Genova. Non solo soldi alla Diocesi, ma anche ad enti del terzo settore per progetti rivolti ai giovani. È la risposta fornita oggi in consiglio regionale dall’assessora alle Politiche giovanili Simona Ferro sul caso dei contributi che la Regione Liguria prevede di concedere esclusivamente alle parrocchie per progetti di “educazione all’affettività e alla relazione”. Sul tema sono state presentate tre interpellanze da Simone D’Angelo (Pd), Selena Candia (Avs) e Stefano Giordano (M5s).
L’intervento finito nel mirino delle opposizioni, ma anche di studenti e movimenti femministi in prossimità dell’8 marzo, fa parte del Progetto Giovani 2023 approvato lo scorso aprile con una delibera di giunta. Il finanziamento ammonta a oltre 220mila euro. Nella programmazione degli interventi, però, la Regione ha scelto di ammettere solo progetti proposti dalla Diocesi nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto con la Regione ecclesiastica ligure. Il bando, gestito da Aliseo, l’ente regionale per le politiche giovanili, è scaduto il 31 gennaio e prescriveva l’obbligo di coinvolgere almeno 4 diocesi e 15 parrocchie della Liguria. Nella commissione istituita per decidere come assegnare i fondi anche rappresentanti della Cei della Liguria.
“È più facile fare polemiche che informarsi. Il lavoro è svolto da uffici competenti che sanno quello che stanno facendo”, ha risposto Ferro. Il finanziamento alle parrocchie “va visto in relazione alle altre iniziative che il piano promuove, tra le quali è previsto un intervento in co-progettazione a favore di Enti del Terzo Settore dal valore finanziario di euro 337mila euro. Il piano prevede quindi non solo un intervento rivolto alle Diocesi (spesso peraltro per alcune realtà geografiche del territorio unico punto di aggregazione e socializzazione per i giovani), ma anche ad altre realtà del territorio, al fine di raccogliere esperienze diverse per mettere a frutto in prospettiva una progettualità condivisa ed efficace che raggiunga i giovani in contesti diversi”.
“L’intervento rivolto alle diocesi – ha ricordato ancora l’assessora – trova la sua base normativa nella legge regionale 9 aprile 2009 Promozione delle politiche per i minori e i giovani, legge proposta dalla giunta regionale presieduta da Claudio Burlando“, la quale “prevede che la Regione, nell’ambito delle finalità indicate dalla legge nazionale in materia, riconosca il ruolo educativo, formativo, aggregativo e sociale svolto nella comunità locale attraverso le attività di oratorio e similari“. La stessa legge “prevede inoltre che per le attività degli oratori la Regione stipuli su richiesta degli interessati e nello specifico della Regione ecclesiastica ligure, appositi protocolli d’intesa. Già negli anni successivi all’entrata in vigore della legge erano stati promossi e finanziati dalla Regione interventi a favore degli oratori”. Alla luce di tutto ciò, ha concluso Ferro, “non si ritiene sussistano i presupposti per procedere alla sospensione delle procedure conseguenti all’avviso pubblico”.
“Il centrodestra non è stato convincente e non poteva essere altrimenti: resta infatti ancora irricevibile la scelta di favorire, con un avviso pubblico, le istituzioni ecclesiastiche escludendo così le realtà laiche che sul territorio si occupano da tempo dell’educazione all’affettività e alle relazioni. Come M5S, dunque, non arretriamo e convintamente sosteniamo che le risorse messe sul piatto da un bando così delicato andavano indirizzate in favore di enti laici. Questo semplicemente per garantire pari opportunità a tutti. L’iter scelto dalla Giunta regionale è invece una palese violazione delle pari opportunità: prima di licenziare il bando, questo andava condiviso in Commissione. Riportiamolo quindi nella Commissione competente per analizzare meglio i contenuti e adattarli alle esigenze dei giovani”, commenta il capogruppo regionale e presidente della quinta commissione Stefano Giordano.
“L’educazione sessuo-affettiva è fondamentale per migliaia di giovani che adesso, purtroppo, cercano informazioni sul web, con potenziali situazioni di pericolo. Questo tema deve essere al centro dell’agenda di tutte le forze politiche e la gestione deve essere totalmente laica – aggiunge Selena Candia, capogruppo di Avs in consiglio regionale, ribadisce il disappunto per il bando con cui la giunta Bucci aveva deciso di stanziare 220 mila euro alle diocesi liguri per progetti sull’educazione affettiva -. Per fortuna, grazie al nostro intervento, il bando è stato modificato e ora anche le scuole possono ricevere fondi per l’educazione all’affettività. Ci sembra il minimo, perché l’educazione sessuo-affettiva ha bisogno di essere gestita da professionisti del settore, che sappiano gestire la materia adeguandola all’età degli studenti, dalla scuola primaria alla maturità. Non siamo contro le parrocchie e comprendiamo il loro ruolo di punti di aggregazione, anche giovanile, specialmente nelle aree più decentrate della Liguria. Sono presidi di socialità, che sopperiscono spesso alla mancanza di servizi o di intrattenimento per molte persone e molte famiglie. Questo non significa però che possano prendersi carico di qualsiasi iniziativa formativa”.