Il punto

Sestri Ponente, nasce il comitato danneggiati dai lavori di Fincantieri. Ma resta aperta l’ipotesi Pris

Promosso da Assoutenti ha come obiettivo di ottenere un incontro con l'Autorità di Sistema Portuale e l'impresa per i ottenere risarcimenti. Ma i cittadini valutano anche la strada degli indennizzi

Genova. L’obiettivo è ottenere un incontro con l’Autorità di Sistema Portuale e provare ad attivare un protocollo risarcitorio per recuperare i danni subiti dagli abitanti di Sestri Ponente le cui case sono di fatto in balìa delle lavorazioni per il ribaltamento a mare di Fincantieri. Questo uno degli esiti dell’assemblea pubblica organizzata ieri sera dai residenti del quartiere per portare avanti la vertenza esplosa in questi mesi, vale a dire da quanto le case più prossime al cantiere hanno iniziato a vibrare, e diventato un “dossier politico” a seguito delle diverse assemblea pubbliche organizzate sul territorio, di cui l’ultima organizzata in un teatro Verdi gremito e ribollente.

In questo percorso si è poi inserita Assoutenti, che ha messo a disposizione il suo know-how per la nascita di un comitato dedicato, a cui hanno aderito circa 150 famiglie, secondo quanto riporta l’associazione dei consumatori: “Vogliamo rappresentare una lacuna − spiega il presidente di Assoutenti Liguria Furio Truzzi − l’impresa esecutrice non si è preoccupata di fotografare la situazione prima di iniziare i lavori. Per esempio invece è successo durante i lavori di Rfi a Rivarolo e questo ha consentito per esempio ai cittadini più coinvolti di avere anche l’albergo pagato dalla ditta”.

Assoutenti evidenzia anche “una noncuranza in fase iniziale anche per la questione rumore. Non bastano due centraline, non sono stati fatti sopralluoghi per capire la vera portata del fastidio. I cittadini chiedono solo rispetto. Siamo comunque fiduciosi, cerchiamo il dialogo per trovare una soluzione negoziale senza scopi politici“. L’idea è quindi quella di aprire un tavolo con Palazzo San Giorgio per trovare una soluzione, anche attraverso la richiesta di una sospensione delle lavorazioni: in caso di un mancato dialogo, l’associazione e i cittadini si preparano a manifestazioni di piazza.

Le altre vie

Una via, quella di Assoutenti, che al momento non rimane l’unica sul tavolo: nei prossimi giorni, esattamente domani, giovedì 6 febbraio alle ore 18 presso l’auditorium dell’ex Manifattura Tabacchi, è stato organizzato l’incontro con l’avvocato Paolo Prato di Confedilizia per capire quali possono essere gli strumenti, anche legali, per documentare danni e disagi e provare a “presentare il conto”. A questo incontro poi, ne seguirà un altro con l’avvocato che segue la pratica fin dai primi giorni.

Sullo sfondo rimane la possibile richiesta di un tavolo Pris che possa individuare, a prescindere dalla contestazione dei danni, delle fasce di intereferenza dei cantiere rispetto al quartiere, per far scattare i relativi indennizzi, a carico del committente. Una pratica molto diffusa in città, e che ha avuto moltissime applicazioni anche per i grandi “cantieri urbani”, dal rifacimento del viadotto Bisagno alla ricostruzione delle rimesse di Amt, passando per i lavori dell’ultimo miglio del Terzo Valico, e che forse poteva essere messa in campo fin da subito.

Su questo lo stesso sindaco facente funzione Pietro Piciocchi si era espresso favorevolmente, sostenendo che l’amministrazione avrebbe approfondito la questione: “Porteremo avanti l’ipotesi del Pris, consapevoli di un quadro tecnico complesso – aveva precisato all’incontro del teatro Verdi – ma in ogni caso chiederemo delle compensazioni per i cittadini e il quartiere“.

Il tempo stringe

Certo è che il tempo stringe. A provocare i disagi è l’infissione di 269 pali di fondazione in vista della costruzione di una nuova banchina inclinata che, con i suoi 12.500 m² aggiuntivi e un fronte di accosto di circa 313 metri, ospiterà la costruzione di navi di ultima generazione. Operazione, quella della palificazione, che dovrebbe terminare entro il prossimo marzo, chiudendo, forse, questa fase di forte disagio per il quartiere, divenuta da subito insostenibile per i residente, come documentato da Genova24.it.

L’Adsp ha spiegato che le vibrazioni che gli abitanti di Sestri percepiscono nelle loro case da settimane sono legate proprio alla tecnica utilizzata per la palificazione e alla battitura dei materiali più duri. La palificazione è stata scelta perché così la banchina sarà una piattaforma sopraelevata, simile a un soppalco, per consentire il deflusso delle acque dei rivi al di sotto della struttura.

Nel frattempo sta proseguendo la demolizione di parte della banchina esistente per creare una configurazione obliqua che ottimizzerà l’ormeggio e le operazioni di allestimento delle navi in costruzione. La nuova banchina di allestimento – il cui termine ultimo dei lavori è previsto a dicembre 2025 – fa parte di un progetto più ampio che prevede anche la realizzazione del super bacino a servizio dell’attività di Fincantieri.

Piazza Clavarino, al via i lavori

In questi giorni, inoltre, stanno partendo i lavori in piazza Clavarino legati sempre all’ampliamento di Fincantieri, con l’adeguamento del tratto finale del rio Molinassi: un nuovo inalveamento da piazza Clavarino fino allo sfocio a mare, che fa parte del cosiddetto Ambito 1: la deviazione e sistemazione idraulica del rio nella tratta compresa tra la sezione di via Negroponte e la foce. Da piazza Clavarino sarà realizzato un nuovo alveo fino alla nuova foce posta a Levante del pontile Delta di Porto Petroli. Nell’ambito due (fase 2) verrà completata la cassa di colmata.

Per gli abitanti della zona parecchi i parcheggi in meno, l’ordinanza prevede il divieto di sosta sino al 31 dicembre di quest’anno.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.