Genova. Il simbolo della falce e martello “non sempre nel mondo ha rappresentato la libertà”, ma in Italia e altrove “è stato il simbolo di tanti che hanno voluto la libertà“. Invece “nel partito maggiore del campo avverso c’è un simbolo, una fiamma, che rappresenta la vigliaccheria della storia di questo Paese”. Ad accendere la polemica, durante il comizio di Elly Schlein a Sestri Ponente per sostenere la candidatura di Silvia Salis, sono le parole di Simone D’Angelo, segretario metropolitano del Pd.
Il consigliere regionale parla di una foto fatta circolare dal centrodestra “di un’assemblea molto partecipata in uno dei nostri circoli, la sezione di Sampierdarena. In quella foto vengo ritratto con Silvia con dietro un murales fatto da esuli cileni che rappresenta in qualche modo una richiesta di libertà. In quel murales viene ritratta una falce e martello”.
Poi cita “gli assessori di Fratelli d’Italia che hanno risposto in questi giorni con uno slogan che evoca tempi bui”. Il riferimento è ad un post di Francesco Maresca in cui campeggia la scritta “me ne frego” rispetto a presunte minacce di morte nell’ambito del corteo degli antagonisti sabato pomeriggio. “A Ilaria Cavo, agli assessori di Fdi, vorrei solamente segnalare un piccolo particolare”, premette D’Angelo prima di ricordare la fiamma tricolore, simbolo storico del Msi poi integrato nel logo di Fratelli d’Italia. “Noi non vogliamo fare una campagna sulla storia perché sappiamo di essere quelli che sono stati dalla parte giusta della storia. L’unica cosa che non si può cambiare, cari i nostri competitor della destra, è la storia”.

Immediata la replica di Matteo Rosso e Stefano Balleari, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia e presidente del Consiglio regionale: “Nell’esaltazione del comunismo italiano e nella condanna al simbolo della fiamma, c’è tutto l’odio del peggior militante estremista che sembra essere uscito dagli anni ’70, quando ragazzi come Sergio Ramelli venivano massacrati a colpi di chiave inglese in nome dell’odio politico. Riteniamo gravissime le affermazioni del consigliere regionale Pd Simone D’Angelo, al quale ricordiamo che la fiamma tricolore che compare nel nostro simbolo è nata nel 1946, dopo la caduta del fascismo. E negli anni ha seguito un percorso democratico e di maturazione che ha fatto sì che oggi, Fratelli d’Italia sia partito di governo, il partito più votato dagli italiani, che racchiude tante anime e contrariamente agli idoli di D’Angelo, è dalla parte della nazione. Nessuna morale da chi non è capace di condannare il comunismo in tutta la sua totalità”.
“Falce e martello sono il simbolo di un’ideologia che, nella storia, ha spesso soffocato la libertà in nome di una finta uguaglianza imposta dall’alto. Le parole di Simone D’Angelo del Pd che ha definito falce e martello simbolo di chi ha voluto la libertà risultano offensive nei confronti di tanti esuli della Dalmazia, testimoni dell’orrore delle foibe, che a Genova hanno trovato la vera libertà dopo aver vissuto sulla propria pelle le conseguenze di quel simbolo. Aldo ‘Bisagno’ Gastaldi, il partigiano d’Italia, d’altronde diceva che non combattiamo per sostituire un’occupazione con un’altra, un’oppressione con un’altra, un’ingiustizia con un’altra” Questa citazione sottolinea perfettamente la distanza tra la vera libertà e le ideologie oppressive come quella rappresentata da falce e martello”. Lo dice in una nota il deputato e vice ministro al Mit Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria.
“Le parole di Simone D’Angelo sono inaccettabili e rappresentano un insulto alla memoria di chi ha davvero combattuto per la libertà, senza piegarsi a ideologie che hanno oppresso interi popoli – commenta in una nota Andrea Carratù, presidente del Municipio Centro Est e candidato per la Lega a Tursi -. La falce e martello non è un simbolo di libertà, ma di regimi totalitari che hanno calpestato diritti e dignità umana. D’Angelo ha dimenticato, forse volutamente, i milioni di vittime dei regimi comunisti in tutto il mondo. E mentre cerca di riscrivere la storia, ignora che la libertà l’hanno conquistata uomini e donne che hanno messo al primo posto la patria. Come disse Aldo Gastaldi ‘Bisagno’, primo partigiano d’Italia: Gli uomini liberi sono quelli che non tradiscono la loro patria. D’Angelo cerca di dividere i cittadini con parole cariche d’odio. Noi crediamo in una politica che unisce, che guarda al futuro e che si fonda su valori autentici: la libertà, la democrazia e l’amore per l’Italia”.