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Sanità, boom di ricette scadute: la Liguria chiede di riportare il termine a un anno

L'assessore Nicolò risponde in consiglio regionale: "Inviata una lettera al Mef". Disagi per i pazienti dopo il decreto ministeriale che ha fissato la validità a 180 giorni

ricetta farmaceutica

Genova. “Il 17 gennaio Regione Liguria ha scritto una lettera al Mef chiedendo di cambiare la scadenza delle prescrizioni prima del 29 dicembre 2024 portandole da 180 giorni a 365 giorni“. Lo ha detto oggi in consiglio regionale l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò dopo il caso delle molte ricette improvvisamente scadute a causa di un decreto ministeriale dello scorso novembre che ha fissato la validità delle prescrizioni in 180 giorni, cioè sei mesi.

A denunciare il problema era stato nelle scorse settimane il consigliere del M5s Stefano Giordano, che oggi ha presentato un’interrogazione insieme a Gianni Pastorino della Lista Orlando che ha interpellato la giunta sullo stesso tema.

“Dal 1° gennaio 2025 risulta che chi ha una prescrizione per visite e/o esami antecedente di sei mesi, ma è stato impossibilitato a prenotare (tra gli impedimenti ricordiamo, ad esempio, lo scoglio delle agende chiuse), sarà obbligato a ricominciare l’iter da capo perché quella prescrizione sarà nulla, in quanto tutte le ricette avranno durata di 180 giorni. Questo arrecherà un ulteriore aggravio sul sistema sanitario regionale e a pagarne le conseguenze saranno i cittadini liguri”, evidenzia Giordano.

“Nei casi più frequenti – aggiunge Pastorino – le prescrizioni sono riferite a percorsi di follow-up con visite e richieste di prestazioni di lungo periodo, semestrale e annuali. Molto spesso le prestazioni e le visite, come richieste dal medico prescrittore, fanno riferimento a periodi avanti nel tempo, e nei mesi di validità della prescrizione statisticamente si rileva un’alta probabilità di agenda ancora non disponibile per il periodo richiesto della prestazione. Il meccanismo sta penalizzando il cittadino incolpevole, perché il tentativo di prenotazione con tale esito e con l’attuale scadenza della prescrizione mette automaticamente a rischio la validità della prescrizione. Il cittadino non riceve alcun riscontro formale su lista di attesa chiusa, per cui questi tempi di indisponibilità pesano sui tempi di validità della prescrizione”.

L’assessore Nicolò precisa che “i percorsi di presa in carico dei pazienti sono sempre stati garantiti, perché ci sono protocolli interni come al policlinico San Martino che prevedono il follow-up a prescindere dalla ricetta”.

“Il cambio del nomenclatore tariffario – continua Nicolò – che aspettavano da vent’anni ha portato un ingente carico di lavoro digitale anche per gli operatori e in questo modo possiamo superare le difficoltà che alcuni cittadini hanno dovuto affrontare. Molte Regioni si sono adeguate alle normative nazionali dei 180 giorni, Lombardia, Sicilia, l’Umbria e l’Abruzzo, ci sono altre regioni che addirittura hanno accorciato i tempi di scadenza come per esempio il Piemonte a 60 giorni, quindi la Liguria non ha fatto altro che adeguarsi ad una normativa nazionale”.

Non possiamo accettare che i pazienti siano costretti a ricominciare l’iter burocratico per ottenere una prescrizione scaduta a causa delle lunghe liste di attesa o di agende chiuse. È un sistema che penalizza proprio chi dovrebbe essere maggiormente protetto – aggiunge ancora il consigliere Gianni Pastorino -. Stiamo parlando della parte più fragile della popolazione: anziani, persone con disabilità, malati cronici. È sconcertante sentire l’assessore Nicolò dichiararsi meravigliato rispetto alle difficoltà legate alla riduzione della validità delle prescrizioni a sei mesi. Regione Liguria ha avuto tutto il tempo per adottare misure preventive e organizzative, come hanno fatto altre regioni più virtuose, ma invece ha scelto di rimanere a guardare, lasciando le cittadine e i cittadini, e in particolare i più fragili come i malati oncologici, ad affrontare da soli il caos burocratico e l’insicurezza generata da questa situazione”.

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