Genova. Girati di spalle, con pettorine rosse numerate, la scritta “infermiere” e una maschera a sostituire il volto. È il flash mob messo in scena nel primo pomeriggio dai lavoratori del pronto soccorso dell’ospedale Galliera di Genova, un gesto teatrale per accendere i riflettori su condizioni di lavoro sempre più critiche, denunciate anche nella lettera con cui negli scorsi giorni avevano minacciato il trasferimento in blocco.
“Questo gesto è puramente simbolico – spiega Luca Mantero, infermiere triagista e delegato della Cgil nella Rsu del Galliera -. Noi diciamo che siamo stanchi di essere considerati numeri da sostituire e rimpiazzare, anonimi, diventando visibili solo quando subiamo aggressioni fisiche o verbali, oppure quando ci troviamo sui social dove vengono descritte situazioni che noi subiamo come i pazienti. Stiamo facendo dei miracoli“.
“Siamo saturi, saturi come i pronto soccorso che debordano giorno dopo giorno – prosegue Mantero -. Al pronto soccorso del Galliera abbiamo mediamente 70 pazienti al giorno con soli sei infermieri in turno. Visto che tre sono dedicati al triage, sono oltre 20 infermieri per ogni paziente. Siamo anche stanchi del luogo comune secondo cui tanto il problema è di tutti i pronto soccorso e quindi non si fa niente. Questa non deve essere la normalità, noi ci dobbiamo battere. Siamo partiti dal Galliera, domani saremo con altri colleghi e cercheremo di estendere questa protesta in tutta Italia, anche con la collaborazione dei cittadini“.
Proprio ieri l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò ha presentato ufficialmente il piano per le dimissioni dei post acuti in Rsa con l’obiettivo di svuotare i reparti garantire la “sopravvivenza” dei pronto soccorso. “Crediamo che non basti – replica il rappresentante degli infermieri del Galliera -. Non possiamo stare dietro alla politica: il 26 novembre si è insediata la giunta e ci accorgiamo, dopo le feste inoltrate, che la situazione è questa. Vogliamo che altri colleghi si uniscano a noi per cambiare le cose. E poi ci risulta che il governatore abbia convocato i dg imponendo un taglio del 2% sui bilanci. Questa è schizofrenia: o si taglia sul personale o si taglia sui posti letto”.
“Infermieri che vogliono venire al pronto soccorso ce ne sono ben pochi – ricorda in conclusione Mantero -. La prima persona che accoglie i pazienti è un triagista, un infermiere altamente qualificato senza cui il pronto soccorso non può aprire. Questo prevede un percorso formativo specifico e una lunga esperienza”.