Genova. Non intere zone 30, ma specifiche strade in cui entri in vigore il divieto di superare i 30 km orari. È questo il progetto cui sta lavorando il Comune per ridurre il numero di incidenti stradali in città e aumentare la sicurezza.
A confermarlo è stato l’assessore alla Polizia Locale, Sergio Gambino, che ha ereditato da Matteo Campora la delega alla Mobilità e con essa anche la visione che aveva anticipato lo stesso Campora esattamente un anno fa. Non un modello città 30, come accaduto a Bologna – il cui Comune ha recentemente comunicato che gli investimenti di pedoni sono stati azzerati dall’entrata in vigore del provvedimento – ma interventi mirati e studiati sulla base delle singole strade.
“Ho commissionato uno studio alla Direzione Mobilità e presto lo condividerà con il facente funzioni sindaco, Pietro Piciocchi, e con la giunta – ha detto Gambino – Ho chiesto di individuare le vie dove il limite dei 30 può essere veramente un beneficio. Strade, e non intere aree, perché senza un efficace controllo le persone tornano a viaggiare alla velocità consueta, e controllare un’intera zona è estremamente complesso. Ci concentreremo sulle vie che per conformazione e pericolosità hanno necessità di avere il limite dei 30 km orari, sempre con l’obiettivo di ridurre morti e feriti”.
Interventi di questo tipo sono già stati adottati a Quarto, in viale Quartara, dove è stata istituita una sorta di “zona scolastica” per tutelare gli alunni della scuola, e anche in via V Maggio, teatro di numerosi incidenti. Proprio la presenza di scuole è una discriminante nell’istituzione delle zone 30, così come il numero di incidente che si verificano in una determinata strada.
Nel 2024 la polizia locale ha rilevato complessivamente 8.127 incidenti, 3.623 dei quali con lesioni a persone. Gli incidenti mortali sono calati, anche se di poco: dai 15 del 2022 si è passati ai 12 del 2024, ancora molto lontani dalla cosiddetta “vision zero”.