Genova. Si sono ufficialmente concluse le ricerche sulle macerie del muraglione crollato martedì mattina in via dei Cinque Santi, nel quartiere genovese del Lagaccio. Da tre giorni i vigili del fuoco erano impegnati nelle operazioni per escludere completamente l’eventuale presenza di persone travolte dai detriti e l’esito finale è stato negativo. Adesso a preoccupare sono le nuove piogge previste nei prossimi giorni che potrebbero aggravare ulteriormente la situazione.
Per proteggere ciò che resta del muro di contenimento, la ditta incaricata dall’amministratore del condominio Fabio Piccardo ha provveduto a posizionare un maxi telone, utile perlomeno a limitare le conseguenze delle precipitazioni evitando che massi e pietrisco possano staccarsi dalla massa che ostruisce la strada. I tecnici specializzati hanno puntellato la struttura lungo le scale di accesso al civico 1 di via dei Cinque Santi. Questo intervento dovrebbe scongiurare nuovi crolli, ma la situazione è precaria e il rischio esiste in ogni caso.
Restano fuori dalle loro case le sette persone evacuate martedì mattina, cinque abitanti dell’appartamento affacciato sul giardino parzialmente crollato e altri due residenti in un palazzo con accesso da via Ventotene, minacciato dal potenziale effetto domino sul muro prospiciente. Al momento le unità coinvolte rimangono formalmente inagibili e non ci sono tempi certi per il rientro.
“Oggi siamo potuti entrare accompagnati dai vigili del fuoco per prendere le ultime cose, dai prossimi giorni per farlo dovremo chiedere un’autorizzazione specifica al comando – racconta Simone Ballardin, sfollato con moglie e tre figli -. Amici e familiari ci stanno dando una mano a trasferirci in un’altra abitazione. I ragazzi hanno paura, è stato un trauma. Diciamo che nella disgrazia è andata ancora bene”.
Sì, perché vicino a quel muraglione, collassato su una strada pedonale, passavano tutti i giorni i residenti di un centinaio di appartamenti e molti altri cittadini del quartiere. Pochi secondi prima del crollo un ragazzo era transitato in quel punto per prendere il motorino e andare a scuola. Ora chi abita in quel palazzo è costretto a fare un giro più lungo per scendere a valle, affrontando un percorso scarsamente illuminato che porta fino a salita Oregina.
Le crepe, misurate con appositi fessurimetri (i vetrini che segnalano le variazioni di ampiezza), erano evidenti e note da anni, ma la prima consulenza tecnica per un intervento risolutivo sarebbe stata affidata dall’attuale amministratore lo scorso novembre. “Il 5 febbraio ci sarà una riunione per incaricare i tecnici della progettazione“, riferisce Ballardin.
L’episodio ha acceso un faro sulle condizioni di molti altri muraglioni nel Lagaccio, quartiere già segnato dal crollo di via Ventotene nel 2013. A denunciare le condizioni di incuria in cui versano diverse strutture sono stati il comitato Con i piedi per terra, nato per opporsi al progetto della funivia di forte Begato, e il coordinamento delle associazioni di Oregina e Lagaccio che ha scritto al Comune: “Non abbiamo bisogno di opere faraoniche come la funivia ma di un monitoraggio attento e interventi di messa in sicurezza”. Secondo il presidente dell’Ordine degli architetti di Genova Riccardo Miselli, intervistato da Genova24, sarebbe auspicabile una campagna di monitoraggio promossa dagli enti pubblici per indurre i privati a intervenire sulle situazioni pericolose.
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