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Skymetro, svelato il nuovo progetto: costerà 585 milioni, arrivo a Ponte Carrega nel 2030 fotogallery

Il Comune riapre la conferenza dei servizi, entro il 13 maggio tutti i pareri. Confermata la demolizione del Firpo, treni più corti ma più frequenti, partenariato pubblico-privato per l'impianto fotovoltaico

Skymetro, ecco le immagini del nuovo progetto con demolizione dell'istituto Firpo

Genova. Calano i veli sull’ennesima versione del progetto Skymetro che il Comune porta in conferenza dei servizi pur non avendo ancora incassato il via libera del Consiglio superiore dei lavori pubblici. L’ultima variante, denominata P4 nei documenti tecnici e fornita di molti nuovi render, prevede – come anticipato – la demolizione dell’istituto Firpo-Buonarroti a Marassi per risolvere il rebus dell’attraversamento del Bisagno e la suddivisione in due lotti funzionali, il primo da Sant’Agata a Ponte Carrega, il secondo fino a Molassana con stazione intermedia a San Gottardo. I costi per realizzare l’intera tratta vengono quantificati in 585 milioni di euro, quasi il 50% in più rispetto ai 398 milioni finanziati dal ministero dei Trasporti. Ma le novità sono numerose.

Corsa contro il tempo per il via libera

Con una comunicazione datata 14 marzo, circolata ieri sulla chat Vasta di Claudio Burlando, l’amministrazione di Tursi ha riaperto la conferenza dei servizi per il progetto di fattibilità tecnico economica, due giorni dopo aver trasmesso la documentazione a Roma. I tempi ora sono strettissimi: entro il 31 marzo gli enti coinvolti potranno chiedere integrazioni o chiarimenti ed entro il 13 maggio dovranno esprimere il parere finale. Non è chiaro se verrà richiesta una nuova valutazione d’impatto ambientale regionale (l’assessore Giacomo Giampedrone ieri ha riferito che non è arrivata alcuna istanza).

Dopodiché, una volta incassato anche il nullaosta del Mit, il Comune potrà pubblicare il bando di gara relativo al primo lotto, con opzione sul secondo. L’obiettivo, evidentemente, è riuscirci prima della data delle elezioni, fissate il 25-26 maggio. L’aggiudicazione formale – cioè la firma sul contratto con l’appaltatore – dovrà avvenire comunque entro il 31 dicembre 2025, secondo la proroga già predisposta dal Mit. E la fine lavori adesso è prevista a settembre 2030, per raggiungere non Molassana, ma Ponte Carrega in fase di pre-esercizio. Per il secondo lotto si ipotizza addirittura il 2033. Un cronoprogramma decisamente meno ottimistico di quello teorizzato dal vicesindaco reggente Pietro Piciocchi, secondo il quale in tre anni si potrebbe completare lo Skymetro e anche trasferire l’istituto Firpo al posto delle ex officine ferroviarie di piazza Giusti.

Giù l’istituto Firpo, corsie più strette a Staglieno

Il progetto si era incastrato in un vicolo cieco dopo la richiesta del Consiglio superiore dei lavori pubblici di non intervenire in alcun modo sulla piastra di tombamento del Bisagno a Marassi. I tecnici avevano valutato diverse soluzioni, con la garanzia di non abbattere il Firpo, ma alla fine ha prevalso quello che all’inizio era il piano B. Al posto della scuola sorgerà quindi la stazione Stadio Marassi, a banchine laterali e sorretta da un telaio con travi reticolari al posto delle normali pile. Il ponte obliquo ci sarà, ma sarà più corto e si svilupperà all’altezza del carcere (anche questo da spostare, nei piani di Piciocchi), quindi il tracciato continuerà in sponda sinistra fino al capolinea, che in futuro dovrebbe collocarsi a Prato.

Confermata la stazione di testa a Sant’Agata, inevitabile dopo aver rinunciato all’idea di prolungare la linea di metropolitana esistente, resa impossibile dalle enormi complicazioni tecniche evidenziate anche dal ministero. Rispetto alla versione precedente, per evitare appoggi aggiuntivi sul rostro del ponte ferroviario (altra richiesta degli esperti del Mit), il collegamento di servizio per raggiungere il deposito sarà a binario singolo con un aggetto sul Bisagno molto minore. Per “massimizzare la flessibilità d’esercizio” la stazione diventa a banchina centrale anziché due laterali.

Altre osservazioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici riguardavano l’interferenza col nodo di Genova Est. Vale lo stesso discorso di Marassi: non si possono smontare e rimontare le strutture che gravano sul torrente. Il tracciato, quindi, si manterrà esterno alla piastra e sfrutterà una serie di strutture a portale fondate all’interno del sottopasso stradale di piazza Garassini. “L’impiego dei portali – si legge nella relazione – comporta il restringimento della viabilità interna al sottopasso, che mantiene la larghezza utile per ospitare una singola corsia in direzione sud adatta anche ai mezzi pesanti o carichi eccezionali”.

Le pile saranno leggermente più larghe, con un diametro di 1,8 metri anziché 1,7 metri, per adeguarsi alle disposizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici sull’adeguamento alla vita nominale dell’opera che dovrà essere di 100 anni. La distanza tra una pila e l’altra sarà sempre di 32 metri (salvo casi particolari) col piano dei binari posto a 7,2 metri dalla quota della strada. Tutto l’impalcato sarà in acciaio, con una struttura più leggera rispetto al calcestruzzo armato.

Treni più corti, frequenze più alte

Un’altra importante novità riguarda l’esercizio della futura linea in Valbisagno. Nel piano aggiornato si ipotizza di far viaggiare i treni in composizione singola e non doppia, così da poter ridurre la lunghezza delle stazioni a 48 metri. Ma in questo modo ogni corsa dello Skymetro porterebbe la metà dei passeggeri: per compensare la riduzione di capacità si immagina una frequenza di 3 minuti anziché i 5 minuti previsti finora. Il progetto, tuttavia, sarà sviluppato in modo da consentire l’entrata in funzione della linea fino a Ponte Carrega, in attesa dell’arrivo a Molassana, e in questa prima fase l’intervallo minimo tra i treni sarà di 6 minuti.

Lo studio trasportistico vede a pieno regime – cioè nel 2033 – una capacità di 3.150 posti all’ora per ciascuna direzione con una saturazione pari al 95,4% “a dimostrazione della necessità di un collegamento veloce verso il centro per gli utenti che gravitano sulla Val Bisagno”.

E l’impianto fotovoltaico che avrebbe dovuto garantire il 50% dell’energia necessaria a muovere i treni dello Skymetro? Tutto rimandato a un capitolo successivo: la versione precedente del progetto lo includeva come “opera opzionale”, mentre adesso il Comune vuole realizzarlo a parte con un partenariato pubblico-privato. La sopraelevata sarà comunque predisposta per l’installazione dei pannelli sulle strutture di sostegno a portale della linea elettrica (nei render, però, l’impalcato appare sgombro da coperture e quindi più leggero alla vista), sulle stazioni, sui locali tecnici e anche sulle sottostazioni elettriche.

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I costi aumentano del 50%

L’esclusione dell’impianto fotovoltaico dal progetto principale si rende necessaria anche per contenere i costi, che sono comunque esplosi rispetto alla prima versione del progetto redatta ormai tre anni fa. Il quadro economico aggiornato prevede un totale di 413,8 milioni di euro solo per il primo lotto Sant’Agata-Ponte Carrega, cifra comprensiva di Iva e oneri previdenziali.

Nel computo sono inclusi anche quattro nuovi treni e la risoluzione dell’interferenza con l’elettrodotto Terna a Marassi e Staglieno, anche se il project manager Emanuele Scarlatti aveva dichiarato che i costi sarebbero stati a carico dell’azienda. A questo importo, poi, vanno aggiunti altri 171,3 milioni per raggiungere Molassana, escluso in questo caso il materiale rotabile essendo prevista “una diversa modalità di approvvigionamento”. Il totale fa appunto 585 milioni di euro, mentre il Comune al momento può contare solo sui 398 milioni concessi dal governo Draghi.

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Lo Skymetro al centro della sfida Piciocchi-Salis

Ma l’aspetto economico non preoccupa il vicesindaco reggente Piciocchi, che nel frattempo dovrà trovare anche il modo di ricollocare il Firpo-Buonarroti, scuola superiore da 900 studenti, per cui si pianifica già un trasloco (col benestare della Regione) in una nuova struttura vicino a piazza Giusti, in aree delle Ferrovie che il Comune deve ancora acquisire. La promessa è quella di una rigenerazione complessiva di Marassi con nuovi parcheggi (si parla anche di un autosilo), un parco pubblico al posto del penitenziario, studentati, lo stadio Ferraris ridisegnato dalla mano dell’architetto Boeri. La sua sfidante Silvia Salis, invece, ha confermato domenica scorsa il no della sua coalizione allo Skymetro e ha preannunciato l’apertura di un tavolo tecnico per capire come non perdere i finanziamenti governativi e al contempo dotare la Valbisagno di un sistema di trasporto pubblico “in sede ferroviaria” che non sia così impattante e non preveda di abbattere scuole. Una partita a scacchi che difficilmente non peserà sull’esito del voto a fine primavera.

 

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