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Comunali, Salis: “No solo ed esclusivamente a Skymetro e funivia, i cantieri aperti vanno ultimati”

Non solo "niet" nei dieci punti del programma. "Case popolari, nidi, una cultura partecipata e non solo fruita, nuovi investimenti per chiudere il ciclo dei rifiuti e tariffe eque per Amt"

Comunali Genova, la convention di Silvia Salis ai Magazzini del Cotone

Genova. Non è stata una “sfilza di no”, per citare le critiche del centrodestra, ma è vero che gli applausi più scroscianti, durante la presentazione dei 10 punti del programma, Silvia Salis, candidata del centrosinistra alle comunali genovesi, li ha strappati quando ha detto “in estrema sintesi e chiarezza”, “no alla funivia del Lagaccio” e “no allo Skymetro della Val Bisagno”.

“Solo ed esclusivamente a quello”, si è sottolineato nel canovaccio con il quale domenica, davanti a una platea di oltre mille persone, Salis ha illustrato la “visione di città” condivisa con l’ampia coalizione che la sostiene ed elaborata con il coordinamento del professore ordinario di Economia politica presso l’Università di Genova, Maurizio Conti.

Il documento sui 10 punti del programma, che – promettono dal centrosinistra – saranno approfonditi con proposte puntuali man mano che si andrà verso la data delle elezioni, e man mano che arriveranno i contributi di stakeholder come associazioni, terzo settore, sindacati, cittadini, si può trovare sul sito internet della candidata silviasalissindaca.it, on line da ieri.

Come Salis ha scandito dal palco della sala Grecale, sul tema delle infrastrutture lei e il campo largo dicono “No alla Funivia del Lagaccio, opera devastante per l’impatto sul territorio e non funzionale ai suoi obiettivi, e no allo Skymetro della Valbisagno”.

“Per il trasporto pubblico locale della vallata è necessario un progetto sostenibile di trasporto in sede ferroviaria che non impatti sul Bisagno – continua Salis – e che non preveda lo smantellamento di scuole e la desertificazione urbanistica della Bassa Val Bisagno e sia effettivamente a servizio degli abitanti di sponda destra della Media Val Bisagno”.

Parlando di “sede ferroviaria” è difficile che l’identikit possa essere quello del “tram“, opera che in passato era stata anche nei programmi di Marco Bucci ma che era stata accantonata perché, secondo l’ex sindaco, sarebbe impossibile portare avanti gli scavi per i binari senza bloccare completamente il traffico della vallata. A difenderla con forza è ancor oggi il comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno sostenibile.

Il riferimento allo “smantellamento” delle scuole è invece relativo alla prospettiva di demolire l’edificio che ospita il Firpo (ipotesi inizialmente esclusa dall’amministrazione comunale), nell’ambito di un incastro di ricollocazioni che vede implicato anche la ricostruzione del carcere di Marassi in area ex Colisa. La scuola Firpo, ad oggi, sarebbe collocata a meno di un metro dal passaggio della linea del futuro Skymetro.

Sul piatto però ci sono 398 milioni già finanziati dal ministero dei Trasporti, soldi che rischierebbero di andare persi se il Comune rinunciasse all’opera. “Noi vogliamo trovare una soluzione tecnica – ha risposto Salis a margine dell’evento -. Apriremo un tavolo tecnico quando saremo a Tursi perché è lì la sede, però è certo che l’obiettivo non è perdere i finanziamenti, l’obiettivo non è neanche devastare la Valbisagno con lo Skymetro, per cui si cercherà un caso di studio che possa assecondare le due opzioni”.

Un eventuale piano B, dunque, potrebbe prevedere comunque un’estensione della metropolitana in Valbisagno (le risorse sono arrivate da Roma con questo scopo) ma con modalità diverse. Un gruppo di cittadini ed esperti di San Fruttuoso aveva proposto un tracciato sotterraneo a partire dalla nuova stazione Martinez per poi sbucare a Staglieno e da lì proseguire eventualmente in sopraelevata. Chissà che il centrosinistra, qualora dovesse vincere le elezioni, non possa ripescare quell’idea (a dire il vero molto più dispendiosa) che peraltro piaceva anche a Bucci. E giova ricordare anche la proposta osé circolata sulla chat Vasta di Claudio Burlando, una metropolitana al centro del Bisagno approfittando dei “margini di libertà” concessi dallo scolmatore.

Ma non ci sono solo “no”. Salis ha detto che “gli altri cantieri in essere devono essere ultimati” e ha aggiunto: “Per quelli aperti e quelli, soprattutto, di prossima apertura riattiveremo gli uffici di monitoraggio e gli strumenti di confronto con il territorio per gestire gli impatti delle cantierizzazioni, soprattutto laddove si sovrappongono, anche per minimizzarne l’impatto”.

Silvia Salis ha poi parlato della necessità di “uscire dalla logica commissariale” per tutte le opere, ha attaccato il centrodestra per non aver saputo gestire l’avvio di cantieri importanti come la nuova diga o lo scolmatore del Bisagno, e poi ha affermato la necessità di una “pianificazione coordinata tra città e porto, evitando che quest’ultimo si trasformi in un semplice snodo logistico senza benefici per il territorio”.

Salis propone di “spostare i depositi chimici da Multedo senza considerarne il trasferimento a Sampierdarena“, e che il comune abbia voce in capitolo nell’elaborazione del piano regolatore portuale, e che questo sia in dialogo e non in conflitto, con il piano urbanistico comunale.

Tra i “sì”, vanno sicuramente citati quelli al “rilancio di aree industriali dismesse con nuovi insediamenti e bonifiche e a favorire l’arrivo di nuove imprese nel settore digitale e della ricerca”, quelli a “nuovi modelli di social housing” con la possibilità che il Comune di Genova, “come fanno altre città europee acquisti patrimonio immobiliare anche attraverso singole unità abitative per aiutare chi non può permettersi di pagare l’affitto”. E poi supporto per “aiutare la riqualificazione energetica degli edifici”.

E poi la cultura, “apriremo sale prove musicali in tutta la città, aiuteremo i teatri e le sale nei quartieri, le biblioteche e i centri civici” perché “la creatività non sia confinata ai grandi eventi del centro”.

Sul trasporto pubblico locale ha parlato di “tariffe da riorganizzare per renderle più eque e convenienti, di miglioramento dell’integrazione tra treni e autobus, di potenziamento della metropolitana (da Terralba a Rivarolo), più mobilità ciclabile e pedonale per ridurre gli incidenti”.

Un ampio capitolo del discorso di Silvia Salis, e uno dei punti più approfonditi nella bozza di programma, è dedicato ad Amiu. “Rilanceremo Amiu come grande asset della città, ridandole capacità industriale, investendo in competenze, creando sinergie che siano a favore di Amiu e non di altri soggetti, questo lo abbiamo chiaro – dice Salis – renderemo Amiu autonoma dal punto di vista impiantistico e la renderemo un’azienda capace di chiudere il ciclo autonomamente, lo faremo aprendo corrette linee di investimento e rendendo Amiu il centro e il motore di un polo ambientale ed energetico che incentivi anche le imprese delle filiere del riciclo”.

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