Prime dichiarazioni

Ponte Morandi, parla Castellucci: “Mi sento responsabile per una tragedia che ha afflitto tutta Italia, ma non sono colpevole”

L’ex numero uno di Aspi: “Quel viadotto non doveva crollare, era monitorato e i costi per le manutenzioni non sono mai calati”

giovanni castellucci

Genova. “Questa tragedia mi ha colpito nel profondo. Da subito sono stato consapevole della dimensione di quanto accaduto, delle vite spezzate. Una tragedia che ha afflitto non solo Genova ma tutta l’Italia e io ero ad della società che ha gestito questo ponte per cinquant’anni. Questo peso lo sentivo allora e anche oggi. Sono arrivato per primo e ho cercato di aiutare nei comitati di crisi, ma sentivo la grande frustrazione per non poter essere di aiuto se non accelerando i lavori per la strada del papa. Ma questo non cancella quello che è successo: il ponte è caduto e non doveva cadere”. Sono le prime parole di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi, nel giorno in cui per la prima volta in aula parla del crollo del Morandi rilasciando spontanee dichiarazioni nel processo in corso per il crollo del viadotto.

“Siamo responsabili ma non colpevoli”

“Come dissi nella conferenza stampa qualche giorno dopo il crollo, siamo responsabili di quello che accaduto ma non colpevoli. E io mi sento – ha aggiunto – tutt’ora responsabile di quella che era la gestione del ponte, visto che ne avevamo la custodia. E devo dire che una delle cose che più mi ha addolorato è che a crollare è stato un ponte sul quale per una società ricca come Autostrade non ci sono mai stati problemi di soldi, era il “ponte dei cantieri infiniti” come scrisse un giornale perché ogni giorno si lavorava per migliorarlo. E per questo ancora oggi non riesco ad accettare che quel ponte sia crollato”.

“Non accetto l’accusa di aver risparmiato per i dividendi”

Castellucci ha voluto puntualizzare subito mostrando alcuni grafici che “i costi per le manutenzioni non sono mai calati”. “E’ stato presentato un grafico con il calo delle manutenzioni, ma vi assicuro che essere accusato di aver tagliato le manutenzioni per dare più dividendi non lo posso accettare. Il dividendo del 2017 – ha spiegato l’ex top manager – era dovuto a un fatto straordinario, in quell’anno si decise un riassetto organizzativo, un asset veniva passato da Autostrade ad Atlantia”. “Il piano finanziario di Aspi con il decreto Genova presenta circa 21 miliardi di dividendi in 19 anni dal 2020 al 2038. Un importo quasi doppio di quello distribuito prima del 2016. Ritengo che l’idea di dividendi abnormi e crescenti sia un’idea che non ha basi. Le manutenzioni avevano un importo superiore a quello previsto dai contratti. Posso solo dire – ha concluso – che Autorità dei trasporti ha fatto un’analisi per verificare l’efficienza della spesa dei vari concessionari e ha stabilito che Autostrade spendesse troppo, un 10% in più di quanto doveva”.

“Ho risarcito vittime e dato il bonus per gli studi dei loro figli”

E che il ponte “era monitorato da Cesi che era una società seria”. Ha spiegato di aver “voluto subito risarcire le vittime e ho messo a disposizione il mio bonus per gli studi dei figli di chi non chi ha perso la vita nel crollo. Spero sia andato a buon fine visto che oggi non ho più rapporti né con Altantia né con Autostrade. “Ho sempre dato la disponibilità alla ricostruzione del ponte, la collaborazione con il sindaco e poi commissario Marco Bucci è stata totale. Certo noi avremmo potuto farlo più velocemente” ha aggiunto.

(articolo in aggiornamento)

 

 

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