Le indagini

Diga di Genova, l’ex presidente del porto Signorini indagato dalla Procura europea

L'inchiesta sul maxi appalto affidato a Webuild. Negli atti anche la telefonata intercettata di Toti a Spinelli un anno prima dell'aggiudicazione

signorini diga

Genova. Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale è indagato dalla Procura Europea (Eppo) per la gara di appalto della diga di Genova. Signorini ha ricevuto (a dicembre) l’avviso di di proroga delle indagini sulla gara, viziata secondo l’Anac da numerose irregolarità.

Ad anticipare la notizia l’edizione locale de La Repubblica. I reati contestati, a vario titolo, sono turbativa d’asta, falso e malversazione. Coinvolto nell’inchiesta per corruzione in Liguria Signorini è stato arrestato il 7 maggio 2024 e ha patteggiato una pena di tre anni e cinque mesi per corruzione,  così come hanno fatto l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.  Dalle carte dell’inchiesta genovese era emersa una telefonata intercettata  del  28 settembre 2021, in cui l’allora governatore Toti  (che al momento non risulta indagato o almeno non ha ricevuto alcun atto formale da parte dell’ Eppo) annunciava ad Aldo Spinelli che a vincere l’appalto da un miliardo e 300 milioni, finanziato dal Piano nazionale investimenti complementare al Pnrr, sarebbero stati Salini (Pietro, ad di Webuild) e Fincantieri, Fincosit e Sidra. “La diga è fatta – diceva Toti a Spinelli – sappiamo anche chi la fa. Secondo me vince Webuild“. Questa e altre intercettazioni di interesse sono state trasmesse dalla Procura di Genova a quella europea.

Oltre a Signorini  risultano indagati anche due funzionari che hanno gestito la procedura di assegnazione.

La gara per l’aggiudicazione “sarebbe stata avviata solo il primo giugno del 2022 – ricorda Repubblica – mentre il vincitore, il Consorzio Breakwater formato dalle quattro imprese, sarebbe stato proclamato il 12 ottobre.

L’indagine della Procura Europea era partita da un dossier dell’Anac che aveva contestato ad Autorità portuale e commissario per la diga (ruoli ricoperti da Signorini fino al suo passaggio in Iren) le procedure seguite per l’assegnazione dell’appalto parlando di “anomalie e distorsione della concorrenza” ma anche la possibilità di ottenere automaticamente delle varianti in relazione alle problematiche geologiche collegate alle operazioni di basamento su fondali fangosi.

Dopo l’avviso esplorativo arrivarono due manifestazioni di interesse dei consorzi Eteria e Breakwater-Webuild. All’invito a depositare le offerte, nel giugno 2022, non si presentò nessuno a causa dell’aumento dei costi delle materie prime dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Secondo Anac a quel punto si sarebbe dovuta “indire una nuova procedura con nuovo avviso esplorativo”. Invece, l’Autorità portuale avviò una trattativa negoziata che “potrebbe aver ristretto la concorrenza considerato che i prezzi sono stati rinegoziati con Webuild e Eteria” rilevando così il “mancato rispetto del principio di par condicio”.

 

leggi anche
nuova diga taglio nastro
Filone
Diga, inchiesta della procura europea per turbativa d’asta con danni all’Ue: indagherà la Finanza
nuova diga
Intreccio
Maxi inchiesta sulla corruzione, ombre sulla nuova diga. Toti: “Sappiamo già chi la farà”
nuova diga
Grande opera
Diga, Orlando (Pd): “Ritardi confermati e procedure sotto indagine, ma ci chiamavano ‘gufi'”
nuova diga
La richiesta
Inchiesta diga di Genova, interrogazione del Pd al Governo: “Chiarire ritardi e irregolarità”
nuova diga
Rebus
Nuova diga, il progetto indica due anni di ritardo ma Bucci insiste: “Sarà pronta nel 2027”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.