Svolta

Ex Ilva, la migliore proposta è della cordata dell’Azerbaijan: incognita sul futuro di Genova

Il ministro Urso: "Oggi richiesta dei commissari per il negoziato". Nel piano di Baku Steel 7mila occupati a regime (in calo) e produzione a 6 milioni di tonnellate

assemblea ilva

Genova. Sarà con ogni probabilità la cordata guidata da Baku Steel con il supporto del governo dell’Azerbaijan ad aggiudicarsi gli impianti dell’ex Ilva, compresa la fabbrica di Cornigliano. La notizia, anticipata questa mattina dal Sole 24 Ore, è stata confermata dal ministro delle Imprese Adolfo Urso.

“I commissari mi hanno preannunciato che nella giornata di oggi invieranno una richiesta formale per essere autorizzati a un negoziato con il soggetto internazionale che ha fatto la proposta migliore, che verosimilmente sarà appunto quella della compagine azera“, ha detto Urso.

Nei prossimi giorni, secondo quanto riferito dal quotidiano economico, dovrebbe esserci un passaggio tra Mimit e palazzo Chigi. Nel frattempo si è aperta la fase della negoziazione in esclusiva con gli azeri, nel corso della quale si dovrebbe definire la “quota statale del 10% in capo a Invitalia (con apposita norma). E potrebbe esserci anche un’apertura alla partecipazione degli indiani di Jindal Steel International”.

Nel dettaglio della proposta di Baku, a regime gli occupati effettivi dovrebbero essere circa 7mila (in calo), con soltanto un altoforno e due forni elettrici, che col tempo dovrebbero diventare tre (mentre l’altoforno verrebbe chiuso sul medio periodo). Fatto che avrà ricadute sulla produzione, che così arriverebbe al massimo a 6 milioni di tonnellate. Questi numeri saranno tema di trattativa anche con i sindacati e servirà pure il via libera del ministero della Salute.

Tutto da chiarire insomma il destino di Genova, dove oggi gli impianti non vengono utilizzati oltre il 70% a causa dei regimi di produzione ridotta a Taranto e anche per questo prosegue la cassa integrazione. Negli scorsi mesi si è ragionato molto di ritorno della produzione a caldo con un forno elettrico e ovviamente di banda stagnata, potenziale core business dello stabilimento. Il direttore generale di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria Maurizio Saitta aveva lanciato un monito sulle aree, che fanno gola a operatori della logistica e non solo: “Servono tutte, bisognerebbe pensare a come sfruttarle al meglio anziché a una loro riduzione”.

Nel pomeriggio poi il comunicato stampa dei Commissari Straordinari che conferma la trattativa: “E’ stata trasmessa al Ministero delle Imprese e del Made in Italy una richiesta di autorizzazione per avviare una negoziazione in via preferenziale con il consorzio azero guidato da Baku Steel Company CJSC e Azerbaijan Investment Company OJSC. La decisione è maturata al termine di un’attenta e approfondita analisi delle offerte di rilancio pervenute. Il processo di selezione ha valutato diversi fattori, tra cui la solidità finanziaria dei candidati, la sostenibilità industriale delle rispettive proposte ed i benefici in termini di occupazione e per le comunità locali. Nel rispetto della complessità della trattativa per il futuro del polo siderurgico, il processo di negoziazione si svolgerà con la necessaria riservatezza, garantendo la tutela degli interessi industriali, occupazionali e sociali coinvolti

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