Presidio

Crisi Giglio Bagnara e quel ‘Gh’é de tutto comme à Zena’ che per Sestri rischia di diventare un ricordo

Oggi la manifestazione di solidarietà per i 29 dipendenti che è anche un grido di dolore generale per i cambiamenti che sta subendo la delegazione

via sestri

Genova. “Ci vediamo davanti a Bagnara?” Quanti appuntamenti si sono dati i sestresi nei pressi di Palazzo Lomellini, sede di quello che è stato il più ampio grande magazzino della Liguria? Un punto di riferimento dal 1869, che con le sue vetrine al coperto ti dava riparo nei momenti di pioggia battente. Generazioni di sestresi (e non solo) si sono vestiti da Bagnara grazie all’intuizione del ‘conto’, ossia il libretto che consentiva di pagare a rate gli acquisti. Un modo per andare incontro alla clientela, quella Sestri orgogliosamente operaia che non rinunciava al vestito buono ed era fiera dell’attrattività dei suoi negozi. Oggi Sestri è cambiata parecchio e arranca tra desertificazione commerciale (Bagnara non è il primo e non sarà l’ultimo a chiudere) e situazioni di crescente disagio sociale.

Quel “Gh’é de tutto comme à Zena” (si trova di tutto come a Genova) di cui i sestresi andavano orgogliosi, rischia di diventare un ricordo nostalgico.

Bagnara stesso era cambiato in questi anni, non nascondendo le difficoltà, anche se aveva continuato a essere motore culturale nel caffè dei Glicini interno (presentazione di libri, mostre) dove Foscolo scrisse ‘A Luigia Pallavicini caduta da cavallo’: diverse parti del negozio, al piano terra, erano state già scorporate e vendute ad altre insegne e così la libreria Mondadori si è sistemata nelle sale che ospitarono Pio VII, si sono aggiunti poi Intimissimi, la Pam, Dm, l’enoteca Squillari.

Giglio Bagnara si è rimpicciolito, forse anche non rinnovato nella proposta dei marchi e a poco a poco anche gli stessi sestresi hanno cominciato a scegliere altro per i loro acquisti, privilegiando l’ecommerce e andando al risparmio. È innegabile che il negozio non fosse più frequentato come una volta e nonostante si tratti di un privato e quindi soggetto come tutti gli altri alla legge del mercato, è difficile per un sestrese accettare questa ennesima chiusura. Come ha scritto la consigliera comunale MariaJosé Bruccoleri sui social: “Giglio Bagnara è Sestri Ponente. La nostra amata Sestri di nuovo perde pezzi, e questa volta ha perduto un macigno”.

L’appuntamento oggi alle 14 è davanti a Bagnara, stavolta per un presidio di solidarietà nei confronti dei 29 dipendenti. A organizzarlo i gruppi di opposizione municipale e comunale, Azione, Lista Genova Civica, Lista Rossoverde, Movimento 5 stelle, Partito Democratico.

Via Sestri non è più quella di una volta. Nel centro commerciale a cielo aperto resistono in pochi, soprattutto i bar. Ora nella via pedonale che era uno dei salotti di Genova, nella Sestri delle vasche si possono trovare banche, agenzie immobiliari, centri dentistici, supermercati, persino fruttivendoli.

Questo ennesimo abbandono si interseca in un momento difficilissimo per la delegazione che è tra le più popolose di Genova, operosa grazie alle fabbriche, che si è mobilitata per salvare Fincantieri negli anni passati, ma che oggi, proprio a causa di Fincantieri, sta vivendo un progressivo sfaldamento del tessuto sociale a causa di un’immigrazione a basso costo da paesi lontani come il Bangladesh che per ora fatica a integrarsi.

“Cari cittadini, commercianti e rappresentanti del terzo settore, vi invitiamo a mobilitarvi per salvare Giglio Bagnara, un’istituzione che da oltre un secolo rappresenta un pilastro identitario di Sestri Ponente. La sua chiusura significherebbe una perdita irreparabile per il tessuto sociale del quartiere – si legge nel volantino che lancia l’iniziativa di oggi pomeriggio – in un momento di crescente speculazione sulla grande distribuzione, oltre che di enorme difficolta per il nostro quartiere su molti aspetti quali sicurezza, sanità, pulizia e decoro, è fondamentale proteggere realtà come questa, custodi della nostra storia e identità”.

L’impressione, però, è che la proprietà guardi già avanti tra possibilità di conversione immobiliare almeno dei piani superiori e di mantenimento della parte commerciale solo al piano terra.

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