Genova. In attesa di un primo faccia a faccia in carne e ossa, i due principali candidati alle comunali di Genova – Pietro Piciocchi e Silvia Salis – si affrontano sul tema del commercio, ampia questione che spazia dalla desertificazione di attività in alcuni quartieri al proliferare di strutture di grande e media distribuzione, fino alla chiusura di importanti realtà come ad esempio lo storico Giglio Bagnara di Sestri Ponente.
La candidata sindaca del centrosinistra torna all’attacco, in una nota che integra quanto dichiarato ieri durante il presidio in solidarietà dei lavoratori di Bagnara – ovvero che è inutile dire di stare dalla parte dei lavoratori dei negozi che chiudono quando si fanno invece scelte che favoriscono solo la grande distribuzione organizzata – e contestato dalla assessora al Commercio del Comune Paola Bordilli, la quale ha definito la presenza di Salis una passerella elettorale e ha smentito che siano stati utilizzati soldi pubblici per aiutare i privati della gdo”.
Oggi Salis rincara la dose: “In questi anni il Comune ha svenduto la città abdicando al suo ruolo decisionale al tavolo con i privati – afferma – ha favorito gli interessi di pochi dimenticando i bisogni dei cittadini”. E poi va nello specifico. “Nel Waterfront di Levante costato 200 milioni di risorse pubbliche, anziché i 25 iniziali previsti, ci saranno residenze di lusso, un grande centro commerciale e un palasport, venduto al privato a 14 milioni e ricomprato a 24, rimasto unico spazio pubblico in mezzo a negozi e appartamenti extra lusso. Scomparso lo studentato, se non per pochi alloggi, scomparsa l’idea di uno spazio al servizio di tutti i cittadini. Cos’è questa se non un’operazione in cui si usano i soldi dei cittadini per favorire e finanziare funzioni private?”. Secondo Salis, “quando l’operazione sarà conclusa, a pagare le conseguenze saranno le piccole attività e i residenti che perderanno i loro negozi sotto casa, risucchiati dalla grande distribuzione”.
Oggi, a margine della giunta itinerante a Oregina, la risposta del vicesindaco reggente e candidato del centrodestra, Pietro Piciocchi, che prima taglia corto: “Chieda a Renzo Piano cosa ne pensi”, riferendosi al disegno complessivo dell’area Waterfront Levante, firmato dall’archistar che ha anche supervisionato, con il suo studio, l’andamento del progetto. Poi, nel dettaglio, spiega: “Noi ci siamo vincolati al progetto di Piano e quanto dice Salis sulla mancanza di spazi pubblici è totalmente falso, avremo la Fabbrica delle Idee, avremo la Casa della Vela, avremo il Palasport, il parco, mi pare che ancora una volta si tenti di buttarla in caciara, è importante invece ricordare che il waterfront è un progetto di altissima qualità peraltro premiato da organismi internazionali, anche per il concetto di fruizione pubblica su cui è organizzato – e conclude – ricordo alla sinistra che Lonely Planet, nel promuovere Genova come destinazione turistica per l’anno 2025, unica città italiana, ha definito il nuovo Waterfront imperdibile”.
Silvia Salis, nella lunga nota inviata alle redazioni, parla anche dell’operazione Sestri Ponente: “Qui
l’amministrazione comunale si è impegnata a finanziare parte delle opere idrauliche sul Chiaravagna, non per garantire la giusta sicurezza e tutela dei cittadini, ma solo perché indispensabile per autorizzare la realizzazione del nuovo supermercato Esselunga. Visto che è stato fatto solo per questo, perché il Commissario Bucci e poi il Comune di Genova hanno stanziato risorse pubbliche invece di chiedere al privato di provvedere al completamento della messa in sicurezza idraulica?. Anche in questo caso, ancora una volta, fondi pubblici servono per agevolare il privato e la grande distribuzione”.
“Questo è falsissimo – ribatte Piciocchi – perché tutta la sistemazione idraulica di Sestri Ponente è stata fatta per consentire l’opera del ribaltamento a mare di Fincantieri“.
Poi la candidata del centrosinistra elenca diverse situazioni di crisi relative al commercio, dal mancato insediamento di Primark al posto della Rinascente, alla chiusura di botteghe di lusso, come il negozio del marchio Elena Mirò in via XX Settembre, ultimo di una lunga serie. “Bisogna invertire la rotta garantendo alle attività commerciali quel sostegno e quella visione di città che chiedono da tempo e che non guardi agli interessi di pochi ma a tutti i cittadini. Leggo con sorpresa che dicano che essere ideologici è una cosa negativa, mentre avere una visione è proprio quanto richiesto a un sindaco, che non può essere un passacarte. E devono augurarsi che rimanga il più generica possibile, perché, come dimostra quanto appena detto su Waterfront ed Esselunga, nel momento in cui entro nel dettaglio la situazione cambia in modo drasticamente negativo per il loro operato”, conclude Salis.
“Allora vorrei capire come vogliamo impostare questa campagna elettorale – ribatte Piciocchi – se vogliamo, come dire, fare questi questi confronti a distanza, io non sono disponibile, io non sono abituato ai confronti a distanza, questo non è il mio modo di impostare la dialettica di una campagna elettorale, io voglio parlare di Genova, poi mi sembra che alcune uscite che sono state fatte manifestino una profonda mancanza di conoscenza dei fatti, della storia e dei territori. Se il terreno è questo, di una continua aggressione nei nostri confronti, non mi troveranno, la mia campagna elettorale sarà in mezzo alla gente”.
Sulle parole di Salis è intervenuto, a margine del dopo giunta, anche il presidente della Regione Liguria, ex sindaco di Genova, Marco Bucci: “Non sanno quali sono i soldi pubblici, non sanno quali sono i soldi privati, non sanno le leggi, non sanno leggere i numeri – attacca – la cosa che mi dispiace è che continuano a dire falsità, esattamente come hanno fatto nella campagna elettorale per le regionali, lo stile è sempre quello. Falsità, tanto poi qualcuno dovrà dimostrare che non è vero. Questo è veramente scorretto, non tanto nei confronti della campagna, ma nei confronti dei cittadini genovesi, che non si meritano di sentire delle falsità. Ne ho già sentite tre o quattro, tipo quello che non ci sono le scuole in Val Polcevera, eh? Oppure quella che non so, che si può fare il tram in Val Bisagno. Queste cose che stanno né in cielo né in terra eppure continuano a dire falsità. Questo è proprio triste per la città di Genova. Io sto fuori da queste cose, però la città di Genova è veramente triste. Sono tristi, c’è poco da fare”.
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