Genova. “Siamo all’ennesima imbarazzante puntata della farsa chiamata Skymetro. Dopo l’annuncio della demolizione di una scuola, seguita da un trasferimento del carcere, su cui però è stata la stessa Regione Liguria a smentire il Comune di Genova sull’esistenza di un qualsiasi atto, e dopo le roboanti promesse e accuse al presunto fronte del no, viene svelato l’ennesimo surreale progetto. Un progetto che riesce nell’impresa di lasciare ancora più increduli rispetto ai precedenti: si triplicano i tempi, si raddoppiano i costi e, incredibilmente, si dimezzano tracciato e capienza“.
È il commento di Simone D’Angelo, consigliere regionale e segretario genovese del Pd, dopo l’anticipazione di Genova24 sull’ultima versione del progetto per il prolungamento della metropolitana fino a Molassana: “Il progetto Skymetro di Piciocchi e Bucci è fallito. Chiedano scusa ai genovesi, e smettano di prendere in giro i cittadini della Val Bisagno”
“La metropolitana veloce sopraelevata, che doveva collegare tutta la Val Bisagno fino a Prato entro il 2027, si fermerà invece a Ponte Carrega, forse nel 2030. L’opera costerà quasi il 50% in più, passando da 398 a 585 milioni, e se prima non c’erano i finanziamenti per arrivare a Prato, ora non ci sono più neanche per arrivare a Molassana, motivo per il quale, con l’immancabile gioco delle tre carte a cui il vicesindaco Piciocchi ci ha abituati, si dice che l’opera sarà divisa in due lotti, uno da Brignole a Ponte Carrega e successivamente da Ponte Carrega a Molassana. Ma ci si dimentica di dire che a gara andrà solo il primo lotto e il resto si vedrà”, prosegue D’Angelo.
“E poi le ciliegine finali – continua -. Il nuovo Skymetro targato Piciocchi non arriverà a Brignole, ma si fermerà a Sant’Agata, obbligando i passeggeri a uscire dalla stazione del nuovo Skymetro e raggiungere a piedi la metropolitana di Brignole. La lunghezza delle stazioni sarà ridotta a 48 metri e questo impedirà di far circolare treni doppi, come avviene oggi sula metropolitana tra Brignole e Brin e potranno circolare solo treni singoli, riducendo a metà la capienza rispetto al progetto iniziale. La scuola Firpo verrà demolita ma, al di là della follia di questa scelta, non è chiaro se è compresa nei costi lievitati a 585 milioni o se invece il Comune di Genova dovrà pagare a parte, come i costi per la realizzazione dell’annunciato e mai progettato nuovo istituto scolastico in piazza Giusti”.
“In campagna elettorale si è spesso abituati a vedere giunte fallimentari tirare fuori dai cassetti progetti fantasmagorici pur di inseguire il consenso. Ma la scelta di Piciocchi supera la più fervida immaginazione: si cerca di strumentalizzare le esigenze dei cittadini e delle cittadine della Val Bisagno, per alimentare un oramai stucchevole teatrino che lo vorrebbe come l’uomo del fare. Alla fine, dopo aver promesso un tram, uno Skytram, e sei versioni di Skymetro, con in mano mezzo milione di euro di fondi consegnati al Comune di Genova dai governi di centrosinistra per la mobilità, non farà nulla. Oramai è chiaro che la ricetta per questa campagna elettorale di Piciocchi sarà a base di mistificazione della realtà e promesse da disattendere sulla pelle dei genovesi. Un copione già visto e stravisto. Un copione che Genova non merita”, conclude D’Angelo.