Genova. “Sarebbe ragionevole come step definire il programma e la coalizione entro la fine del mese, e contestualmente il momento e le modalità della decisione. Se il 31 gennaio noi dicessimo, ad esempio: il 15 febbraio si decide e si decide così, secondo me avremmo già limitato una discussione che diversamente può anche un po’ danneggiarci”. A suonare la sveglia al centrosinistra è ancora una volta Andrea Orlando, mediatore e un po’ supervisore della coalizione verso le comunali di Genova, con l’invito a darsi almeno una scadenza e regole certe per nominare colui che sarà lo sfidante di Piciocchi (salvo sorprese sul fronte opposto).
Anche perché, dopo l’avvio delle consultazioni del Pd con le altre forze progressiste, è saltata fuori di nuovo l’ipotesi delle primarie. L’ultimo ad agitarla è stato mister preferenze in Regione Armando Sanna, che in un’intervista al Secolo XIX si è detto pronto a correre come candidato sindaco, anche sottoponendosi al giudizio preventivo della base. Il suo nome ovviamente non è l’unico sul tavolo tra gli esponenti dem: in lizza ci sono sempre Alessandro Terrile e Federico Romeo, mentre sembrano scese le quotazioni dell’ex ministra Roberta Pinotti. Il M5s ha schierato la sua pedina, l’ex europarlamentare Tiziana Beghin, e il mondo civico pullula di profili alternativi.
Dal canto suo, Orlando non ha cambiato idea: “Io credo che le primarie porrebbero un problema di unità della coalizione, ormai questo è un dato che abbiamo verificato in tante occasioni. ci sono forze politiche che non ritengono questa la strada che si deve seguire. Io sono per privilegiare soprattutto l’unità della coalizione. Dopodiché – ribadisce – la cosa che si pone con grande urgenza è che le forze politiche, cui compete questo compito, entro la fine del mese determinino non tanto la scelta, ma la data e le modalità con la quale avviene la scelta, in modo tale che questa discussione non sia fatta sui giornali ma si possa muovere partendo da un consolidato”.
Quindi la replica a Carlo Calenda, che giovedì scorso a Genova ha lanciato un aut aut pesante: se si candida un funzionario di partito, Azione è pronta a correre da sola. “L’esperienza delle elezioni regionali ci dice che le coalizioni non possono essere costruite sui veti – accusa l’ex ministro -. Una delle regole di ingaggio che si dovrebbe porre è che chi pone veti non sta nella coalizione, anche perché abbiamo visto che i veti non hanno fatto non hanno portato bene. Si può discutere, si può dire che si preferisce una candidatura piuttosto che quell’altra e vedere se su quella posizione converge la maggior parte della coalizione, ma non dire aprioristicamente questo no, peraltro senza motivare con sufficiente forza l’argomento”.
Il clima all’interno della coalizione, comunque, è tutt’altro che disteso. “Per quanto autorevole possa essere la persona che ha lanciato la propria candidatura e insieme ad essa la proposta delle primarie ci sfugge quale sia, a questo punto, il metodo del Pd – commenta Filippo Bruzzone, consigliere comunale rossoverde ed esponente di Linea Condivisa -. Il Pd ha deciso di fare le consultazioni con le forze della coalizione per condividere un percorso e non ha mai parlato di primarie, se oggi il tema torna attuale rivediamoci e chiariamoci, su metodo e su candidato, però da una parte le consultazioni non possono andare avanti all’infinito, anche perché noi siamo più preoccupati sul programma che sui nomi”.
Nel frattempo il direttivo di Linea Condivisa chiede ancora una volta un’assemblea della coalizione: “Come Linea Condivisa avevamo chiesto che il Pd avanzasse alcune proposte concrete su cui discutere. Riteniamo che il metodo attuale non sia efficace poiché non fa altro che esasperare il protagonismo dei partiti e dei singoli esponenti politici, per costruire una proposta credibile e vincente è indispensabile arrivare a una sintesi condivisa. Ribadiamo quindi l’urgenza di un incontro tra tutte le forze politiche che vogliono sostenere una candidata o candidato del fronte progressista. Questo è, a nostro avviso, il metodo più chiaro e lineare per affrontare una sfida elettorale così importante. Se questo non fosse possibile, ne prenderemo atto. Tuttavia, non vorremmo che, ancora una volta, fossero le elettrici e gli elettori a subire le conseguenze di un centrosinistra incapace di fare scelte unitarie e di proporre un progetto credibile per il governo della città”.