Assemblea pubblica

Rimessa Gavette, la bonifica extra costa 4 milioni. Timori per le demolizioni di Staglieno: “Bomba di amianto”

La modifica però non dovrebbe ridurre gli impianti previsti sulla copertura e destinati al quartiere. I residenti restano sul piede di guerra: "Pretendiamo chiarezza e trasparenza"

Demolizioni alla rimessa Gavette

Genova. La bonifica extra del sito dove sorgerà la nuova rimessa delle Gavette costerà 4 milioni di euro. Questa la cifra emersa durante l’assemblea publica organizzata dall’associazione Amici di Ponte Carrega per aggiornare i cittadini sulla vertenza legata ai lavori di demolizione e ricostruzione della rimessa Amt della Val Bisagno dove saranno ospitati parte dei nuovi mezzi elettrici in arrivo con il progetto degli assi di forza.

A portare il dato Andrea Gamba, Filt Cgil Amt, che ha condiviso quanto emerso durante l’ultimo incontro del tavolo permanente di confronto tra azienda, sindacati e Comune di Genova dedicato alle cantierizzazioni. Gamba ha poi aggiunto che gli extra costi non vedranno nuovi finanziamenti, cosa per cui si dovrà tenere conto delle minori risorse: secondo le prime ipotesi, quindi, ci saranno delle limature nel progetto, tra queste la possibile riduzione della copertura di parte della rimessa, la soletta sopra la quale sorgeranno i campi sportivi e le aree verdi che quindi potrebbe essere ridotta del 20%.

Nei giorni scorsi l’assessore comunale alle Grandi opere strategiche Ferdinando De Fornari aveva annunciato a Genova24 il nuovo panorama temporale di questo grande cantiere, la cui fine oggi è prevista a giugno 2026, ricordando che per coprire i costi aggiuntivi è arrivato uno stanziamento di 410mila euro da parte di Regione Liguria. Anche i tempi si sono comunque allungati e la previsione di inaugurare la nuova struttura nel 2025, più volte espressa dall’ex assessore Matteo Campora, non potrà essere rispettata.

Demolizioni alla rimessa Gavette

Il confronto in assemblea

L’incontro, a cui era presente il presidente di Municipio Maurizio Uremassi, l’assessore del Comune di Genova Mauro Avvenente, rappresentanti e consiglieri di maggioranza – Paolo Aimè, Vincenzo Apicella e Stefania Russo – e d’opposizione – Claudia Benassi, Claudio Villa, Erika Venturini e Fillippo Bruzzone – è iniziata con la l’aggiornamento relativo all’accesso agli atti richiesto agli uffici comunali per capire i dettagli del progetto e della bonifica in corso. “Un accesso agli atti “faticoso” – ha spiegato Bruzzone il quale si è rivolto alla prefettura per “agevolare” la pratica – cosa che a mio avviso rimane un fatto grave. Non è possibile che siano i comitati a dover chiedere e trovare informazioni del genere”. Dalle carte ottenute, “sostanzialmente emerge che le criticità legate al suolo erano in parte note fin da febbraio 2022 quando sono stati fatti i sondaggi per la caratterizzazione del sito. Sarebbe servita maggiore trasparenza, spero che nel futuro non ci siano più queste difficoltà per avere chiarezza. Le criticità erano cosa nota. Non credo che debbano essere i comitati a tappare i buchi della pubblica amministrazione”.

A provare a fare chiarezza il consulente tecnico-ambientale Alessandro Girelli, che ha seguito la pratica per il Comune di Genova fin dall’inizio: “Nel 2022 abbiamo eseguito i carotaggi che ci hanno permesso di fare il piano di caratterizzazione. Dai sondaggi non erano emersi i frammenti di eternit che invece sono stati trovati quando sono iniziate le lavorazioni, nel 2024“. La scoperta ha quindi fatto scattare una bonifica dedicata non prevista ad inizio lavori: “Quando si scava è facile trovare qualcosa di cui si era perso traccia – osserva Girelli – negli anni 50, quando è stata costruita la precedente rimessa, i piazzali furono realizzati rialzando il suolo con riempimenti profondi fino a 1,5. Riempimenti di cui non sappiamo l’origine, ma che sostanzialmente sono fatti da materiale di risulta, tra cui frammenti di amianto. La bonifica è stata quindi eseguita seguendo le procedure del caso”.

Generico febbraio 2025

Dai dati delle rilevazioni sulla qualità dell’aria fatti da Arpal non sono emerse dispersioni di amianto, cosa che ci rassicura soprattutto visto il contesto scolastico – ha precisato Maurizio Uremassi, citando la breve relazione portata in assemblea da un responsabile di Arpal. Inoltre, all’interno dell’edificio della scuola Mazzini, sono stati installati dei vibrometri che moniteranno la tenuta statica dell’edificio durante le future lavorazioni “. Il presidente del Municipio Media Valbisagno torna poi sull’ipotetico impatto degli extracosti sulla realizzazione del progetto nella sua interezza: “Il numero degli impianti non cambierà, sulla copertura troveranno spazio tutti i campi previsti dal progetto iniziale”

“Una narrazione un po’ lacunosa – ha commentato Rossella D’Acqui, presidente di Linea Condivisa ed ex dirigente di Arpal – Non si può arrivare a raccontare di queste criticità dopo che sono emerse sui giornali e soprattutto dopo che faticosamente i cittadini hanno potuto visionare i documenti. Questi confronti dovrebbero essere fatti prima: gli elementi che emergono devono essere messi a disposizione dei cittadini in modo che sappiamo cosa sta succedendo”. In altra parole, secondo D’Acqui, “questa assemblea andava organizzata dal pubblica amministrazione un anno fa. Ora la preoccupazione non può che sorgere anche per gli altri grandi cantieri già operativi o di prossima apertura”

I timori per la rimessa di Staglieno

Durante il suo intervento, parlando della presenza di amianto, Andrea Gamba ha poi sottolineato come le demolizioni previste per il futuro cantiere per la rimessa di Staglieno potrebbero diventare una “vera e propria bomba”: “E’ la rimessa in funzione più antica di Genova, tutte le coperture sono fatte di amianto, e sicuramente scavando, appunto, non mancheranno sorprese”.

Una “monito” a cui ha fatto eco l’intervento di Raffaella Capponi, promotrice del Comitato abitanti di via Vecchia della Rete Genovese dei comitati e tra i gli espropriati dal progetto: “Abbiamo saputo del progetto dalla radio, abbiamo scoperto che le nostre case sarebbe state demolite andandoci a cercare i documenti – ha ricordato – oggi non sappiamo come sarà gestito questo cantiere, non sappiamo quanto amianto ci sia, non si sa nulla. L’unica assembla pubblica sul tema organizzata nel quartiere è stata organizzata dal comitato. Oggi la rimessa è circondata da case e palazzi in cui vivono centinaia di persone. Serve chiarezza, subito. Pretendiamo chiarezza e rispetto”.

A chiudere l’incontro, come lo aveva iniziato, l’intervento di Fabrizio Spiniello, presidente della associazione Amici di Ponte Carrega che ha sottolineato come “Crediamo che non debba spettare esclusivamente a noi cittadini organizzare momenti di confronto su questi temi fondamentali per chi vive e lavori in questi territorio. Non spetta a noi informare le persone su quello che sta succedendo sotto le nostre case. La Val Bisagno vive già compressa tra servitù e cantieri, una maggiore trasparenza crediamo che sia un dovere da parte delle istituzioni che ci rappresentano”.

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