Ritratto

Comunali Genova, chi è Silvia Salis: il jolly del Pd che spiazza (anche) il centrodestra

Cresciuta in una famiglia di sinistra, ma c'è chi la attacca per le foto con Toti. Dirigente sportiva e olimpionica, chi la conosce dice: "E' da quando è bambina che sogna di fare il sindaco". O la sindaca

silvia salis

Genova. C’è chi parla di “operazione Tommasi”, riferendosi a Damiano, l’ex calciatore del Verona che nel 2022 ha strappato la città veneta al centrodestra. Ed è per questo – ma non solo per questo – che l’ipotesi che Silvia Salis, 40 anni, dirigente sportiva e campionessa nel lancio del martello, possa essere scelta dal Pd e a cascata dalla coalizione come candidata sindaca del campo progressista, ha messo il centrodestra sul “chi va là”.

Ma chi è Silvia Salis? Come è arrivata sul tavolo del centrosinistra? E cosa sta succedendo in quell’ambiente? Quali sono le reazioni?

Vicepresidente del Coni dal 2021, braccio destro del numero uno, Giovanni Malagò, era entrata negli organismi apicali delle federazioni sin da giovane arrivando a dirigere la squadra per cui gareggiava, le Fiamme Azzurre. A livello sportivo, ha all’attivo due olimpiadi (Pechino e Londra) e 10 titoli italiani nella disciplina del lancio del martello. Ha scritto un libro: “La bambina più forte del mondo”.

Chi è Silvia Salis, dalle medaglie alla carriera da dirigente

E’ nata a Genova e cresciuta a Sturla, a due passi dal campo di villa Gentile. Suo padre Eugenio, scomparso proprio in questi giorni, ne è stato per 30 anni il custode. La madre è casalinga. La sua, dicono gli amici, “è una famiglia di compagni”. E sempre chi la conosce bene racconta che “già da bambina diceva che il suo sogno era fare il sindaco”). Silvia Salis ha frequentato le scuole pubbliche, è diplomata al liceo King, e dopo aver lasciato l’attività agonistica si è laureata in Scienze politiche con una tesi sulla gestione delle federazioni sportive nazionali.

Già i primi attacchi, la “totiana che non lo era”

Sposata dal 2020 con Fausto Brizzi, (il regista, tra le altre cose, di Notte prima degli esami), ha un figlio piccolo che si chiama Eugenio, come il nonno, e al quale Silvia Salis ha voluto dare il suo cognome. Le collaborazioni del marito con la Regione Liguria – tra il 2021 e il 2023 ha girato alcuni spot, devolvendo poi il cachet in beneficienza al Gaslini – ma anche le partecipazioni di Salis in veste di dirigente Coni a eventi spinti dalle amministrazioni di centrodestra, così come la nomina a “ambasciatrice di Genova nel mondo” assegnatale dall’allora sindaco Marco Bucci, sono gli argomenti preferiti di chi la teme, sia nel centrosinistra sia al di fuori di esso: “Ma non è totiana?”.

Outsider come Damiano Tommasi (e Marco Bucci)

Un altro punto debole di Salis, per i detrattori e per i potenziali competitor, sarebbe il fatto di non essersi mai occupata della materia amministrativa comunale: rifiuti, lavori pubblici, infrastrutture, mobilità, e così via. Ma c’è chi fa notare che anche Marco Bucci, quando è stato candidato la prima volta – in maniera altrettanto inaspettata – a sindaco di Genova, arrivava da un mondo completamente diverso. Lui manager di multinazionali. Lei manager di un ente che riunisce 4,5 milioni di atleti, 920mila operatori e oltre 60mila società.

Come si è arrivati all’ipotesi Silvia Salis

La proposta di una candidatura per Silvia Salis non è maturata negli ultimi giorni, peraltro – come è già stato scritto – delicati per l’ex atleta per via del lutto familiare, ma arriva da distante. Sarebbe stata lei stessa a volersi mettere in gioco su un fronte difficile come quello delle comunali. In ambito Pd il punto di contatto va ricercato nell’entourage orlandiano ma fino a questa settimana i movimenti erano stati discreti sia perché il partito era impegnato a sbrogliare la matassa delle competizioni interne (tutte ancora in atto) sia perché un eventuale impegno di Salis in una campagna elettorale difficilmente sarebbe compatibile con il suo ruolo al Coni.

Silvia Salis candidata sindaca? I prossimi passaggi

Sempre che la parte del Pd che ha lavorato per candidare Silvia Salis superi le perplessità interne (che ci sono), e sempre che la possibile candidata sindaca non si tiri indietro, visto che il terreno su cui si sta muovendo il centrosinistra non è esattamente liscio come una pista di atletica, saranno necessari alcuni passaggi. Con gli organismi di partito e con la coalizione, che però pare non veda di cattivo occhio questo nome davvero “civico” e a suo modo dirompente. E anche nella base, dopo un primo shock, c’è chi inizia a immaginare che una candidata giovane, donna, riconosciuta in un mondo storicamente non proprio di sinistra come quello dello sport, apparentemente “pariolina” ma con un passato da “figlia del popolo”, potrebbe essere la soluzione migliore dopo mesi di psicodrammi.

E se invece il Pd dovesse bruciare anche questo nome? Nessuno nega che sarebbe difficile, a quel punto, tornare su una delle figure già emerse (Pandolfo, Romeo, Sanna, Pastorino) ed evitare di farle apparire come soluzione di ripiego. Nel frattempo è il 13 febbraio.

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