Agitazione

Lavoratori sostituiti dall’IA e licenziati da Maersk, sindacati in sciopero: “Reintegro immediato”

"Lasciati a casa da un giorno all'altro, senza nessun preavviso: lavorazioni spostate nelle Filippin"

Vado Express Service Maersk Palermo

Genova. “Venerdì 17 gennaio quattro lavoratori dipendenti della società Maersk Italia Spa del reparto Customer Service sono stati licenziati. Questi dipendenti si sono recati in ufficio, come ogni giorno, senza alcun sentore di quello che sarebbe accaduto di lì a poco; i loro responsabili li hanno infatti convocati in mattinata per un meeting sulla performance, durante il quale hanno ricevuto le lettere di licenziamento e l’intimazione di riconsegnare il pc aziendale e andare immediatamente a casa”.

A comunicarlo in una nota stampa congiunta le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, che lanciano la mobilitazione: “L’azienda non solo ha deciso di spostare queste lavorazioni a Manila, nelle Filippine, ma ha anche sostituito parte delle mansioni finora svolte dai lavoratori della sede genovese con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale“.

“In questo modo un’azienda con un fatturato da capogiro (si parla di un utile netto di 208 milioni di euro per il primo trimestre 2024) decide di risparmiare sulle spalle dei lavoratori. Da parte dell’azienda non c’è stata alcuna volontà di trovare una ricollocazione per questi lavoratori presso un altro reparto, o quantomeno di affrontare in anticipo il problema. Senza alcun preavviso o comunicazione, hanno semplicemente deciso di lasciare a casa da un giorno all’altro persone con anzianità di servizio di oltre 25 anni, senza alcuna remora o rispetto per la dignità delle persone coinvolte, che pochi giorni prima avevano addirittura ricevuto un encomio per l’anzianità di servizio maturata in Maersk”.

Per questo motivo “le organizzazioni sindacali hanno proclamato una giornata di sciopero per mercoledì 22 gennaio, con presidio davanti alla sede di via Magazzini del Cotone 17, chiedendo il reintegro immediato dei quattro lavoratori. Purtroppo, nonostante il forte interesse per la blue economy che sentiamo spesso citare, alcune aziende preferiscono spostare il lavoro in altri paesi, che hanno retribuzioni e diritti normativi inferiori ai nostri, o addirittura affidarsi all’IA, per risparmiare cifre irrisorie rispetto al loro fatturato, andando così ad impoverire il tessuto economico del nostro territorio”.

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