Genova. I depositi chimici “devono stare dentro il porto perché fanno parte dell’attività portuale e il porto deve essere in grado di gestire anche i prodotti chimici. Dove metterli? Sarà un problema degli operatori, non certo di alcune definizioni del piano regolatore di oggi che magari domani non valgono più”. A spiegarlo è il presidente della Regione Liguria Marco Bucci a margine dell’assemblea pubblica di Spediporto al Palazzo della Borsa.
Dichiarazione che sembrava configurare una posizione diversa rispetto a quella sempre difesa negli ultimi anni che individuava nel trasferimento a Ponte Somalia l’unica soluzione praticabile. Ma poco dopo è arrivata la precisazione da parte dello stesso governatore: “Non ho cambiato idea. Il piano regolatore non deve dire dove vanno i depositi, sono gli operatori e gli amministratori a dover decidere e la mia decisione resta quella: Ponte Somalia è l’unica destinazione possibile. Gli operatori sono quelli che pagano, l’amministrazione deve decidere.
Solo un mese fa il governatore, attaccando la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, ribadiva che “Sampierdarena è l’unico posto rimasto, gli altri non sono compatibili, però ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di dirle le cose, e di farle. Chi brancola nel buio dicendo sì, lo faremo, boh, non so dove, non so quando fa esattamente quello che hanno fatto i sindaci prima di me in 37 anni di storia“.
E oggi proprio Silvia Salis, a margine dello stesso evento, rivendica la sua posizione: “I depositi costieri si devono muovere da Multedo e non possono stare a Ponte Somalia. Ponte Somalia non era neanche nei quattro siti inizialmente considerati per lo spostamento dei depositi. Io lo dico dall’inizio e vedo che ora stanno cambiando anche le versioni degli altri. La risposta si deve trovare nel nuovo piano regolatore portuale ed è all’interno del porto”.
Bucci, al contrario, non vuole vincoli nel piano regolatore: “Deve dire solo che in porto ci saranno i depositi, non stabilire dove andranno”. Un piano che, secondo Bucci, dovrà essere “diverso”, “non più la fotografia di oggi, ma qualcosa che serve per il futuro. È inutile dire oggi quello che va fatto quando in realtà magari fra 3-4 anni ci sarà qualcosa di completamente diverso. Vogliamo un sistema flessibile che sia in grado di orientare e soddisfare le esigenze degli operatori e di tutto il territorio nazionale e internazionale nei prossimi anni”.
Dunque i candidati di centrodestra e centrosinistra sono d’accordo almeno su un punto: i depositi dovranno trovare uno spazio all’interno del porto. Nel frattempo l’iter per il trasloco a Sampierdarena sembra ancora lontano da un punto di svolta, tra stop amministrativi e ricorsi al Tar. Sul dossier potrebbe pesare anche la vicenda giudiziaria che vede coinvolti i manager di Superba: per loro è stato chiesto il rinvio a giudizio per illeciti amministrativi perché non avrebbero valutato il rischio di commettere delitti ambientali.
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