Ieri e oggi

Giorno della Memoria, la cerimonia a Genova: “La Shoah impedisce di accettare ogni altro genocidio”

Ma il rabbino Momigliano: "Genocidio a Gaza? L'uso delle parole è importante". Bucci rinnova le scuse. "La città non reagì alle leggi razziali". E sulle 'deportazioni' di Trump: "È fuori dalla mia giurisdizione"

Generico gennaio 2025

Genova. “La Shoah deve essere necessariamente considerata un evento di portata universale, un evento che impedisca di accettare, di tollerare qualsiasi altro tipo di genocidio e qualsiasi altro tipo di crimine contro l’umanità“. A dirlo, evidenziando i legami con la guerra israelo-palestinese, è Alberto De Sanctis, professore ordinario di storia delle dottrine politiche dell’Università di Genova e oratore ufficiale della cerimonia per il Giorno della Memoria organizzata dal Comune di Genova con decine di studenti delle scuole genovesi.

Dalle leggi razziali del 1938 alla legge del 2000 sul riconoscimento del Giorno della Memoria passando per i Giusti tra le nazioni, tra cui il cardinale Piero Boetto arcivescovo di Genova col suo assistente Angelo Repetto – e ricordiamo il nuovo riconoscimento a Tina Baldi grazie all’impegno di un familiare genovese. “È molto importante far capire anche ai ragazzi come con la Shoah si voglia anche cancellare, oltre che il popolo ebraico, il popolo di Abramo, anche la coscienza e quindi il patrimonio della civiltà occidentale”, spiega De Sanctis.

“Mi ha fatto impressione stamattina pensare che noi a Genova abbiamo combattuto contro i nazisti e ci siamo liberati come città nel ’45, ma non abbiamo avuto il coraggio di combattere contro leggi razziali qualche anno prima, quando invece molte persone, molti genovesi hanno aiutato gli ebrei a emigrare – ricorda il presidente ligure Marco Bucci -. Molti singoli si sono dati da fare, la città intera non è riuscita a fare quello che doveva fare. Infatti noi abbiamo chiesto scusa ufficialmente alla comunità ebraica per non aver reagito alle leggi razziali. Aggiungo che il messaggio deve andare ai giovani, deve andare soprattutto a quelli che non hanno vissuto queste cose, perché senza memoria non c’è futuro. La memoria serve per gestire e gestire non solo gestire, ma programmare e soprattutto eseguire il futuro delle generazioni”.

Generico gennaio 2025

“La popolazione, le istituzioni ecclesiastiche, persone di varia estrazione sociale, ideologica, effettivamente hanno aiutato e contribuito alla salvezza di alcuni ebrei e questo è tanto più da sottolineare in quanto non era un atteggiamento uniforme – commenta Giuseppe Momigliano, rabbino capo della comunità ebraica di Genova- . Sappiamo che c’erano diversi atteggiamenti, anche di delazione o di indifferenza, il pregiudizio antiebraico e antigiudaico si era radicato nel corso dei secoli e quindi la Shoah non è venuta fuori dal nulla, è venuta fuori da un sostrato di immagine negativa che si era radicata nel corso dei secoli e ha permesso poi la deflagrazione dell’antisemitismo razziale”.

È una delle pagine più vergognose, anzi, decisamente la più vergognosa pagina della storia della nostra città, la deportazione degli ebrei nei campi di concentramento, tutta la sofferenza che è stata perpetrata da questa ideologia nazifascista, omicida, liberticida – commenta il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi -. Non dobbiamo mai dimenticare questa pagina e dobbiamo stare all’erta, dobbiamo essere vigilanti rispetto a quelle che sono le insidie di oggi nei confronti della democrazia, insidie per certi versi più subdole, meno eclatanti, più sofisticate. Dobbiamo anche rimuovere questa cultura individualista del disprezzo della vita”.

Inevitabile allora pensare all’attualità, dalla guerra tra Israele e Hamas che ha provocato decine di migliaia di morti civili nella Striscia di Gaza – col mandato di arresto per crimini contro l’umanità spiccato dalla Corte penale internazionale ai danni del premier israeliano Benjamin Netanyahu – alle denunce di una nuova ondata di antisemitismo in Europa connessa proprio ai fatti in Medio Oriente.

“Ci vuole un un approccio di conoscenza storica dei fatti della Shoah – sottolinea però Momigliano -. Quindi, quando si parla di genocidio, bisogna sapere bene ricostruire i fatti che hanno portato allo sterminio di un terzo del popolo ebraico, e il progetto era proprio lo sterminio completo, quindi distinguere quello che è un dramma del presente rispetto a quello che era effettivamente il progetto di sterminio totale del popolo ebraico. L’uso dei termini è molto importante“.

E a proposito di attualità, fanno discutere anche le immagini delle deportazioni – così sono state definite dai media – degli immigrati in catene avviate dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “È fuori dalla mia giurisdizione – risponde Bucci a chi gli chiede un commento -. Io parlo delle cose che riguardano noi, come sapete. Quando mi tirano la giacca, il cappotto… lascio perdere”.

Al termine della cerimonia la premiazione delle scuole che hanno partecipato alla prima fase della 23esima edizione del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah” e la consegna delle medaglie d’onore, concesse dal Presidente della Repubblica, ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra e ai familiari dei deceduti.

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