Genova. “Bisogna iniziare a stare vicino ai problemi reali delle persone, quando i vetri tremano, quando i muri tremano, non si può parlare di pazienza o di prospettiva o di visione, bisogna prendere delle decisioni che siano umane, anche in un approccio attento alle infrastrutture che sono necessarie per lo sviluppo della città. Bisogna cercare di avere un dialogo coi cittadini a monte, e a monte avere accordi con chi si occupa di infrastrutture, di sviluppo, di progetti, in modo da farli calare sul territorio in maniera che impattino il meno possibile sulla cittadinanza”.
Così Silvia Salis, candidata del centrosinistra alle comunali di Genova, commenta – a margine del presidio di solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori di Giglio Bagnara – le ultime notizie riguardo a un altro tema critico per il quartiere di Sestri Ponente, quello dei disagi patiti dai residenti della zona interessata dalle forti vibrazioni del cantiere per il progetto del ribaltamento a mare di Fincantieri.
Recentemente la Regione Liguria si è detta disponibile ad aprire un tavolo di confronto per ragionare su indennizzi da destinare ai cittadini danneggiati – ci sono persone che lamentano crepe e crolli di calcinacci all’interno delle abitazioni a causa delle vibrazioni – ma l’apertura ha disinnescato solo in parte la protesta, incarnata sia da un comitato di residenti insieme a Confedilizia, sia dalle associazioni di consumatori Assoutenti, sia dai partiti di centrosinistra.
Il problema è che a oggi piazza De Ferrari ha proposto indennizzi su “danni debitamente accertati”, mentre l’opposizione e i residenti chiedono che si applichino le norme del Pris per i grandi cantieri.
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