Genova. Gli operatori di un’ambulanza della Croce Bianca Genovese, e in particolare l’autista, sono stati aggrediti da un ragazzo in pesante stato di alterazione dovuta all’assunzione di droghe sintetiche.
I fatti son accaduti venerdì sera, poco prima delle 23, nella zona della galleria Nino Bixio, tra Piazza Portello e Corvetto. L’ambulanza 3-278 della Croce Bianca Genovese – distaccamento di Carignano era stata inviata in codice giallo per una sospetta intossicazione.
Gli operatori hanno soccorso un 19 anni in pieno “bad trip” da assunzione di LSD: quando l’ambulanza è arrivata stava fissando il muro della galleria assistito da un passante che lo aveva notato in terra poco prima.
Il soggetto ha poi iniziato a camminare all’interno della galleria pronunciando frasi sconnesse e, dopo essere stato invitato a recarsi al pronto soccorso per le cure del caso, ha tentato di salire in ambulanza in cabina di guida anziché nel vano sanitario.
Durante i ripetuti tentativi di farlo scendere dal veicolo, il ragazzo ha aggredito i soccorritori e in particolare l’autista, che ha rimediato vari calci e ha subito lo schiacciamento di un braccio.
Posizionato faticosamente sulla barella, una volta giunti nei pressi del pronto soccorso del Galliera, il paziente, dimenandosi, ha sferrato alcuni calci all’altro soccorritore che lo assisteva; è stato infine bloccato dal personale sanitario della struttura non prima di aver aggredito anche due infermieri.
Sono intervenute, infine, due pattuglie dei carabinieri che hanno posto il giovane in stato di fermo. I soccorritori sono stati sottoposti ad accertamenti medici e l’autista è stato dimesso con 10 giorni di prognosi.
Il presidente della Croce Bianca: “Ci chiamavano eroi, ora difficile lavorare”
Il presidente della Croce Bianca Genovese, Walter Carrubba, dice: “Occorre uno sforzo maggiore per salvaguardare i soccorritori e più in generale gli operatori sanitari, questo caso non è il primo e non sarà purtroppo l’ultimo”.
“Dopo un lungo periodo di scarsa violenza, a parte sporadici episodi in ospedale – prosegue – è diventato sempre più difficile svolgere il nostro compito a causa di una recrudescenza delle aggressioni dovuta anche a una maggiore diffusione di sostanze illegali: da inizio anno abbiamo soccorso più di 60 persone, in buona parte giovani e giovanissimi, per patologie correlate all’abuso di sostanze”.
“Il ragazzo soccorso ieri sera, nell’immediato non appariva violento e abbiamo tentato più volte di convincerlo a sottoporsi alle cure del pronto soccorso, come sempre facciamo in questi casi; tuttavia, in interventi simili a questo in cui si sospetti l’abuso di sostanze, occorrerebbe sempre l’appoggio delle forze dell’ordine, a prescindere da una manifesta violenza. Durante un’alterazione psicofisica si perde il controllo, ma la gestione di questi episodi non è così semplice, e ancor meno semplice è difendersi”, afferma Carrubba.
“Durante il periodo pandemico eravamo considerati ‘degli eroi’, in seguito il Decreto-legge 137/2024 ha introdotto “misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari” e modifiche al Codice penale e di Procedura penale, aggravando le pene previste dall’articolo 583-quater C.P. introdotto nel 2007 (reclusione da due a cinque anni in caso di lesioni a personale sanitario). Tuttavia all’art. 382-bis del Codice di procedura penale, nel prevedere l’arresto in flagranza, si fa riferimento a fatti “commessi all’interno o nelle pertinenze delle strutture sanitarie”; ci auguriamo che siano presto introdotte tutele specifiche anche per aggressioni, minacce e lesioni che avvengono fuori dalle mura delle strutture, ovvero per le strade nelle quali siamo in prima linea, salvo che le ambulanze siano considerate pertinenze di strutture sanitarie.”
“Occorre inoltre una maggior tutela legale per consentire una difesa contenitiva dei pazienti violenti e per assistere gli operatori durante le quasi inevitabili e infinite cause in tribunale: chi pagherebbe gli avvocati, oltre l’infortunio per il dipendente a carico dell’Inail? Inoltre, posto che il danno alla persona è primario, se il ragazzo di ieri sera avesse sfasciato l’ambulanza, chi avrebbe risarcito la nostra Pubblica Assistenza, considerando il costo di decine di migliaia di euro delle attrezzature e dei mezzi?”, chiosa il Presidente della Croce Bianca Genovese.
“Esprimo la massima solidarietà, personale e dell’intera Organizzazione – conclude Carrubba – alla nostra squadra e agli infermieri dell’Ospedale Galliera, sempre in prima linea come noi”.