Genova. Arriverà “nelle prossime settimane” il progetto definitivo dello Skymetro in Valbisagno, progetto che accumula ulteriori ritardi e che nella sua versione finale non dovrà prevedere la demolizione dell’istituto Firpo-Buonarroti di Marassi, una delle principali interferenze sul tracciato della metropolitana sopraelevata. Sono gli ultimi aggiornamenti arrivati oggi dall’assessore Ferdinando De Fornari, che prima ha risposto a un’interrogazione in sala rossa a Tursi e poi ha presenziato, insieme al project manager Emanuele Scarlatti, all’ennesima commissione consiliare sul tema in Municipio Bassa Valbisagno.
“Sto valutando, sto approfondendo – ha ribadito l’assessore nella sala consiliare di piazza Manzoni -. Mi sono reso conto che, contrariamente a quanto letto sui giornali, lo Skymetro non ha mai ricevuto una bocciatura dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, quanto piuttosto il frutto di un confronto intenso che ci sta portando a trovare la soluzione più idonea, più compatibile, rispettosa di tutto il contesto normativo di riferimento. Siamo in una fase prossima alla conclusione. Chiarisco che il mio obiettivo è portare ad approvazione ed esecuzione il progetto, il mio scopo è quello di andare assolutamente avanti nel procedimento”.
Sulla tabella di marcia ci sono nuovi slittamenti e le previsioni di “partire con la gara a gennaio” ormai sono ampiamente superate. “Il nostro obiettivo è arrivare all’aggiudicazione entro settembre 2025, per poi lavorare sulla progettazione esecutiva”, spiega De Fornari. Questa scadenza, però, si scontra con quella fissata per decreto, secondo cui l’appalto deve essere assegnato entro giugno pena la revoca del finanziamento. “Quella è l’obbligazione giuridicamente vincolante, noi stiamo lavorando per ottenere un differimento dal ministero dei Trasporti“.
A conti fatti, il posticipo risulta inevitabile: l’eventuale via libera del Consiglio superiore dei lavori pubblici potrebbe arrivare a marzo, ma poi servirà altro tempo per chiudere la conferenza dei servizi (riaperta dal Comune) recependo tutti i nuovi pareri degli enti coinvolti. Quindi si potrà avviare la procedura di gara, che avrà bisogno almeno di un paio di mesi.
Sul destino dell’istituto Firpo-Buonarroti l’assessore De Fornari ha puntualizzato: “Per quanto mi riguarda il progetto deve essere studiato e approfondito con la presenza dell’istituto. Non ho chiesto di modificare il progetto per prevederne la demolizione. Ho avviato al contrario tutta una serie di approfondimenti indispensabili per far sì che quest’opera sia la più compatibile possibile con l’attività didattica che si sta svolgendo nell’edificio. Poi, nella, fase esecutiva la compatibilità con la didattica dovrà essere oggetto di approfondimento”.
De Fornari, rispondendo a un cittadino al termine della commissione, ha confermato che lo Skymetro sarà in pratica “addossato” alla scuola, ma “questo non vuol dire che i ragazzi non potranno fare attività didattica”. “Il progetto è ancora in fase di elaborazione, non c’è nulla di definitivo sulla carta. L’ipotesi di passare a margine dell’istituto Firpo prevede tutti i vincoli e le misure di mitigazione che è nostro obbligo prevedere per un istituto scolastico”, ha aggiunto Scarlatti.
D’altro canto l’ipotesi di un trasferimento della scuola al posto del carcere di Marassi, che a sua volta andrebbe collocato altrove, non è del tutto rifiutata dall’amministrazione nel caso in cui da Roma dovesse arrivare un no: “La soluzione che intendo portare al Consiglio superiore dei lavori pubblici è una soluzione che prevede la presenza dell’istituto Firpo, ma non c’è la preclusione in termini generali a una rigenerazione dell’area, prendendo in considerazione il tema dell’istituto carcerario”.
Ancora non è chiaro, comunque, come farà lo Skymetro ad attraversare il Bisagno sul ponte obliquo lungo 100 metri senza risultare incompatibile con lo stadio in sponda destra o con l’istituto scolastico in sponda sinistra. Una delle ipotesi ventilate, secondo indiscrezioni rimbalzate dal Matitone, era quella di murare alcune finestre in modo da consentire il passaggio dell’impalcato a pochi metri dall’edificio. Soluzioni alternative non sono praticabili perché le norme vigenti, come segnalato proprio dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, non consentono di intervenire sulla copertura del torrente.
Un’altra pesante interferenza è quella con l’elettrodotto Terna, 11 tralicci da spostare tra via Moresco e via Mandoli per non pregiudicare la cantierizzazione e il tracciato dell’opera. La società di distribuzione aveva dato parere favorevole a patto che il Comune si impegnasse a “sostenere interamente i costi di variante e gli oneri di servitù inerenti la modifica degli elettrodotti preesistenti”. Oggi il responsabile di progetto Scarlatti annuncia che l’elettrodotto “sarà smantellato a spese di Terna, mentre le altre interferenze, i cavi interrati, sono previste come somme a disposizione nel quadro economico dello Skymetro“.
Quadro economico che al momento si ferma ai 398 milioni concessi dal governo Draghi, una somma certamente insufficiente per coprire l’intera tratta Brignole-Molassana, tanto che lo stesso De Fornari aveva confermato a Genova24 che l’opera verrà suddivisa in due lotti, il primo fino alla stazione di Ponte Carrega. Un aumento dei costi “fisiologico – commenta l’assessore – perché nel frattempo il mondo è cambiato”. Per la progettazione, affidata al raggruppamento guidato da Systra, “non c’è immediatamente il costo definitivo, ma in questo momento il quadro economico prevede 5,9 milioni di euro“, ha confermato De Fornari rispondendo alle domande incalzanti dei consiglieri di opposizione. Precedenti stime, tuttavia, avevano fissato l’asticella a 14 milioni.
Ad assistere alla commissione, come sempre, decine di cittadini contrari all’opera, per la maggior parte attivisti del comitato Opposizione Skymetro – Valbsagno Sostenibile che ha tentato di bloccare l’opera con un ricorso al Tar (tramite Legambiente), che rimarrà tuttavia congelato finché non sarà emanato almeno un bando di gara. Di certo la metropolitana sopraelevata sarà il piatto forte della campagna elettorale in Valbisagno, vinta dal centrodestra due anni fa (alle comunali) difendendo a spada tratta il progetto.
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