Il commento

Casa, tra emergenza ed elezioni. I piccoli proprietari: “Azzerare l’Imu per chi affitta a canone concordato.”

Il sindacato Asppi lancia il sasso nello stagno: "Non serve alimentare un clima di conflitto sociale, la logica assistenziale non funziona, servono interventi strutturali"

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Genova. “I genovesi si apprestano a vivere una nuova campagna elettorale il cui esito segnerà il futuro della nostra città per i prossimi anni. Tra i tanti temi che in questi giorni sono in discussione, ha trovato spazio il tema Casa, che sarà – come auspicabile – al centro del dibattito politico.  Sui giornali si rincorrono le dichiarazioni su temi che A.S.P.P.I, da anni sta sviluppando, spesso senza riscontro dalla classe dirigente della città. Tra questi gli aumenti delle incentivazioni fiscali per le locazioni “di lungo periodo” e, soprattutto, il rilancio dell’Agenzia Sociale per la Casa, strumento potenzialmente fondamentale per tamponare l’emergenza abitativa a Genova.”.

Queste le parole di Asppi, il sindacato dei piccoli proprietari immobiliari, che rilancia il dibattito su una delle vertenze più spinose per quanto riguarda Genova e la Liguria, vale a dire il tema della casa:”Siamo certamente soddisfatti che il tema dell’abitare torni al centro del dibattito politico in vista delle prossime elezioni – commenta Valentina Pierobon, Presidente Provinciale e Vice Presidente Nazionale di A.S.P.P.I. – ma riteniamo fondamentale che la discussione parta da alcuni punti chiave, imprescindibili. Oggi non è più possibile affrontare le politiche abitative senza considerare le difficoltà quotidiane che i piccoli proprietari immobiliari incontrano nella gestione degli immobili concessi in locazione. La narrazione unilaterale del “problema casa”, che ignora la necessità di garantire diritti e tutele anche ai proprietari, si è rivelata fallimentare. Questo approccio non ha fatto altro che alimentare sfiducia e insicurezza, influenzando negativamente il mercato delle locazioni“.

Ma non solo: “Si continua a indicare la diffusione degli affitti brevi come causa della carenza di alloggi per le famiglie. Ma perché nessuno, con onestà e spirito critico, si è chiesto il motivo per cui tanti proprietari scelgano questa strada? La risposta è semplice: l’affitto “a famiglie” è diventato troppo rischioso. Mancano adeguate garanzie di reddito, i tempi per rientrare in possesso dell’immobile sono eccessivamente lunghi – quasi due anni – e le procedure sono spesso costose e complesse. A tutto questo si aggiunge l’assenza di un chiaro sostegno da parte della politica e delle istituzioni, che hanno evitato di assumere una posizione netta sul tema – continua Pierobon – Il risultato? La responsabilità di garantire un alloggio a chi ne ha bisogno viene di fatto scaricata sui privati, senza che le Istituzioni forniscano risposte adeguate a chi non riesce ad accedere alla casa. Se vogliamo affrontare davvero la questione abitativa, quindi, serve un dibattito serio ed equilibrato, che tenga conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte e non penalizzi chi, con il proprio patrimonio, contribuisce all’offerta di alloggi in locazione”.

valentina pierobon
Valentina Pierobon

L’Agenzia Sociale dovrebbe quindi avere un ruolo diverso e potenziato: “Anche in questo caso sono necessarie delle premesse – prosegue Pierobon – Le politiche della casa non possono più essere trattate come un’appendice delle politiche sociali. L’abitare è una questione economica e urbana, che richiede una visione strategica e indipendente. È indispensabile svincolare le politiche abitative dalle logiche assistenziali, perché il diritto alla casa non si risolve con interventi emergenziali, ma con una pianificazione seria e sostenibile. I fondi per l’affitto, per esempio, devono restare uno strumento temporaneo, utile a fronteggiare situazioni di crisi, ma non possono diventare la colonna portante delle politiche abitative – spiega Pierobon – Puntare solo su di essi significa perpetuare l’inefficienza e scaricare sui piccoli proprietari immobiliari il peso delle incapacità organizzative delle istituzioni”.

E’ anche e soprattutto, quindi, una questione di approccio alla materia: “Le recenti dichiarazioni dell’assessore Costa che proprio in relazione al tema dell’ Agenzia Sociale per la Casa richiamava la necessità di maggiore umanità e generosità, a nostro giudizio, lasciano spazio a diverse perplessità – sottolinea ancora la la Vice Presidente Nazionale di A.S.P.P.I – Se da un lato è importante riconoscere il valore dell’empatia e della solidarietà in un ambito complesso come quello abitativo, dall’altro riteniamo che un approccio di questo tipo rischi di spostare l’attenzione dalle vere responsabilità istituzionali. La gestione delle politiche abitative non può limitarsi a un richiamo morale. Occorrono interventi strutturali, come agevolazioni fiscali per chi affitta a canoni calmierati, misure per garantire il pagamento degli affitti, e politiche mirate per distinguere tra inquilini in reale difficoltà e “morosi colpevoli”. Questi strumenti, oltre a sostenere gli inquilini fragili, proteggerebbero anche i piccoli proprietari, evitando che si ritrovino in una spirale di insicurezza economica e sfiducia”.

“Richiamare alla “generosità” – conclude Valentina Pierobon – senza proporre soluzioni concrete non solo rischia di banalizzare il problema, ma potrebbe anche alimentare un clima di conflitto sociale tra le parti, scaricando sulle spalle dei cittadini responsabilità che spetterebbero invece alle istituzioni. È fondamentale che chi governa si faccia carico di proporre politiche equilibrate e sostenibili, piuttosto che limitarsi a invocare valori che, per quanto nobili, non possono risolvere le difficoltà pratiche della quotidianità. Per rilanciare l’Agenzia Sociale per la Casa la nostra proposta è semplice e immediatamente attualizzabile: azzerare l’IMU per i proprietari che decidono di aderire al progetto, e trasformiamola in Agenzia per la Casa“.

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