Genova. “Autostrade deve dare risposte ai cittadini penalizzati dalle ripercussioni dei lavori, come nel caso di Voltri, per i disagi relativi al cantiere della Gronda di Ponente. A chiedere che si attivi in tal senso deve essere Regione in particolare sulla richiesta del Pris per i cittadini di Voltri, una delle zone più colpite dai cantieri”. Lo denuncia la consigliera regionale e vicecapogruppo del Pd Katia Piccardo che martedì scorso ha presentato in aula un’interrogazione sul tema.
“I lavori devono ancora arrivare a pieno regime, per il momento si stanno realizzando gli apprestamenti, ma gli abitanti hanno già subito numerosi disagi: chiusura di strade pubbliche, comprese quelle pedonali, interruzione del servizio fognario, spostamento degli impianti di gas, acqua e luce, vibrazioni, rumori e polveri“, rimarca Piccardo.
“Sappiamo bene – aggiunge – che ad attivare il Pris deve essere chi effettua i lavori, ma Regione Liguria può e deve supportare i cittadini: Aspi si trincera dietro a un accordo del 2011, ormai evidentemente risalente ed anacronistico, abbiamo chiesto all’assessore Giampedrone che la Regione si faccia parte attiva per ridiscutere gli accordi e dare un input forte ad Autostrade, che porti gli abitanti di varie situazioni di interferenze dei cantieri, tra cui via Molinetto di Voltri, a ricevere gli indennizzi per i disagi che stanno vivendo”.
“La situazione – chiude la consigliera regionale – è già al limite oggi e quando il cantiere sarà pienamente attivo è evidentemente destinata a peggiorare. Abbiamo notizia di uno studio avviato dal project director della gronda per valutare l’invasività delle opere: questo deve essere il primo passo sulla strada che porta a un riconoscimento dei disagi dei cittadini”.
L’assessore alle infrastrutture Giacomo Giampedrone ha ricordato che la Regione non può attivare il Pris in autonomia e che, dunque, questo potrà essere valutato se arriva la richiesta di un ente territoriale. Rispetto alle problematiche degli abitanti di via Molinetto l’assessore ha detto di avere avuto confronti in un tavolo già aperto con i residenti e che è stata rivolta ad Aspi una valutazione per un auto-riconoscimento della interferenza del cantiere, ma che l’istanza attualmente non trova aperture da parte di Aspi.