Genova. Scontro a distanza tra Filippo Biolé e Silvia Salis, candidati sindaci per le comunali a Genova, il primo in solitaria dopo essere stato vicino al centrosinistra, la seconda scelta come jolly dalla coalizione progressista dopo settimane di caos prevalentemente all’interno del Pd.
“Salis non è una candidata civica, questa è una sciocchezza – attacca Biolé, che oggi al Teatro Stradanuova ha presentato la campagna elettorale e il simbolo della sua lista, Genova Unita -. Quella che lei ha ricevuto è un’investitura da parte di una persona discussa, nell’ambito di una delle funzioni statali, di una partecipata, chiamiamola, che gestisce denaro pubblico importante”.
Il riferimento è ovviamente al Coni e al suo presidente Giovanni Malagò, di cui Salis è stata vice a partire dal 2021. “È una funzione vicaria avvenuta sulla base di una decisione del presidente, deliberata da una giunta, ma con un atto meramente formale – rincara l’avvocato genovese -. Una persona che, di fatto, ha svolto pertanto un compito cadetto a vantaggio di un soggetto che è uno dei più discussi della politica nazionale. Naturalmente parlo del presidente, che non a caso vuole combattere adesso, forse senza riuscirvi, per poter ottenere il quarto mandato consecutivo a capo del Coni. Va benissimo, basta che ci diciamo le cose“.
Non si è fatta attendere la replica di Salis, oggi accolta da una sala gremita al BiBi Service di via XX Settembre per l’incontro col circolo Centro Est del Pd: “Credo ci debba essere anche rispetto per i percorsi delle persone. Io sono figlia di un operaio e una dipendente comunale che prima ha fatto due Olimpiadi, poi è diventata la prima donna vicepresidente vicaria del Coni e poi, appena ha deciso di entrare in politica, è la candidata sindaca in vantaggio nella sesta città d’Italia“. Salis si riferisce al sondaggio di Tecnè per l’emittente Primocanale che la vede in vantaggio al 49,5% su Piciocchi al 46,3%, con Biolé “terzo incomodo” al 2,5%, quanto basterebbe – se questo scenario trovasse riscontro nei fatti – per costringere a una sfida al ballottaggio.
“Io penso che ci debba essere un po’ più rispetto quando si parla dei percorsi degli altri, comprendendo anche le difficoltà che portano poi a certi ruoli – prosegue Salis -. Io lascio a tutti la propria opinione. Certo, credo che essere la candidata sindaca di una coalizione così ampia e così forte sia sicuramente un posto che poteva interessare a molti. Io non giudico il percorso degli altri, ma chiedo molto rispetto per il mio”.
Primi sondaggi che Salis commenta con ottimismo: “Il sondaggio è partito il 21 febbraio, la mia prima intervista è uscita il 20 febbraio, per cui penso che essere al 49,5% praticamente al primo giorno di campagna elettorale possa far veramente sperare“.
Dal canto suo Biolé si rivolge soprattutto a quel 48,7% di astensionisti emerso dall’ultima rilevazione: “Dietro di me c’è un mondo che mi ha spinto, fatto dal mondo delle professioni, il mondo accademico, tecnici, scrittori, letterati, giornalisti, il mondo del lavoro che si è che si è messo a disposizione. Questo credo che sia il vero miracolo che dovevamo suscitare, cioè un interesse da parte di una cittadinanza che si mobilita, stufa di questa politica. È una proposta che vuole innanzitutto rivolgersi, prima ancora che a forme di erosione di consensi altrui, ad una riconquista di un consenso che è perso di gente delusa, sconfortata“.