Le reazioni

Ponte Morandi, la rabbia della mamma di Mirko Vicini: “Castellucci a cena con la moglie mentre io aspettavo il cadavere di mio figlio”

Castellucci ha raccontato che la sera del crollo era andato a cena con la moglie. E sul bonus per i figli delle vittime: "Non ne sappiamo nulla, da lui non abbiamo avuto niente"

Genova. “Sento il peso di ciò che è successo e lo sentirò sempre. Il sollievo che ho è che penso di avere fatto sempre tutto quello che dovevo e potevo fare sulla base di quello che sapevo per mettere i tecnici, che invece sapevano cosa facevano, nelle condizioni di operare al meglio”. Sono state queste le ultime parole pronunciate in aula da Giovanni Castellucci al termine di quasi 5 ore dichiarazioni spontanee al processo dove è imputato per la strage del ponte Morandi.

Parole che hanno fatto scoppiare in aula la rabbia dei parenti. “Lui è andato a cena la sera stessa del crollo, io aspettavo il cadavere di mio figlio, altri erano in obitorio” ha detto Paola Vicini, dopo che l’ex numero uno di Aspi nella sua minuziosa ricostruzione delle ore successive al crollo del 14 agosto 2018 ha elencato anche “la cena con mia moglie che mi aveva raggiunto a Genova”. Mirko Vicini fu l’ultima delle 43 vittime del Morandi ad essere trovata sotto le macerie, 5 giorni dopo il crollo. Aveva 30 anni ed era dipendente di Amiu.

“Meno male che lui è sollevato, noi il peso ce lo abbiamo. Lui è libero da sei anni noi siamo all’ergastolo, a me non ha dato niente. Noi dei suoi soldi non sappiamo che farcene. Se volesse parlarci gli sputerei in faccia” ha detto Paola Vicini.

“A me di quel bonus non ha dato niente a me” ha aggiunto Paola Vicini in riferimento a quanto affermato in aula da Castellucci, vale a dire che prima di lasciare Atlantia aveva consegnato parte del suo bonus, circa 600mila euro, in modo che venisse poi consegnato ai figli delle vittime per consentire loro di studiare. “Lui non ha dato niente a nessuno. L’avrà data a qualcun altro: che lo dimostri . Ma dei suoi soldi non sappiamo cosa farcene perché le vite dei nostri figli, dei nostri cari non hanno un valore“.

“Quando uno si trova vicino al baratro può dire di tutto e lui cita dei pezzi della relazione del nostro consulente, l’ ingegner Rugarli estrapolati da tutto un contesto”  aggiunge Egle Possetti, la presidente del comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi a proposito delle citazioni in aula fatte da Castellucci proprio del consulente di parte civile nell’ottica di estendere eventuali responsabilità a tutti coloro che in tutta la vita del ponte non avrebbero mai segnalato i potenziali rischi per le condizioni degli stralli. “L’ingegner Rugarli ha fatto 300 pagine di relazione tecnica perché è un professionista serio. è una persona competente e ha specificato tutte quelle che sono le variabili di questa vicenda. Non ha avuto pietà per nessuno come dovrebbe fare un ingegnere corretto e professionale. E purtroppo in questa vicenda di ingegneri ad altezze elevate non ne abbiamo trovati tantissimi visto che hanno portato al crollo”.

“Sono paradossali le dichiarazioni che stiamo sentendo in questi giorni – aggiunge Possetti – e anche l’arroganza di certi testi. Il ponte è caduto perché non è stato manutenuto perché la realtà è questa, è inutile che cerchiamo di nasconderci”.

 

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