Commemorazione

Genova ricorda Guido Rossa, Landini: “Parlò di rivoluzione sociale, oggi quelle conquiste sono a rischio”

La cerimonia in fabbrica a Cornigliano a 46 anni dall'assassinio. Bucci: "Un esempio di coraggio e lealtà". Piciocchi: "Un martire delle istituzioni democratiche"

Generico gennaio 2025

Genova. “Guido Rossa non solo era uno di noi, ma è stato un’espressione molto alta di quello che è il valore della classe operaia. Guido ha partecipato a quelle lotte e a quelle conquiste che è bene avere presente anche oggi, perché molte di quelle lotte, di quei valori, di quei diritti, di quelle conquiste che hanno un valore, rischiano in molti casi di essere messi in discussione”. Sono state le parole di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil nazionale, a chiudere la consueta cerimonia di commemorazione di Guido Rossa nell’anniversario della sua morte avvenuta il 24 gennaio 1979 per mano delle Brigate Rosse, dopo averne denunciato un fiancheggiatore, Francesco Berardi.

Nel magazzino transiti dello stabilimento di Cornigliano ex Ilva ed ex Italsider, dove Rossa lavorava, si è svolto l’evento organizzato dalla Fiom. Presenti, oltre ad Armando Palombo della Rsu, il presidente ligure Marco Bucci, il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi, il commissario governativo Davide Tabarelli, il cappellano del lavoro Don Franco Molinari.

“C’è una lettera scritta da lui nel 1970 che dà idea di chi era Rossa, del perché faceva il delegato, dell’esempio del suo pensiero – ricorda Landini -. A certo punto dice per contrastare la logica del profitto c’è bisogno di una rivoluzione sociale, e parla di rivoluzione sociale parlando della necessità delle riforme da mettere in campo. Affronta anche il problema delle morti sul lavoro, che ancora non abbiamo risolto, e dice che il modello di fare impresa porta a decisioni che non sono disgrazie, ma frutto di un cambiamento. E indica l’obiettivo di chi, attraverso l’impegno sindacale, vuole svolgere anche una funzione di trasformazione sociale e di costruzione di un nuovo modello fondato sulla giustizia sociale e sulla solidarietà tra le persone”.

“Accanto alle lotte sociali per le estensioni dei diritti e della democrazia in questo Paese ci sono stati anni di stragi e di azioni marcate chiaramente anche sul piano fascista che avevano l’obiettivo di impedirlo – rimarca Landini ponendo l’accento anche sul cosiddetto terrorismo nero degli anni di piombo -. È bene anche ricordare il contesto in cui nacquero le Brigate Rosse e il contesto in cui avvenne l’episodio che purtroppo portò all’uccisione di Guido. Negli anni 1973-1974 ci fu una crisi internazionale che portò a un’esplicita crisi economico sociale, a un aumento dell’inflazione. Ed è proprio di fronte ad una crisi di questa natura che prese piede un’azione come quella delle Brigate Rosse. Ci fu un tentativo esplicito di costruire un consenso sociale alle azioni che stavano mettendo in campo. E da qui la zona grigia che Rossa ha combattuto”.

Quindi un ricordo personale: “Anch’io nel 1979 ero ai funerali di Rossa. Ero un semplice operario metalmeccanico iscritto alla Fiom, non avevo alcun incarico ma sentii la necessità come tanti, quel giorno, di essere a Genova. Ricordo la quantità di acqua e freddo di quella giornata, ma ricordo anche la quantità impressionante di persone. Ricordo la presenza del presidente della Repubblica, allora Sandro Pertini. Quella giornata segnò la sconfitta delle Brigate Rosse, perché era evidente a tutti che erano il nemico dei lavoratori e della democrazia del nostro Paese”.

Guido Rossa è un esempio di coraggio e lealtà, di forza e di rispetto per la legge – l’intervento del presidente Marco Bucci -. Un esempio di quello che dovrebbe essere un buon cittadino. A livello personale poi c’è un ricordo legato all’alpinismo e al fatto che, il giorno del funerale, all’epoca avevo 19 anni e mezzo, mi ero domandato cosa sarebbe stato di noi in futuro. Oltre a questo, la figura di Guido Rossa è legata al fatto che infine lo Stato ha vinto la battaglia contro il terrorismo. Questi ricordi fanno parte delle lezioni che ognuno di noi deve trasmettere alle nuove generazioni, ma sono anche un esempio di come noi dovremmo porci, ogni giorno, per essere buoni cittadini”.

“Guido Rossa è una figura straordinaria, protagonista di una pagina tragica della nostra storia, ma allo stesso tempo nobile, di coraggio – ha detto nel proprio intervento il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi -. La lezione di Guido Rossa non è solo immortale, ma straordinariamente attuale nel nostro tempo: la sua denuncia è oggi, come allora, un forte richiamo alla coscienza individuale che deve saper rispondere prima di tutto ai valori della pace, della solidarietà e del coraggio, anche in quelle scelte che possono portare all’estremo sacrificio. Guido Rossa non si è girato dall’altra parte, non si è piegato e ha avuto il coraggio di denunciare, non si è fatto intimorire anche quando è rimasto solo a firmare una denuncia contro un modello di violenza che in quegli anni, gli anni di piombo, stava minando i valori, su cui si fonda la nostra democrazia, della convivenza civile e della nostra Repubblica. In un anniversario tanto importante non possiamo non vedere una continuità di tempra e di ideali tra la generazione della Resistenza e Guido Rossa: insieme a coloro che hanno dato la vita per la lotta di liberazione, Rossa è iscritto nel numero dei martiri delle istituzioni democratiche e del ripudio della violenza. A tutti loro dobbiamo eterna gratitudine”.

“Guido Rossa è stato un uomo e un sindacalista che ha incarnato il coraggio e il senso dello Stato nel lavoro, nella politica e nell’essere cittadini – ha commentato il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Arboscello -. Il suo esempio ci insegna l’importanza di difendere i valori democratici e costituzionali, opponendoci con fermezza a ogni forma di violenza e terrorismo. Il sacrificio di Rossa rappresenta un faro per tutti noi, ricordandoci che la partecipazione attiva e responsabile è fondamentale per la salvaguardia di pilastri della nostra democrazia, che non vanno dati per scontati. La morte di Guido Rossa segnò una svolta nella lotta al terrorismo in Italia, evidenziando la necessità di un impegno collettivo nella difesa dei principi democratici. È nostro dovere mantenere viva la memoria di Guido Rossa, affinché il suo sacrificio continui a ispirare le nostre azioni quotidiane nel rispetto della Costituzione e dei valori su cui si fonda la nostra Repubblica”.

Durante la cerimonia è stata illustrata la visita ad Auschwitz, organizzata per il mese di maggio dalla società di mutuo soccorso Guido Rossa in collaborazione con la direzione aziendale, a cui parteciperanno 22 studenti figli di dipendenti. Come di consuetudine, nel corso della manifestazione saranno consegnati i diplomi agli studenti meritevoli, figli di lavoratori Adi e Ilva in amministrazione straordinaria, aggiudicatari della borsa di studio Pino Lorusso per la frequentazione universitaria.

Questa mattina, nei giardini di via Fracchia, nei pressi del luogo dell’omicidio, si è svolta la cerimonia commemorativa, organizzata dal Comune di Genova in collaborazione con il Municipio I Centro Est e Anpi Oregina, alla presenza di una rappresentanza di studenti della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo statale Oregina. Alle 12.00, poi, la commemorazione presso la Camera del Lavoro di Genova in via San Giovanni d’Acri con l’intervento del presidente del Consiglio comunale. Carmelo Cassibba. Infine la cerimonia in largo XII Ottobre, davanti al monumento dedicato a Guido Rossa, con la cerimonia organizzata da Cgil, Cisl e Uil territoriali e l’assessore Mario Mascia.

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