Genova. Doppio appuntamento oggi per la vertenza legata alla Scuola 2 Giugno di Borzoli, i cui lavori di messa in sicurezza sismica hanno mandato in “esilio” circa 350 studenti creando non pochi disagi per famiglie e insegnanti. Questa mattina, presso la scuola, si è svolto l’incontro dei genitori con il sindaco facente funzione Pietro Piciocchi, mentre nel pomeriggio, sotto palazzo Tursi, in occasione della seduta del Consiglio comunale, ha preso vita un nutrito presidio di protesta.
Dall’incontro della mattinata sostanzialmente è emersa una tempistica praticamente raddoppiata per quanto riguarda il termine dei lavori di messa in sicurezza. Come spiegato anche in precedenza Piciocchi ha sottolineato come durante i lavori sono emerse criticità strutturali importanti e che impongono una nuova progettazione per i lavori di messa in sicurezza. Si parla oggi di quattro anni di cantieri, per un costo che, come anticipato nei giorni scorsi, dovrebbe arrivare a cubare circa 14 milioni complessivi. Ad oggi da fondi Pnrr sono stati stanziati 3,5 milioni, a cui sono stati aggiunti da parte del Comune altri 4 milioni ma è lo stesso Piciocchi a tranquillizzare: “Come ho detto, il problema dei finanziamenti non c’è, ma esiste una criticità connessa alla nuova normativa: per questo abbiamo scritto al ministero per avere il via libera per iniziare i lavori di ristrutturazione completa dell’edificio scolastico, alla luce del fatto che si trova in Zona incidente rilevante su cui non possono essere, secondo la nuova normativa vigente, edificati edifici ex novo. Nei prossimi due mesi avremo maggiore contezza su come procedere, una volta recepite le indicazioni ministeriali“.
Nel pomeriggio poi il presidio dei genitori in via Garibaldi (spostatosi poi nel cortile di Tursi, a seguito di un piccolo battibecco tra manifestanti e polizia) che ancora una volta hanno chiesto chiarezza e tempi certi per tornare nella scuola di Borzoli, che di fatto negli anni è divenuta presidio e fulcro della vita sociale e commerciale del quartiere. “Visto che le tempistiche si sono allungate – chiedono i genitori – chiediamo che ora le istituzioni investano nell’edificio di corso Perrone che oggi ci ospita ma che manca di spazi esterni per l’asilo, di un refettorio utilizzabile in sicurezza e di una palestra. E dall’inizio dell’anno che i nostro ragazzi vivono la loro scuola in condizioni non all’altezza”. Anche in questo caso, il sindaco facente funzione Piciocchi ha assicurato che l’amministrazione civica si prenderà carico di queste richieste.
Sulle sorti della scuola e del cantiere, però, aleggia un’altra incognita: nei prossimi anni Iplom, che a Borzoli-Fegino notoriamente ha un depositi di idrocarburi, sarà impegnata a sostituire alcune tubature, costruendo un by pass che di fatto attraverserà il quartiere, con con scavi che potrebbero interferire enormemente sia con la viabilità della zona che con la fruibilità degli spazi. Secondo le prime stime la stessa via Borzoli potrebbe rimanere chiusa per almeno sei mesi, contribuendo a creare nuove criticità per residenti e famiglie. Anche in questo caso, la richiesta dei cittadini è quella di avere chiarezza e compensazioni per i nuovi disagi in arrivo.