Fumata nera

Comunali Genova, il centrosinistra riparte da zero: “Discussione sul nome insieme alla coalizione”

A 90 giorni dalle elezioni non c'è tempo per le primarie. Ma già tra giovedì e venerdì tutti i soggetti del campo progressista si metteranno attorno a un tavolo

Generico febbraio 2025

Genova. La cattiva notizia per il centrosinistra è che neppure oggi è stato scelto il candidato sindaco alle prossime comunali, la buona notizia è che la discussione al momento arenata sull’impossibilità, per il Pd, di imporre un unico nome condiviso, ripartirà da zero, insieme alla coalizione, e forse questo potrà aiutare a sciogliere il nodo. Nel campo progressista, qualcuno, deve aver citato Einstein: “Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati differenti”.

Nell’incontro di oggi tra Movimento 5 Stelle e vertici del Pd non si è arrivati a una svolta. Si è, però, condivisa la volontà di trovare un comune candidato (o candidata) che garantisca innanzitutto l’unità della coalizione, progressista e civica, che si è ritrovata su alcuni punti di programma. L’altra cosa che è stata decisa, anche rispondendo agli appelli di forze come Avs e Linea Condivisa, e di impostare il nuovo percorso decisionale insieme ai agli soggetti della coalizione . Con una conditio sine qua non. I tempi dovranno essere brevissimi. Si inizia già domani, per provare a “quagliare” già venerdì.

E pensare che la giornata di oggi si era aperta con una scossa: poco dopo l’alba aveva iniziato a circolare un’indiscrezione di stampa sulla possibilità che all’interno del Pd, la sera precedente, fosse stato raggiunto un accordo sulla figura dell’ex presidente del municipio Valpolcevera Federico Romeo.

Notizia che, nel giro di poche, è stata prima smentita e la cui genesi fa pensare a un tentativo di intorbidire ulteriormente le acque. Fatto sta che, come emerso anche dall’incontro tra dem e M5s, nessuno dei tre “papabili” – Romeo, Sanna e Terrile – è considerato accettabile o dal resto della coalizione o da una fetta del Partito Democratico. D’altronde neppure il nome della proposta del M5s Tiziana Beghin sarebbe in grado di mettere d’accordo tutti.

È (anche) con questa consapevolezza che alle già forti voci di sprone da parte della coalizione, oggi si era aggiunta quella di Avs. Simona Candia, capogruppo in consiglio regionale, e Simona Cosso, segretaria provinciale di Sinistra Italiana hanno chiesto sia con una lettera aperta sia con un invito formale alla federazione del Partito Democratico, la convocazione di un “incontro di coalizione” per “discutere sul nome” (finora la discussione in plenaria è avvenuta sul programma) e possibilmente “ripartire da zero”.

Un concetto già espresso ieri da Linea Condivisa. “Siamo a 90 giorni dal voto – dicono Candia e Cosso – per primi, a novembre, abbiamo proposto le primarie: non siamo stati ascoltati e ora è sicuramente troppo tardi. Da subito abbiamo anche chiesto riunioni di coalizione e non audizioni, che rallentano il percorso e fomentano gli egoismi e le trattative personali: siamo in tempo per farlo subito”.

“Vogliamo tornare a vincere a Genova? Serve coraggio – insistono le rossoverdi – incontriamoci questa settimana con tutte le forze di centrosinistra che hanno già condiviso il programma e una visione di città: per decidere un candidato o una candidata comune per le elezioni di Genova. Un candidato o una candidata che sappia interpretare al meglio le esigenze dei cittadini e la coalizione. Noi da tempo abbiamo detto che non poniamo veti di nessun genere ma che forse un candidato o una candidata civica meglio può svolgere questo ruolo. Il tempo per le indecisioni è finito”.

E forse a questo punto, escluse le primarie per questioni logistiche e di tempo, una decisione di tipo collegiale potrebbe aiutare il Pd a uscire dal pantano delle, seppure legittime, discussioni fra correnti e per rimuovere l’imbarazzo di far fare un passo indietro a uno dei tanti (troppi) “disponibili”, nessuno dei quali – almeno per il momento – con le caratteristiche per essere accettato in maniera ecumenica.

Al momento, con la discussione che dovrà ripartire, restano più come post-it su una bacheca che come opzioni concrete, il segretario del Pd Simone D’Angelo, il consigliere regionale Pd Andrea Orlando, la ex ministra Pd Roberta Pinotti, il deputato Luca Pastorino, la ex assessora della giunta Doria Carla Sibilla, oltre, in un piano parallelo, ai potenziali outsider o battitori liberi l’avvocato Filippo Biolé, la segretaria regionale di Azione Cristina Lodi e il civico Andrea Acquarone. Quest’ultimo, ieri protagonista di un chiacchieratissimo screzio via social sulla famosa chat Vasta con il “padrone di casa” Claudio Burlando, oggi avrebbe teso la mano in segno in pace, o almeno di tregua, al Pd.

Il momento di difficoltà attraversato dal campo progressista nel frattempo sta garantendo una certa rilassatezza al centrodestra che, da oggi, dopo il via libera da Roma, ha nel vicesindaco reggente Pietro Piciocchi il suo candidato. E se Piciocchi si guarda bene dall’esternare commenti sullo stato di crisi negli avversari, altri esponenti della maggioranza a palazzo Tursi non mancano di sottolinearlo.

Così Federico Barbieri, portavoce di Orgoglio Liguria, una delle civiche in aula rossa. “Cambiano candidato almeno tre volte al giorno neanche fosse prescritto da ricetta medica. Come pensano di governare Genova? Passano il tempo a litigare in chat e pretendono che gli elettori vogliano affidare loro il compito di assumere scelte per una città che è certamente un po’ più “vasta”?”, scrive in una nota attaccando il Pd e tirando una frecciata che fa riferimento a Burlando.

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