Genova. Lavoratori dell’Autorità portuale in agitazione alla vigilia dell’incontro previsto domani a Palazzo San Giorgio tra il viceministro Edoardo Rixi, il presidente ligure Marco Bucci e il cluster marittimo-portuale, ultimo passaggio prima della nomina del nuovo presidente che sancirà la fine del lungo periodo di commissariamento.
Un incontro di cui i rappresentanti sindacali apprendono “con stupore“, si legge in una nota inviata dalla Rsa all’ammiraglio e commissario Massimo Seno: “Troviamo singolare questa iniziativa. L’ente, infatti, ha subito un aggravarsi delle sue disfunzioni a seguito dei noti sviluppi giudiziari, con ripercussioni negative per i lavoratori, che continuano ad essere esclusi da questi tavoli di discussione. Una situazione, insomma, dove chi dovrebbe tutelare il personale lo ignora sistematicamente, mentre i problemi continuano ad accumularsi senza alcuna soluzione all’orizzonte e le disfunzioni organizzative sono ormai giunte ad uno stadio intollerabile, con ricadute dirette sui lavoratori dell’ente”.
“Nel frattempo – denunciano ancora i lavoratori – la recente nota del Mit ci ha negato il richiesto ampliamento della dotazione organica, motivando la decisione con la presunta e imminente riforma dei porti. Tuttavia, su questa stessa riforma non ci risulta, salvo smentite, alcun confronto con le parti sociali, né un minimo coinvolgimento di chi opera concretamente nel porto. Questa continua marginalizzazione dei lavoratori delle Autorità di sistema portuale, oltre a essere anacronistica e dannosa per la portualità e per tutti i suoi lavoratori, rappresenta un ostacolo allo sviluppo del porto e della sua comunità”.
“Desta inoltre forte preoccupazione – prosegue l’Rsa unitaria – che a parlare delle prospettive di sviluppo dei porti del sistema non sia presente nessun interlocutore che di porto si occupa davvero. Segnale indicativo della considerazione che viene data al nostro ente come mero esecutore di decisioni già prese in altre sedi”. I lavoratori infine “denunciano a gran voce lo stato di declino e di abbandono di questa fondamentale istituzione, richiedendo da subito forti interventi correttivi per un cambio di rotta che non può più attendere e che restituisca a questo ente la dovuta autonomia”.