Le critiche

Casa di comunità a Struppa, Pd all’attacco: “Inaugurato un cartello, operazione di facciata e presa in giro per i cittadini”

Ancora scontro politico sull'apertura del nuovo spazio di Asl3. Antonio Tricarico: "Una narrazione da nozze coi fichi secchi". Piccardo: "Occorre un piano di assunzione di personale, non cattedrali nel deserto"

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Genova. Dopo la presentazione dello scorso 25 febbraio, continua lo scontro politico sulla nuova Casa di Comunità di Struppa, aperta nell’ex istituto Doria già attivo da anni con diversi servizi, punto di riferimento sociosanitario per gli utenti del distretto 12, che racchiude il territorio dei municipi Bassa e Media Val Bisagno e degli 11 comuni montani delle alte valli.

Tra le novità presentate da Regione Liguria, Comune di Genova e Municipio IV Media Valbisagno, il Pua (punto unico di accesso) per l’accoglienza dei cittadini, l’ambulatorio multimediale dedicato alle cronicità con attrezzature di ultima generazione per la diagnostica di base con teleconsulto e tele-refertazione, servizi amministrativi e spazi dedicati alle cure di prossimità.

Le novità avevano già suscitato alcune polemiche, alle quali oggi si aggiungono quelle che arrivano direttamente dal territorio. “Analizzando la realtà, al di là dell’operazione di facciata, si può ben dire che oltre ad avere inaugurato un cartello e aver dato una mano di bianco, non ci sarà nessun incremento di diagnosi e cura”. A dirlo Antonio Tricarico segretario della sezione del Partito Democratico di Struppa.

Tricarico analizza punto per punto le novità presentate: “L’accoglienza c’era già prima, si chiamava ufficio informazioni e faceva le stesse cose – sottolinea in una nota stampa – l’ufficio protesi è una bugia, il più vicino e in via Archimede, come il Cup. Poi i servizi di anagrafe sanitaria e la farmacia funzionano solamente un giorno a settimana, con la medesima alternativa degli uffici a San Fruttuoso”.

Ma non solo: “Per quanto riguarda la radiologia, il servizio non è cambiato rispetto a quanto già veniva fatto prima – sottolinea Tricarico, che aggiunge – gli ambulatori specialistici sono gli stessi che c’erano anche prima con gli stessi problemi di tempi di attesa lunghissimi. Poi l’ambulatorio multimediale per le cronicità, oltre ad avere requisiti d’accesso molto ristretti (avere almeno 3 patologie cronicizzanti, assumere 5 o più farmaci cronicizzanti, avere fatto un accesso al pronto soccorso negli ultimi 3 mesi, avere più di 65 anni) sarà aperto solamente due mattine a settimana. Una impostazione che di fatto non serve quasi a nulla, soprattutto in un’ottica di prevenzione e assistenza al malato, anche meno grave. Per non parlare dell’assenza delle strumentazioni di base per la continuità assistenziale che quindi non esiste e del punto di primo soccorso di cui non si sa la data di entrata in funzione, se mai cisarà”.

In definitiva, quindi, per Tricarico e il Partito Democratico “E’ stata fatta una narrazione da nozze coi fichi secchi, un modo poco elegante di prendere per i fondelli i cittadini – rincara la dose rivolgendosi direttamente al presidente di Municipio Maurizio Uremassi – E poi, il Municipio o il Comune che c’entrano con la sanità e la sua organizzazione che è competenza squisitamente della Regione Liguria? Proclamare a gran voce “Abbiamo lavorato tanto e ora un grande passo in avanti per la Sanità Pubblica in Val Bisagno” vuol dire che ti fai bello con una cosa che non è né tua né del Municipio? Sarà mica una appropriazione indebita di meriti o demeriti di altri?”.

“Ancora una volta un’operazione di facciata in cui cambiare il nome a servizio già presenti o celebrarne altri che, in realtà, sono chiusi per la maggior parte della settimana è ingannevole e soprattutto non costruisce veri servizi per la Comunità – aggiunge Katia Piccardo, consigliera regionale del Partito Democratico – Lo abbiamo chiesto con forza anche lunedì in commissione sanità all’Assessore regionale: occorre un piano di assunzioni del Personale, altrimenti, finché saranno ad isorisorse per gli organici, anche le Case di Comunità sono cattedrali nel deserto e rischiano di essere l’ennesima grande occasione perduta”.

 

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