Genova. Riceviamo e pubblichiamo da Italia Nostra Genova, Wwf Genova, Ecoistituto Reggio Emilia e Genova, e da Nuova Ecologia, una risposta alla lettera firmata dal vicesindaco reggente Pietro Piciocchi e pubblicata dal SecoloXIX.
“Queste righe non possono non avere come irrinunciabile premessa le condoglianze più sincere e sentite alla famiglia e agli amici di Francesca Testino. Leggiamo con sconcerto la grave dichiarazione del vicesindaco reggente della nostra città che definisce la tragedia di piazza Paolo da Novi “praticamente inevitabile” per colpa del “fanatismo verde”, chiamando quindi in causa cittadini e associazioni ambientaliste che da anni chiedono trasparenza e partecipazione nella gestione e nella cura del patrimonio verde urbano.
Ancora una volta chi dimostra arroganza è la classe dirigente di questa città, che oppone il “progresso” delle infrastrutture e dei supermercati alla cura del verde. Gli alberi, oltre a essere organismi viventi, svolgono funzioni ecosistemiche indispensabili per il mantenimento del benessere fisico e psicologico degli abitanti delle città, di oggi e di domani, e per questo costituiscono un patrimonio da tutelare e curare, prima di dover decidere di abbattere; per questo l’amministrazione deve disporre le risorse finanziarie e umane occorrenti, risorse che da tempo sono negate, come dimostra lo stato di manutenzione del verde urbano, come pure di strade e piazze, da tempo al di sotto dei livelli minimi di decenza.
Il “buon senso” di un amministratore si misura anche dalla capacità di ascolto e di confronto con chi, come le associazioni ambientaliste, offre in maniera non ideologica ma pragmatica e competente opinioni e proposte; nello specifico per una azione concertata di gestione del patrimonio verde urbano. Che non può escludere le necessità di abbattimento ma deve prevedere tutte le azioni possibili di salvaguardia.
E sono proprio le azioni di salvaguardia chieste a gran voce dagli “ambientalisti” a essere spesso rigettate con un atteggiamento sprezzante da questa amministrazione, che nella cura del verde non sembra conoscere vie di mezzo tra il non fare nulla per anni e il procedere a tagli d’urgenza quando poi il crollo sembra imminente.
Per mettere in sicurezza questa palma si sarebbero potute individuare per tempo soluzioni tecniche adeguate che avrebbero tutelato in primis l’incolumità pubblica e poi la palma stessa, come suggerito e richiesto proprio dagli “ambientalisti” per altri esemplari, con ripetute segnalazioni. Invece l’amministrazione ha scelto di limitarsi a osservare e aspettare. Pertanto è davvero sconcertante leggere gli insulti rivolti a cittadini e associazioni, definiti estremisti, arroganti, saccenti.
Così come è priva di senso l’affermazione che la politica si sia messa all’inseguimento di “questi signori”; sappiamo tutti che le decisioni relative agli abbattimenti vengono prese da Aster sulla base di protocolli che l’amministrazione si è data e non vengono minimamente influenzate dai movimenti di cittadini, come il caso dei pini di Brignole ha dimostrato; ricordiamo che in questo caso non era stata neppure accettata la proposta di dilazione di una decina di giorni per consentire anche una valutazione “conservativa” offerta gratuitamente al Comune dalle associazioni.
Invitiamo il vice sindaco reggente a scusarsi per questa lettera offensiva di larga parte della cittadinanza, auspicando che questa tragedia possa al contrario aiutare a ripensare il rapporto tra amministrazione, gestori del verde ed associazioni ambientaliste”
La risposta della Rete Genovese dei comitati
A rincarare la dose la lettera della Rete Genovese dei comitati, che scrive: “Leggiamo con sdegno la lettera di scuse del sindaco facente funzioni Piciocchi: incredibile come certa politica possa cadere in basso. Ci scappa il morto e allora la colpa è dei Comitati e delle Associazioni ambientaliste. Ma quando mai Comitati e Associazioni hanno potuto avere un ascendente sulle scelte dell’amministrazione? MAI!!! La scorsa estate la Rete Genovese ha manifestato con le associazioni ambientaliste contro il taglio degli alberi a Brignole: è servito a qualcosa? No, gli alberi sono stati abbattuti. Quante volte abbiamo manifestato contro la realizzazione dello skymetro, della funivia o di tutte le numerose opere impattanti, come ad esempio quelle della Valpolcevera? Quante volte abbiamo chiesto una gestione diversa dei cantieri invasivi? Quante volte abbiamo chiesto meno servitù e più servizi per i cittadini? Quante volte abbiamo chiesto modifiche sostanziali al fallimentare progetto dei 4 assi di forza? Quante volte abbiamo chiesto una diversa organizzazione delle rimesse degli autobus presentando anche progetti alternativi? Quante volte abbiamo chiesto provvedimenti per risolvere il problema dei fumi del porto? Quante volte abbiamo detto che la qualità dell’aria potrebbe essere migliorata, per evitare di fare ammalare e morire persone? Ma l’amministrazione Bucci/Piciocchi è sempre andata avanti senza prendere in considerazione le nostre richieste, non curandosi delle conseguenze. I Comitati del “no” sono stati in grado di dimostrare di essere i comitati del “sì”, presentando progetti alternativi più economici e meno impattanti per la salute dei cittadini e per l’ambiente ma Bucci prima e Piciocchi ora non li hanno mai ascoltati, e allora Piciocchi ci vuole fare credere che quell’albero pericolante, segnalato più volte da gruppi locali, come ad esempio Genova contro il degrado, non è stato abbattuto per paura delle reazioni degli ambientalisti? La lettera di Piciocchi è un insulto alla memoria della povera signora Francesca Testino che è morta per l’incompetenza e l’inadeguatezza di questa amministrazione. Piciocchi parla di senso di responsabilità e rispetto della vita umana che per lui non hanno prezzo: ci chiediamo allora dov’era questo suo senso di responsabilità e rispetto della vita umana quando il Comune ha concesso la realizzazione di un inutile tempio crematorio che porterà solo inquinamento, malattie e morte. Che vergogna, il sindaco facente funzioni avrebbe dovuto limitarsi a chiedere perdono, anziché strumentalizzare questa tragedia a fini elettorali, scaricando le responsabilità politiche su chi non ha mai avuto voce in capitolo”