Genova. A seguito del caso di violenza ai danni di una ragazza avvenuta in una scuola genovese, nelle scorse settimane molti studenti della città hanno deciso di scioperare. Il collettivo Osa ha convocato un momento di sciopero generale di tutte le scuole venerdì 7 marzo al fine di ribadire che questi comportamenti non sono accettabili nelle scuole e in nessun altro luogo.
“Non accettiamo la narrazione che vittimizza, non accettiamo il silenzio delle istituzioni e non accettiamo che la scuola sia diventata una gabbia insopportabile in cui passano i valori dell’individualismo e della competizione, in cui gli studenti sono portati ad essere passivi di fronte alla brutalità della società ma anche alla brutalità di quello che succede a chi ci sta affianco – spiegano gli organizzatori -. È esemplare lo stanziamento da parte della Regione Liguria di 220mila euro per l’educazione sessuale e affettiva alle parrocchie: chiediamo l’immediato ritiro di questo bando e pretendiamo l’educazione alla sessualità gestita dalle scuole, di qualità e pubblica. Come abbiamo già visto con i casi di molestie in università, all’inizio di quest’anno scolastico, l’unico modo per sollevare la questione è la lotta degli studenti e delle studentesse per il questo motivo non staremo a guardare, ma scenderemo in piazza con una risposta forte e chiara: noi non saremo più vittime”
“Questo – ricorda Potere al Popolo che ha annunciato la mobilitazione al fianco degli studenti – non è il primo caso di violenza subita da una studentessa all’interno dei luoghi di formazione. Solo pochi mesi fa le studentesse e gli studenti di Cambiare Rotta occupavano il rettorato dell’Università di Genova per chiedere l’apertura di un centro antiviolenza all’interno del polo universitario a seguito delle violenze subite da alcune studentesse del dipartimento di architettura”.
“Questi casi, tutt’altro che sporadici, sono frutto delle dinamiche di sovradeterminazione e di esercizio di potere di stampo patriarcale – proseguono gli attivisti -. Ancora una volta ci troviamo a ribadire il nostro rifiuto ad una narrazione fatta di vittime e colpevoli, di divisione della colpa e di ricerca di un movente che possa giustificare l’atto davanti agli occhi dell’opinione pubblica. La motivazione è però tutta qui: mancanza di centri antiviolenza su tutto il territorio, assenza di ore di educazione sessuale nelle scuole laica e libera da preconcetti e assenza di volontà nel riconoscere queste dinamiche non come isolate ma come ben radicate all’interno del tessuto politico-sociale del nostro paese”.
Anche Potere al Popolo dunque sarà in sciopero “per ribadire la nostra netta opposizione a un modello che ci vuole vittime e silenti”.