Genova. Una manifestazione pacifica in difesa della giustizia e della democrazia. A organizzarla è la comunità turca genovese dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu, principale oppositore politico del presidente Recep Tayyip Erdoğan, che ha dato vita a una furiosa ondata di proteste in tutto il Paese. L’appuntamento è fissato a venerdì 28 marzo alle 18.00 in piazza Matteotti e l’invito è rivolto anche ai genovesi per dimostrare “l’unità e il rispetto tra le diverse comunità della città“.
“Siamo preoccupati ovviamente per le nostre famiglie e i nostri amici, ma soprattutto siamo molto preoccupati per la nostra democrazia – spiega Deniz Karayagmurlu, 27enne ricercatore in medicina molecolare all’Istituto italiano di tecnologia, uno dei promotori della manifestazione -. La nostra comunità a Genova crede fermamente nello stato di diritto e nei valori democratici. Sotto il governo di Erdoğan la Turchia ha sperimentato un significativo declino degli standard democratici, dell’indipendenza giudiziaria e della libertà di espressione. Il regime ora è fuori controllo e completamente contro i diritti umani e costituzionali”.
“Il governo – prosegue – ha utilizzato poteri di emergenza per mettere a tacere le voci dell’opposizione, chiudere i media indipendenti e imprigionare giornalisti, accademici e politici. Uno degli eventi recenti più preoccupanti è l’attacco a Ekrem İmamoğlu, il sindaco eletto di Istanbul, la cui crescente popolarità e posizione democratica sono viste come una minaccia dal regime al potere. La sua persecuzione giudiziaria è emblematica di come il governo utilizzi i tribunali per reprimere gli oppositori politici”.
Karayagmurlu è originario del sud della Turchia, ma ha vissuto per molto tempo a Istanbul. Arrivato in Italia, è rimasto per tre anni a Roma e si è trasferito a Genova appena quattro mesi fa. In queste ore sta cercando di coinvolgere più persone possibile per riempire la piazza e dare un segnale anche a distanza: “È l’unico modo per far sentire la nostra voce. Sto prendendo contatti anche col sindaco di Genova“, spiega. La comunità turca nel capoluogo ligure conta ufficialmente 153 persone secondo dati Istat del 2024 e rappresenta lo 0,24% del totale dei cittadini stranieri.
İmamoğlu è stato arrestato lo scorso 19 marzo, pochi giorni prima delle primarie del suo partito per la candidatura alle presidenziali del 2028, con diverse accuse tra cui “favoreggiamento al terrorismo” in relazione al Pkk e “corruzione“. Accuse “immorali e infondate”, secondo il sindaco di Istanbul. Nelle stesse ore sono state arrestate altre 84 persone ritenute a lui vicine, tra cui alcuni giornalisti. In Turchia cresce la tensione e continuano le proteste con violenti scontri tra manifestanti (centinaia di migliaia) e forze dell’ordine. Sono più di 340 le persone arrestate finora dalla polizia. “Non saranno in grado di distruggere l’ordine pubblico con le provocazioni e non lo permetteremo”, ha tuonato Erdoğan, definendo i manifestati “vandali e gruppo di sinistra marginali”.
Intanto quasi 15 milioni di persone sono andate a votare per İmamoğlu, unico candidato alle primarie del Chp, il maggiore partito di opposizione. Le consultazioni, dove il sindaco arrestato era l’unico candidato, si sono tenute in tutte le 81 province turche. Nove giornalisti che hanno seguito le proteste a Istanbul sono stati messi in custodia durante retate all’alba nelle loro abitazioni da parte della polizia.