Genova. Si sposterà nella commissione regionale Lavoro la proposta di istituire il salario minimo di 9 euro all’ora per le attività gestite dalla Regione Liguria. Lo ha deciso la capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra Selena Candia, promotrice dell’ordine del giorno in consiglio, accogliendo la proposta di Lilli Lauro (Fratelli d’Italia) dopo il parere negativo espresso dalla giunta tramite l’assessore Paolo Ripamonti.
Il provvedimento avrebbe impegnato la giunta Bucci a verificare che i contratti applicati al personale impiegato in lavori, servizi e forniture oggetto di appalti della Regione prevedessero un “trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l’ora“, a redigere ogni sei mesi un report in materia e a sottoscrivere un protocollo d’intesa con partecipate, controllate, parti sociali e sindacati.
“È un provvedimento necessario per contrastare le nuove forme di fragilità sociale, legate all’inflazione e allo sfruttamento – afferma la consigliera Selena Candia -. La nostra proposta è stata condivisa con tutta l’opposizione per affrontare il problema del cosiddetto lavoro povero. Negli ultimi vent’anni, in Italia, i salari sono diminuiti del 2,9%, mentre il costo della vita è raddoppiato. In Liguria, il 44% delle famiglie non riesce a risparmiare, mentre il 18% non arriva a fine mese e 10mila famiglie attendono un alloggio popolare. Il lavoro non è un privilegio, ma un diritto: deve essere stabile e giustamente retribuito. Con questa misura, si avrebbero ripercussioni positive immediate per i lavoratori impegnati in edilizia, infrastrutture, settore socio-sanitario, attività educative e pulizie. Una guardia giurata è pagata 6,19 euro l’ora, un addetto al servizio di pulizie percepisce 6,52 euro l’ora”.
“A settembre dell’anno scorso, il consiglio regionale della Toscana ha approvato all’unanimità una mozione sul salario minimo di 9 euro l’ora negli appalti indetti dalla Regione. A dicembre, la Regione Puglia ha stabilito una retribuzione minima salariale di nove euro l’ora da applicare ai contratti pubblici stipulati dall’amministrazione regionale”, ricorda ancora Candia.
Per l’assessore Ripamonti l’ordine del giorno sarebbe di fatto superato perché le stazioni appaltanti devono già fare riferimento ai contratti firmati da associazioni e sindacati maggiormente rappresentativi. “Ma questo non risolve la questione, spesso i contratti più idonei, firmati anche dalle sigle confederali, prevedono salari al di sotto dei 9 euro – interviene Andrea Orlando del Pd -. È un errore politico lasciar cadere questa proposta. Bisogna risolvere una contraddizione politica, grazie al massimo ribasso la pubblica amministrazione addirittura fa dumping rispetto alle imprese che applicano contratti migliori”.