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Giorgio Ajazzone, tanti i volti noti per dare l’ultimo saluto all’ex team manager blucerchiato: anche Mancini. Ecco il ricordo degli ex sampdoriani

Da Cassano a Pazzini passando per Quagliarella e Palombo: tutti presenti per l'ultimo saluto allo storico ex team manager blucerchiato

Savona. “Un amore così non se lo sarebbe aspettato, grazie a tutti”, con queste parole la moglie Franca (sul sagrato della chiesa di San Paolo) ha ringraziato tutti i presenti che sono accorsi a dare l’ultimo saluto al marito Giorgio Ajazzone.

Oltre seicento persone per rendere omaggio allo storico ex team manager della Sampdoria. Tanti i tifosi, tutti i gruppi della Gradinata Sud ma anche “suoi” ex calciatori o compagni. Tanti i volti noti che hanno riempito le panche della chiesa.

Da Quagliarella, a Cassano passando per Gastaldello, Pazzini e Lanna. Ma anche i volti della Sampdoria di oggi tra cui il direttore sportivo, Pietro Accardi e e il capitano Bereszynski.

cassano ajazzone

“Era il minimo essere qua per quello che ha rappresentato Giorgino ma anche per tutta la Sampdoria, aveva questo modo di fare che era impossibile non volergli bene. E stata una persona stupenda e oggi era il minimo essere qua per lui”, le parole di Giampaolo Pazzini.

“Di Giorgio ce ne sarebbero mille di ricordi, è sempre stata una persona eccezionale, schietta, con la sua schiettezza faceva ridere, anche quando si arrabbiava. Diceva o è così o è così. Perdiamo un grande uomo e queste persone lo testimoniano. In tutti i club dovrebbero esserci figure come lui”, afferma con commozione Fabio Quagliarella.

“Per me Giorgino è come se fosse stato un secondo padre per me. Mi ha accolto lui quando sono arrivato i primi giorni alla Samp. E’ una grave perdita come uomo, persona, nel calcio ho visto pochi uomini così, che sanno stare al loro posto, ne ho visti pochi. Una persona seria e rispettosa, una grave perdita per la razza umana. Persone così ce ne vorrebbero di più. Mi ha aiutato molto, l’ho ringraziato e gli sarò sempre riconoscente. Lui si arrabbiava con me dicendomi ricordati che sei arrivato con le valigie di cartone, come dire non fare il fenomeno”, le parole di Angelo Palombo.

“Giorgio faceva parte della nostra famiglia, una persona con cui scambiare due chiacchiere e farsi un sorriso – afferma l’ex presidente Marco Lanna – un’ amicizia rimasta anche quando sono tornato nel 2011. Lui era il mio team manager, quello che ho sempre voluto. Era sempre di compagnia, sempre pronto a scherzare e lavorare in maniera professionale”.

Non sbagliava nulla sia rapporti con noi che coi giocatori – prosegue –  una persona estremamente intelligente, raffinata. Un grande amico di tutti quanti, un compagno di viaggio importante con cui potevi farci due chiacchiere sia serie che scherzose. Un ricordo? Poi l’ho vissuto di più quando era in sede e che veniva partite. Nel 2001-2002, ovvero l’ultimo anno, l’ho vissuto di più essendo tutti giorni al campo. Ho condiviso con lui un momento difficile ma sempre con sorriso sulle labbra”, conclude Lanna.

“Appena ho saputo la notizia mi si è stretto il cuore perchè con Giorgio avevo un rapporto molto stretto, è stato una delle persone con cui sono rimasto più in contatto andando via dalla Sampdoria – afferma Daniele Gastaldello – era doveroso venire e salutarlo per ultima volta”.

“Ho vissuto otto anni e di ricordi ne ho tantissimi. Grazie alla sua presenza chiunque arrivasse alla Samp riusciva a capire cosa volesse dire – prosegue – perché Giorgio trasmetteva i colori blucerchiati tutti i giorni. Bastava stargli vicino per capire cosa era l’ambiente Sampdoria. Era la persona che più di tutti inculcava la mentalità Sampdoria, dentro e fuori dal campo”, afferma Gastaldello.

lanna ajazzone

“Sono giorni che penso a che cosa voglia dire la parola morte. Ma poi ho pensato alla parola vita, ed è proprio quando penso a questa parola che penso a mio padre – afferma il figlio minore, Luca – alla sua libertà di godersela divertendosi. Penso alla vita e penso alla fortuna perché quel bambino di Rivarolo, che  a cinque anni giocava a carte, penso sia stato molto fortunato e molto amato”.

Era facile amarti, un po’ più difficile, a volte, capirti. Ho vivisezionato la vita di mio padre in tutti questi anni, l’ho osservato da diverse posizioni e, quando l’altra notte l’ho visto spegnersi, ho capito che quello che più ho imparato da lui è che questa vita è bella se la si aspira come se fosse l’ultima sigaretta e che la fortuna esiste ma che, senza ricevere amore e donarlo, la fortuna può rivelarsi soltanto un treno sbagliato. Ti voglio bene Giorgio, se amo questa vita è anche perché ho avuto il privilegio di osservare come tu hai vissuto la tua“, conclude il figlio.

Presente anche Roberto Mancini che nei giorni scorsi ci aveva raccontato la sua giovinezza passata con Ajazzone.

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