L'incontro

Caos pronto soccorso, fumata nera all’incontro tra sindacati e Regione: resta lo stato di agitazione fotogallery

Accordo sulla costituzione di tavoli permanenti per monitorare la sicurezza dei lavoratori, le dotazioni organiche e le indennità di servizio nelle strutture di primo soccorso. Ma i sindacati restano pronti alla sciopero: "Ora servono i fatti"

Genova. “Incontro positivo ma memori di anni di promesse rimaste inevase, il nostro stato di agitazione rimane fino a quando non vedremo i fatti. E questi fatti potranno portare alla chiusura della vertenza o allo sciopero“. Questo il commento dei sindacati Cgil e Uil al termine dell’incontro svoltosi questo pomeriggio in prefettura tra Regione Liguria, le direzioni ospedaliere e i rappresentanti dei lavoratori sul tema dell’emergenza nei pronto soccorso della città, dove da tempo infermieri e medici lamentano condizioni lavorative pessime e un servizio ai cittadini condizionato da lunghe attese e disagi.

Il confronto è durato quasi tre ore e ha portato all’accordo sulla costituzione di tavoli permanenti che nei prossimi mesi dovranno prendere in carico le vertenze portate oggi in piazza dai lavoratori, dalla sicurezza alle dotazioni ospedaliere, passando per la possibilità di aumentare l’indennità di chi lavora nelle strutture di soccorso.

L’incontro arriva dopo la giornata di protesta di ieri da parte del personale del pronto soccorso del Galliera, protesta che oggi è stata seguita da un lungo e partecipato presidio sotto la prefettura. “Non abbiamo chiuso lo stato di agitazione poiché noi scontiamo anni di richieste inevase e quindi non diamo credito sulla scorta di alcune proposte anche positive fatte dall’are politica e dai direttori generali – ha commentato Luca Infantino, segretario generale Fp Cgil a margine dell’incontro – Si tratta di attendere i fatti e i fatti sono la costituzione di tavoli veri con la presenza sia della parte politica sia quella dirigenziale, tavoli attraverso i quali le proposte che abbiamo fatto oggi trovino le gambe. E le gambe si danno alle cose solo con la volontà politica di fare. Saranno i fatti a chiudere lo stato di agitazione o a portarci allo sciopero. Noi dobbiamo tutelare i lavoratori e le lavoratrici che nei pronto soccorso vivono una condizione pessima. Tutto questo è inaccettabile”.

“Sono state accettate le proposte di instaurare un tavolo permanente per quanto riguarda il discorso della sicurezza del personale – spiega Marco Vannucci, segretario generale Fpl Uil – ed è stato accettata la nostra richiesta di un tavolo permanente sulle dotazioni organiche che sono determinate da tutto una serie di fattori che ovviamente abbiamo denunciato. Abbiamo inoltre proposto l’apertura di un tavolo di confronto anche sulla possibilità di ampliare l’indennità di chi lavora nei pronto soccorso con risorse che ricordo essere disponibili già a partire dal 2024 ma ancora oggi non utilizzati. Abbiamo apprezzato lo spirito di confronto, ma le condizioni in cui versano i pronto soccorso sono oggi disastrose e quindi manteniamo lo stato di agitazione su mandato nei lavoratori. In attesa che dalle parole si passi ai fatti”.

“Un incontro molto costruttivo e positivo e adesso aspettiamo le future convocazioni dei tavoli che ci daranno la possibilità di approfondire tutti le necessità – ha commentato il presidente di Regione Liguria Marco Bucci
sono arrivate delle idee molto positive dalla parte sindacale che metteremo in pratica assieme a quelle che sono arrivate della parte aziendale. Il problema è riconosciuto da tutti e riguarda appunto i pronto soccorso, non riguardano tutta la sanità in generale visto che ci sono delle aree che funzionano benissimo. Siamo qua per migliorare dove c’è bisogno”.

Una delle prime risposte date dalla nuova amministrazione regionale guidata dall’ex sindaco di Genova, è stata la proposta, arrivata nei giorni scorsi, di poter spostare i degenti dei pronto soccorso nelle Rsa, per evitare congestionamento operativo per le strutture di emergenza. Una proposta che nei numeri di declina con la possibilità di accedere ad almeno 80 posti letto sparsi per la città, ma che ha lasciato qualche perplessità ai sindacati che già in queste ore avevano criticato la scelta, soprattutto sulla base di una mancata presenza del personale medico. Nell’incontro di oggi si è tornato a parlare di questo. “Un’idea apprezzata da tutti – ha commentato lo stesso Bucci è un grosso lavoro che facciamo e chiederemo la presenza di medici h24 nelle strutture coinvolte. Non si parla solo di 80 posti, ma sono 300 posti che sono a disposizione di tutti gli ospedali per poterli distribuire a seconda delle necessità. Questo è il grande vantaggio”.

Il presidio

Pettorine rosse, con la scritta “infermiere” e maschere bianche a ricordare l’invisibilità. E’ stata questa la protesta che i lavoratori dei pronto soccorso dell’area genovese hanno messo in atto oggi davanti alla Prefettura di Genova con un presidio finalizzato a denunciare le condizioni drammatiche di chi opera nel comparto dell’emergenza urgenza.

“C’è una carenza d’organico che ormai è insopportabile, quantificata in almeno 270 infermieri da assumere immediatamente sull’area metropolitana – spiega Luca Infantino – in presenza oltretutto di un bando di concorso che è già attivo. È ovvio che se poi le scelte politiche determinano un taglio di 2% sui bilanci aziendali, questo blocca anche la capacità e il potere assunzionale da parte delle aziende ospedaliere metropolitane. Credo credo sia la politica a dover dare risposte perché spesso spesso ci si dimentica come il personale sotto stress finisca in burnout perché i carichi di lavoro sono diventati insostenibili”.

“È da anni che ci viene prospettata una soluzione – aggiunge Marco Vannucci – ma ad oggi c’è assoluta mancanza di integrazione ospedale territorio. Servirebbe una reale presa in carico delle cronicità sul territorio, quindi l’utilizzo di professionisti dell’infermiere di famiglia che andrebbe ad evitare magari il riacutizzarsi di patologie croniche costrette poi al pronto soccorso. Se a questo uniamo anche il cambiamento della società e quindi il fenomeno delle aggressioni, arriviamo alla tempesta perfetta. Crediamo che ad oggi le parole stiano a zero e quindi noi chiediamo alla politica soluzioni concrete, certe e soprattutto immediate”.

Le reazioni politiche

 

“Quanti sopralluoghi abbiamo fatto come M5S in questi anni nei Pronto soccorso cittadini denunciando la miopia della Regione, colpevole di aver lasciato solo sia il personale sanitario, sia i malati? Abbiamo perso il conto – commenta in una nota il consigliere Stefano Giordano M5s – Siamo mai riusciti a incidere? Raramente: il centrodestra ha quasi sempre ostinatamente ignorato le nostre segnalazioni. Ora, però, pare abbia cambiato musica: mancando un paio di mesi alle amministrative genovesi, alla tattica dello gnorri preferisce quella della comprensione delle sofferenze. L’assessore competente ha alla buon’ora dichiarato inaccettabile “la situazione disumana” nei Pronto soccorso. Ma non ce ne voglia Nicolò se accusiamo la Regione di averci pensato troppo a lungo prima di prendere una posizione credibile; e ancora non ce ne voglia se ci prendiamo il merito di aver preteso che ai malati si riconoscesse il diritto a cure efficienti. Auspichiamo solo che tutta questa comprensione non abbia una data di scadenza, vale a dire le elezioni comunali di maggio”.

“Siamo stati oggi al presidio di protesta del personale dei Pronto soccorso davanti alla Prefettura, perché le loro richieste non possono più cadere nel vuoto – hanno commentato il capogruppo del Pd in Regione Armando Sanna e la vicecapogruppo Pd in Regione Katia Piccardo, durante il presidio del personale dei pronto soccorso davanti la Prefettura – Servono investimenti e reali risorse aggiuntive per nuove assunzioni e servizi. Il personale è allo stremo, costretto a turni massacranti e a un carico di superlavoro per garantire le cure a tutti i cittadini che, nonostante l’impegno di medici e infermieri, è costretto a stanziare ore, se non giorni, in barella al pronto soccorso in attesa di un ricovero o una visita. Le misure tampone messe in atto dalla Giunta si sono confermate inutili e solo propaganda. Non c’è la sicurezza per il personale e i pronto soccorso sono sempre in affanno. Con condizioni disumane per pazienti e pretese sempre più pesanti a carico del personale. Servono misure concrete come la proposta di legge parlamentare del Partito Democratico che chiede di portare la spesa sanitaria al 7,5% del Pil, garantire nuove assunzioni e rafforzare la medicina territoriale. Ad oggi la nostra richiesta, presentata nella scorsa legislatura è caduta nel vuoto, mentre siamo la peggiore regione del Nord per fughe sanitarie con un costo di oltre 74milioni l’anno”.

“La sanità pubblica, la tutela dei diritti alla cura dei cittadini e il diritto degli operatori sanitari a lavorare nelle migliori condizioni possibili sono principi fondanti di Azione, il nostro impegno costante e pressante per una buona ed equa sanità – scrive Cristina Lodi, Azione –  Oggi, in occasione della manifestazione davanti alla prefettura, eravamo presenti con la segreteria provinciale, Chiara Lastrico, e la presidente provinciale, Mariapia Verdona, per sostenere gli infermieri del pronto soccorso del Galliera. È preoccupante constatare che attualmente, con soli 6 operatori, si devono gestire circa 70 pazienti. Questa situazione è insostenibile e mette a rischio sia la salute dei cittadini genovesi che il benessere degli infermieri, che si impegnano quotidianamente per offrire un servizio altamente professionale, nonostante le difficili condizioni di lavoro. Chiediamo un intervento immediato per migliorare le condizioni operative del personale sanitario e garantire ai cittadini il diritto a cure sicure e di qualità”.

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