – aggiunge Lorenzo, Osa – è diventata un luogo di sfruttamento e di discriminazione. Abbiamo un ministro che ha dichiarato che il patriarcato lo portano gli immigrati. E oggi protestiamo anche contro Regione Liguria che ha stanziato un fondo rivolto alle strutture ecclesiastiche per fare educazione sessuale nelle scuole. L’unica arma che gli studenti hanno è quella di dara una risposta collettiva. E’ questo il femminismo che piace a noi”.

“Non accettiamo la narrazione che vittimizza, non accettiamo il silenzio delle istituzioni e non accettiamo che la scuola sia diventata una gabbia insopportabile in cui passano i valori dell’individualismo e della competizione, in cui gli studenti sono portati ad essere passivi di fronte alla brutalità della società ma anche alla brutalità di quello che succede a chi ci sta affianco – spiegano gli organizzatori -. È esemplare lo stanziamento da parte della Regione Liguria di 220mila euro per l’educazione sessuale e affettiva alle parrocchie: chiediamo l’immediato ritiro di questo bando e pretendiamo l’educazione alla sessualità gestita dalle scuole, di qualità e pubblica. Come abbiamo già visto con i casi di molestie in università, all’inizio di quest’anno scolastico, l’unico modo per sollevare la questione è la lotta degli studenti e delle studentesse per il questo motivo non staremo a guardare, ma scenderemo in piazza con una risposta forte e chiara: noi non saremo più vittime

Tra i collettivi scolastici che hanno aderito troviamo quelli delle scuole Fermi, Calvino, Bergese, Mazzini, Gobetti, San Giorgio, Gastaldi-Abba, Colombo, Klee, Vittorio Emanuele, Deledda, Pertini, Firpo, Montale e Duchessa di Galliera.

Ad aderire alla mobilitazione studentesca Potere al Popole: “Non sono casi isolati. Solo pochi mesi fa le studentesse e gli studenti di Cambiare Rotta occupavano il rettorato dell’Università di Genova per chiedere l’apertura di un centro antiviolenza all’interno del polo universitario a seguito delle violenze subite da alcune studentesse del dipartimento di architettura. Questi casi, tutt’altro che sporadici, sono frutto delle dinamiche di sovradeterminazione e di esercizio di potere di stampo patriarcale – proseguono gli attivisti -. Ancora una volta ci troviamo a ribadire il nostro rifiuto ad una narrazione fatta di vittime e colpevoli, di divisione della colpa e di ricerca di un movente che possa giustificare l’atto davanti agli occhi dell’opinione pubblica. La motivazione è però tutta qui: mancanza di centri antiviolenza su tutto il territorio, assenza di ore di educazione sessuale nelle scuole laica e libera da preconcetti e assenza di volontà nel riconoscere queste dinamiche non come isolate ma come ben radicate all’interno del tessuto politico-sociale del nostro paese. Anche Potere al Popolo dunque sarà in sciopero “per ribadire la nostra netta opposizione a un modello che ci vuole vittime e silenti”.

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