Genova. “Il mio intendimento non è dividere ma unire e rilancio la mia proposta di candidatura anche alle forze di centrosinistra che in questo momento sono in fase di stallo”. Filippo Biolé, 50 anni, avvocato giuslavorista, presidente dell’Accademia Ligustica di Belle arti e dell’Orchestra sinfonica di Sanremo, vicepresidente della sezione genovese dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned) e presidente del Comitato pietre d’inciampo di Genova, conferma e ufficializza la propria candidatura a sindaco di Genova.
“Rispondo alla chiamata arrivata da un gruppo civico, da persone anche lontane dalla mia realtà professionale e che, come me, sono preoccupate dallo stallo in cui il centrosinistra si trova ormai da mesi”, ha detto alla conferenza stampa di presentazione del progetto, spalleggiato da una delle sue principali supporter, l’architetta genovese Marina Montolivo.
Durante l’incontro Biolé ha presentato la sua visione attraverso un documento programmatico: “Le dieci Genova che vogliamo”, dieci punti che mettono al centro la partecipazione attiva alla vita democratica, il rifinanziamento della sanità pubblica, il diritto all’istruzione e l’investimento della cultura, ma anche un’attenzione al lavoro – “Bene il turismo ma serve un ritorno al manifatturiero e all’industria della conoscenza” – all’ambiente (“impensabile non intervenire sulla dispersione nella rete idrica” e “serve una pianificazione per il verde pubblico, non ci si può limitare a tagliare degli alberi storici”) e alla destinazione dei fondi europei per progetti che puntino al miglioramento della qualità della vita, “non a favore di pochi noti”. A questo proposito: “Bene le alleanze pubblico private ma siano indirizzate all’interesse generale”.
Biolé afferma di avere come “pallino” la volontà di dare risposte alla popolazione più giovane: “Offrire spazi di socialità in case dedicate, allestite nei quartieri e interconnesse per praticare le loro priorità, dalla musica alla rete, e poi l’idea di un distretto universitario tra Balbi (Lettere e Giurisprudenza) e Porto Antico (Economia), con Ingegneria salvata dall’emarginazione agli Erzelli”. E poi investimenti nel trasporto pubblico locale.
Filippo Biolé è pronto quindi a correre come sindaco per la coalizione di centrosinistra, ma anche a sostenere un candidato di centrosinistra che dovesse essere ritenuto valido – “non ho manie di protagonismo” – ma c’è una terza via, ossia una candidatura autonoma, nel caso non ci fossero le condizioni per fare parte della coalizione. Quello che chiede l’avvocato è “incontrarsi al più presto” e chiede di essere invitato ufficialmente al tavolo della coalizione (nei giorni ci sono stati degli incontri con esponenti di Pd e altri partiti ma in via informale).
Quando a gennaio era stata lanciata, da un gruppo di cittadini, tra cui esponenti di associazioni come Italia Nostra, il presidente della Regione Marco Bucci lo aveva definito “il candidato di chi non vuole il Galliera”. Biolé risponde a quella provocazione: “Non esporrei così la mia persona per un progetto non propositivo, peraltro la sanità, per me viene al primo posto, non siamo per il no, siamo per il sì fatto bene”.