Genova. La cronaca di giornata, per il centrosinistra alla spasmodica ricerca di una quadra sul candidato alle comunali di Genova, è un somma di avvenimenti – alcuni alla luce del sole, altri sotterranei – tra comunicati e post da una parte, riunioni, telefonate e chat dall’altra. Come sarebbe anche normale – nella trattativa politica – se non fosse che le manovre, al momento, non stanno portando ad alcunché.
E quindi, in ordine di tempo: dopo l’annuncio del dem Alessandro Terrile di ritirare la propria disponibilità “per generosità”, in tarda mattinata fa scalpore la proposta di candidatura di Rossella D’Acqui, presidente dell’associazione Linea Condivisa, per superare lo stallo in cui si trova il Partito Democratico.
Quasi contemporaneamente l’avvocato Filippo Biolé, sostenuto da un gruppo civico, in una conferenza stampa dice di “volersi candidare per il centrosinistra” e di non avere l’obiettivo di “dividere, ma di unire”. In sostanza, spiega, se ci sarà un candidato del campo progressista convincente, lui si farà da parte e lo sosterrà, altrimenti non esclude la candidatura autonoma.
Poco dopo compare sui social un post in cui il capogruppo Pd in consiglio regionale, Armando Sanna, altro esponente della triade di nomi apparentemente fuori dai giochi, afferma di non avere alcuna intenzione di “mollare il colpo, la decisione di dare la mia disponibilità a candidarmi non arriva dall’alto o da ambizioni personali, ma nasce dalla gente”. Sanna, che nei giorni scorsi ha lanciato la propria associazione, rivendica la proposta fatta tempo addietro di trovare il candidato con le primarie: “Ora non è il momento delle recriminazioni ma quello di ridare speranza e rinnovare la politica con la forza di una comunità unita. Ed è proprio la nostra comunità che mi spinge a credere che siamo ancora in tempo per correre e vincere”.
D’altronde neppure il suo “competitor” interno, Federico Romeo, seppur con stile più discreto rispetto di Sanna in queste settimane, ha tolto dal tavolo la propria disponibilità. E chi lo sostiene – tra i vari nomi, in maniera non nascosta, l’ex presidente della Regione Claudio Burlando – non si rassegna del tutto, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sul candidato definitivo.
Intanto le Avs Selena Candia e Simona Cosso avvertono sul rischio di un liberi tutti nella coalizione: “I passi in avanti fatti da civici, singoli candidati all’interno di forze politiche sui giornali facciano solo male alla coalizione e spingano sempre di più le persone verso l’astensionismo e la sfiducia nella politica. La confusione regna sovrana e lo spettacolo che stiamo dando ai nostri elettori è pessimo, di totale incapacità di sintesi – affermano in un comunicato – ribadiamo come per Avs sia quantomai indispensabile vedersi ad un tavolo di coalizione da convocare subito per discutere e uscire uniti su un’unica figura”. Anche Italia Viva, con un’altra nota, chiede la convocazione del tavolo.
Quasi un “sos” quello delle rossoverdi e dei centristi, tra le altre cose, conferma come il percorso annunciato nei giorni scorsi dal Pd – ovvero quello di ripartire da zero sulle candidature in maniera condivisa – non è ancora iniziato. O meglio, è iniziato ma solo alcune delle forze della coalizione, nella fattispecie il Movimento 5 Stelle. Il quale, non ha ancora fatto sapere chiaramente se ci siano oppure no veti specifici su singoli candidati finora proposti dal Pd. Vulgata vuole che ai pentastellati non piacciano né Sanna né Romeo, anche se i sostenitori di uno e dell’altro vorrebbero che questa contrarietà, se effettiva, venisse messa nero su bianco.
Fin qui i fatti più o meno pubblici, acclarati. Ci sono poi i rumors. Secondo i quali nel Partito Democratico, in queste ore, sono state sondate figure come il neodeputato Alberto Pandolfo e la consigliera comunale Rita Bruzzone. Ipotesi che potrebbero tornare nel cassetto, in base a ragioni di opportunità e di autodisciplina.
Anche Andrea Orlando e Luca Pastorino avrebbero ribadito un “no grazie” mentre resta un’incognita sul segretario provinciale Simone D’Angelo. Sembrava che anche lui, come Terrile, fosse vicino a mettere un tombale sulla propria disponibilità per sgomberare il tavolo dalle implicite accuse di protagonismo che arrivano da parte del partito ma, al momento, tutto tace.