Futuro

Ex Ilva, Bucci incontra Landini: “L’accordo di programma va rivisto, ma prima viene la fabbrica”

Il governatore: "Se ci saranno altri spazi si daranno ad altri, sbagliato mettere uno contro l'altro". La Fiom frena: "Si facciano investimenti, poi vedremo"

bucci landini palombo

Genova. Sì alla revisione dell’accordo di programma, ma “prima si fa la fabbrica”. È questo l’orientamento del presidente ligure Marco Bucci a margine dell’incontro che si è tenuto oggi all’ex Ilva di Cornigliano col commissario di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria Davide Tabarelli, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, sindacalisti e autorità locali. Il vertice è stato organizzato prima della tradizionale commemorazione di Guido Rossa nell’anniversario della morte del sindacalista ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979.

“Diciamo che l’accordo di programma oramai è una cosa che ha fatto il suo tempo. È stata una cosa molto importante. Adesso bisogna rivederlo in funzione di chi sarà il nuovo acquirente e quelle che saranno le nuove necessità. Mi sembra più che giusto”, sottolinea Bucci.

Quelle aree, com’è ormai noto, interessano da anni ad altri operatori dell’industria, della cantieristica, ma soprattutto della logistica. Bucci mette le cose in chiaro: “Prima si fa la fabbrica, dopodiché, siccome le fabbriche moderne hanno bisogno di meno spazio, se poi ci sono altri spazi si danno agli altri. Non bisogna vedere queste cose come uno meglio dell’altro, tutti servono: serve l’industria, serve la logistica, serve il turismo, serve l’alta tecnologia, tutto serve per la nostra città perché tutto genera ricaduta economica e occupazionale. Chi mette in polemica l’uno contro l’altro sbaglia totalmente“.

Con Landini “c’è comunione di intenti per quello che riguarda il futuro sia della fabbrica sia del lavoro, sia dell’eredità industriale – assicura il governatore -. Noi abbiamo Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Ilva e i cantieri. C’è una filiera di professionalità e di persone che lavorano e che sono una forza enorme sul territorio: questa filiera va mantenuta e va rinforzata”.

Landini però interviene a margine dell’evento: “Gli accordi si applicano, non si rivedono. Gli accordi che esistono si applicano. Bisogna che si mantenga l’integrità di tutto il gruppo e c’è bisogno che si faccia anche una scelta che veda il mantenimento del ruolo pubblico dentro questa azienda, perché stiamo parlando di un’azienda strategica. Non c’è bisogno che entri, c’è già ed è stata tenuta in piedi anche in questi anni grazie ai contributi anche pubblici di tutti noi. È necessario che si facciano delle scelte rispetto alle offerte che sono arrivate che qualifichino e garantiscano non solo l’occupazione ma che mantengano anche la capacità produttiva complessiva che questo gruppo ha”.

Per quanto ci riguarda, l’accordo di programma è in essere e ha valore di legge – avverte Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom di Genova -. Per quanto ci riguarda le aree sono per la siderurgia, per l’industria. Vedremo alla luce degli investimenti che verranno fatti, e per noi investimenti su Genova dovranno e potranno essere significativi. Penso al raddoppio del ciclo latta, penso a un laminatoio a caldo, e – perché no? – un forno elettrico. Serviranno quelle aree. Se da questi investimenti, dalla riorganizzazione della produzione, in futuro si libereranno degli spazi, vedremo”.

Il governo sta valutando le manifestazioni d’interesse arrivate dai privati, in particolare quelle per l’acquisizione di tutti gli impianti, da Taranto al Nord Italia: in campo ci sono la cordata Baku Steel Company Cjsc con Azerbaijan Investment Company Ojsc, il fondo americano Bedrock Industries management Co Inc e l’indiana Vulcan Green Steel del gruppo Jindal Steel International.

“Vogliamo tenere l’unità aziendale, non separare Taranto. Ci sono tre offerte, di fatto due per tutto il gruppo. Dita incrociate, ci sono ottimi segnali – ha detto il commissario Tabarelli durante la cerimonia per Guido Rossa -. Ma voglio ringraziare perché quello che gli investitori hanno visto in questa fabbrica è il valore e la passione della gente”.

“Staremo a vedere i piani industriali. Noi diciamo due cose chiarissime – commenta Bonazzi -. La prima è che non ci vuole fretta perché bisogna fare scelte ponderate, anche alla luce di ciò che è accaduto nel 2018 con la vendita precedente. L’altra, lo ribadiamo come Fiom, è che devono esserci degli elementi di garanzia nel futuro azionariato del gruppo Ilva, quindi servirà un investimento diretto dello Stato, nelle forme e nei modi che si riterranno. È un elemento che serve per evitare di fare scelte inopportune che possono pregiudicare il futuro delle acciaierie in Italia”.

“Io non ho visto manifestazioni di interesse. A naso sembra che ci siano delle cose molto interessanti, quindi non vedo l’ora che il ministro ci chiami per avere la nostra opinione. Comunque noi vogliamo che ci sia qualcuno che possa garantire occupazione e sviluppo“, concorda Bucci.

Il forno elettrico potrebbe essere un obiettivo? “Non sta a me deciderlo, ma noi ovviamente siamo favorevoli a tutte le cose che portano ricaduta economica occupazionale, ovviamente nel pieno rispetto dell’ambiente. Oggigiorno la tecnologia è in grado di rispettare l’ambiente, quindi io non ho paura della tecnologia”, conclude Bucci.

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