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Regolamento antenne 5G, il documento passa in Consiglio comunale. Le opposizioni: “Testo poco coraggioso”

Per i siti sensibili, come scuole e ospedali, procedura rafforzata ma senza divieti preventivi. Non mancano le critiche. Bruzzone: "Trovare un meccanismo di controllo più efficace"

Antenna nel bosco

Genova. È stato licenziato questa mattina, con la chiamata dell’aula da parte della relativa commissione consiliare, il nuovo regolamento per l’installazione delle antenne 5G sul territorio comunale approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore all’Urbanistica e allo Sviluppo Economico Mario Mascia. Il regolamento ora passerà al vaglio del Consiglio comunale per la discussione e l’approvazione definitiva.

Nel documento (qui consultabile integralmente) si trovano tutte le “regole di ingaggio” per l’installazione di nuovi impianti: a partire dalla preferenza al “co-siting“, vale a dire più ripetitori sulle stesse antenne, fino alla tutela dei punti sensibili della città individuati nelle scuole, negli ospedali e in tutte le strutture di cura, per i quali è prevista una procedura rafforzata. Sul tema prevale la legge nazionale, che pone questi impianti come strategici e prevede copertura totale dei servizi su tutto il territorio, scuole comprese, per le quali il comune valuterà caso per caso. E poi ancora sistemi di controllo ex ante ed ex post installazione e possibilità di chiedere delle compensazioni da parte della pubblica amministrazione e dei condomini interessati.

“Si tratta di uno strumento mai finora adottato dall’Amministrazione comunale – dichiara l’assessore Mascia – che trae legittimazione da una finestra normativa ad hoc, invero piuttosto risalente nel tempo, che conferisce ai Comuni questo potere regolamentare onde garantire il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti nonché la minimizzazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. In questo anno – spiega l’assessore Mascia – abbiamo raccolto tutte le segnalazioni e le criticità relative agli impianti 5G e con gli uffici comunali siamo entrati nel vivo di un argomento complesso, che concedeva margini di intervento molto risicati e postumi. Con questo regolamento il Comune invece potrà avere a tutti gli effetti voce in capitolo in una fase preventiva anche per presidiare gli impatti potenziali ed effettivi delle installazioni sul territorio e sulla salute dei cittadini”.

Il regolamento, durante la discussione in aula, ha però raccolto diverse osservazioni. A partire dalle stesse compagnie di telecomunicazioni, rappresentate in Sala Rossa da Carlo Sabetta, di Assotelecomunicazioni: “Apprezziamo lo sforzo dell’amministrazione civica per dotare la città, tra le prime in Italia, di un documento del genere. Crediamo che ci siano ancora delle criticità però da sistemare, come il meccanismo delle compensazionni, che non può essere generico, e sull’interdizione di intere zone, come anche i parchi, cosa che potrebbe non essere coerente con le disposizioni del testo unico sulle telecomunicazioni”.

Durante la discussione il presidente di Municipio II Centro Ovest, Michele Colnaghi, ha fatto presente come una amministrazione civica possa essere “più coraggiosa” per la tutela in via precauzionale della salute dei cittadini, mentre le compensazioni vanno intese “come dovute per società che fattura miliardi”. Ha poi citato una memoria scritta del Comitato Belvedere e Promontorio in commento alla bozza del regolamento: “Sopo un’attenta lettura della proposta, pur riconoscendo che c’è la volontà di trattare e regolamentare l’argomento, non è chiara la strada che vuole intraprendere il nostro Comune – scrivono i rappresentanti del comitato – Si menzionano varie leggi, tra cui una Legge quadro, al fine di mettere basi solide al Regolamento proposto, ma poi non emerge una chiara strategia. Desideriamo per Genova un regolamento forte, un regolamento che dica a chiare lettere che Genova è una città meritevole di attenzione, salvaguardia e tutela reale. Ci piacerebbe che il Comune richiedesse ai gestori di inserire nei criteri di motivazione del progetto, non soltanto l’utilità tecnica e/o economica, ma anche l’esistenza di potenziali alternative al progetto presentato in modo da poterne valutare l’impatto alternativo, sempre sulla base di salvaguardare in primis siti sensibili e aree soggette a vincoli paesaggistici/storici. Forse è su questo che bisognerebbe anche ragionare insieme”.

Per il M5s in aula era presente anche il consigliere municipale Massimiliano Lucente che ha ricordato come le onde elettromagnetiche “di fatto siano catalogate come potenzialmente cancerogene”, chiedendo norme più vincolanti e tutelanti. Lucente inoltre ha posto il tema della svalutazione immobiliare degli edifici su cui vengono montate le antenne “Cosa che potrebbe diventare un danno per l’intera comunità se si tratta di edifici pubblici”.

In aula presente anche l’epidemiologo Valerio Gennario, epidemiologo che da anni studia l’incidenza statistica della mortalità nei quartieri della nostra città: “Vista l’incertezza scientifica sulle conseguenze all’esposizione prolungata dei campi elettromagnetici con le frequenze utilizzate da queste tecnologie – ha spiegato – sarebbe necessaria una moratoria fino a quando non si avranno in mano dati certi“. Il principio, infatti, da seguire per una pubblica amministrazione, secondo Gennaro, “resta la cautela e la tutela della salute dei cittadini

Critiche anche da parte di Filippo Bruzzone, RossoVerdi, che ha richiamato l’attenzione sulle verifiche e il monitoraggio degli impianti, proponendo che “gli enti preposti, vale a dire Arpal, relazioni semestralmente al Comune di Genova i dati dei monitoraggi”. Poi una nota di merito: “Oggi sono state presentate anche le mappe dei siti sensibili e degli impianti in essere. Documenti che devo già essere aggiornati perchè nel frattempo le nuove installazioni sono andate avanti senza sosta”. Per questo motivo il consigliere ha annunciato che in sede di Consiglio comunale presenterà mozioni correttive.

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