Genova. “Regione Liguria ha investito per la sopravvivenza dei nostri pronto soccorso. Quando è il momento siamo in grado di spendere. Dobbiamo riorganizzare, ma non per questo dobbiamo tagliare, e anzi, in questo caso abbiamo aumentato”. Così l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò ha presentato oggi il progetto di riorganizzazione della gestione dei posti letto nelle Rsa per pazienti post acuti nel territorio dell’Asl 3 genovese, anticipato la settimana scorsa da Genova24 dopo la pubblicazione della delibera di giunta.
L’obiettivo è accelerare le dimissioni dagli ospedali per evitare l’intasamento dei pronto soccorso, specialmente nei periodi di picco stagionale. Ogni ospedale avrà a disposizione una quota di letti in Rsa ai quali indirizzare i pazienti che non necessitano più di cure ospedaliere. Le rilevazioni hanno evidenziato la necessità di un incremento del fabbisogno di circa 80 posti letto in più per i post-acuti rendendo arrivando così a 300 posti letto complessivi: il 47% saranno destinati al San Martino, il 23% all’ospedale Galliera, il 9% all’ospedale Evangelico, il 21% ai presidi ospedalieri di Asl 3.
Alla presentazione del nuovo progetto di riorganizzazione hanno partecipato anche il direttore generale del Policlinico San Martino Marco Prioli, il direttore generale dell’ospedale Galliera Francesco Quaglia, il direttore generale dell’ospedale Evangelico Alessio Parodi, il direttore Sociosanitario dell’Asl 3 Isabella Cevasco.
“Vogliamo incidere in modo significativo sulla riduzione dei letti che sostano per troppo tempo nei corridoi del pronto soccorso dell’area genovese, con alcune situazioni inaccettabili per i cittadini liguri – spiega Nicolò –. Oltre a questo vogliamo assicurare la continuità assistenziale nel percorso delle dimissioni protette. Ritengo che questa sperimentazione, che avrà una durata di sei mesi, possa essere utile ad abbattere ulteriormente i tempi di dimissione dalle strutture ospedaliere verso le residenze. Una gestione diretta da parte dell’ospedale comporta infatti una valutazione del percorso riabilitativo del paziente più appropriata e responsabile”. Quanto costerà l’operazione? “In tre anni abbiamo progressivamente aumentato la retta giornaliera di permanenza in Rsa che arriva intorno ai 130 euro al giorno per i post acuti. Abbiamo aggiunto 80 posti letto, quindi i conti sono presto fatti”, risponde l’assessore.
L’ospedale potrà autorizzare al massimo 30 giorni di Rsa per ogni paziente post acuto in dismissione. La rivalutazione delle condizioni del paziente sarà a carico dei geriatri o dei medici dell’area internistica dell’ospedale inviante, mentre le rivalutazioni dovranno avvenire almeno con cadenza quindicinale e comunque entro e non oltre il 30esimo giorno. A quel punto dovrà essere valutata e documentata nello specifico l’eventuale necessità di prosecuzione del progetto riabilitativo.
Una volta riservato il posto in Rsa al paziente in dimissione dall’ospedale, se questa non avviene entro 48 ore, si procederà d’ufficio a rendere il posto disponibile per pazienti anche di altri ospedali. Se il paziente in dimissione presenta una diagnosi psichiatrica e/o di dipendenza pregressa o attuale, una disabilità complessa o comunque una diagnosi che lo caratterizza per aspetti di pericolosità per sé e per gli altri, l’unità di valutazione ospedaliera dovrà attestare la non pericolosità del paziente e la conseguente appropriatezza al setting di post acuto.
“Un altro obiettivo indiretto – spiega Nicolò -, è quello di consentire ai medici, agli infermieri, agli operatori sociosanitari che lavorano all’interno dei pronto soccorso di lavorare meglio, perché è chiaro che se gli riduciamo la quota di letti che restano parcheggiati nei corridoi dei pronto soccorso, loro stessi possono dedicarsi meglio alle attività lavorative elettive che sono quelli di curare le emergenze dei cittadini liguri”.